Seguire Gesù senza vergognarsi

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Il brano della predicazione di oggi è subito dopo quello in cui l’apostolo Pietro, dopo aver confessato (cioè riconosciuto pubblicamente e sentitamente) che Gesù è il Cristo (cioè il Messia che tutti aspettavano), rifiuta di ammettere che il Messia debba andare verso la sofferenza e la morte. Ed implicitamente quindi rifiuta di seguirlo per questa via. Allora dopo averlo rimproverato Gesù:

Marco 8:34-38 Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia e del vangelo, la salverà. E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? Infatti che darebbe l’uomo in cambio della sua anima?

Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli».

(Versione audio)

seguire

Tutto il passo ruota su questo perdere la sua vita per salvarla. Sono detti paradossali e vanno inquadrati nel contesto del seguire Gesù. Non è che si possano prendere come dei detti che valgono di per sé, ma hanno valore solo in relazione al seguire Gesù Cristo.

Il “seguire” era il modo di ascoltare i maestri itineranti del tempo. Non erano come oggi a scuola delle lezioni, ma nel cammino, nell’affrontare situazioni, domande, dibattiti e incontrare altri si vedeva come il maestro reagiva e si poneva, così si imparava. E questo lo vediamo proprio con Gesù nei vari passi degli evangeli.

Diviene poi, per noi, un sinonimo di vivere seguendo gli insegnamenti del Salvatore, avendo fiducia in Lui e volendo essergli fedeli. Una maniera di vivere, un’impostazione di come affrontare le giornate e la vita.

croce

La questione dunque del prendere la propria croce, da cui viene il modo di dire “ognuno ha la sua croce“, non è come nel detto che “tutti bene o male hanno i loro problemi”, ma nel significato più prossimo agli ascoltatori del tempo: seguendo Gesù si avranno persecuzioni.

E sarà la “propria” croce, non solo perché non tutti saranno perseguitati e perseguitati allo stesso modo, ma soprattutto perché solo la croce del Cristo ha un significato salvifico.

Quello della persecuzione vera e propria che riguardava proprio i discepoli lì presenti e in senso lato tutti i cristiani perseguitati, anche al giorno d’oggi, è però solo il primo significato di perdita o guadagno della propria vita.

vita

Gli altri detti, in cui compare il termine “vita”, in effetti ampliano il significato che Gesù vuol dare e comprendono tutti gli esseri umani.

Nei detti c’è un gioco di parole nel testo greco, ma che poteva essere anche benissimo nell’originale aramaico, come ci assicurano gli studiosi.

La vera vita è definita con un termine, ψυχή, che è vita sia nel senso fisico sia in quello psichico e spirituale, potrebbe anche essere tradotto con anima, come nella traduzione usata. Ma non nel senso dell’anima definita dai filosofi antichi, ma in quello biblico del vero sé stessi.

Questa “vera vita”, che si trova seguendo Colui che ha dato la sua vita per noi, riguarda dunque sia l’aspetto spirituale sia quello fisico. L’invito di Gesù non è quindi che valga solo il mondo delle idee1, ma invece vivere differentemente la propria esistenza, anche rischiando la morte.

Nel senso che non si può rimanere attaccati a tutto ciò che sembra conveniente secondo il mondo. Non vivere con un’idea di vita per la quale si fa di tutto pur di mantenerla, anche rinnegare il Salvatore2.

E rinnegare il Signore è anche un rinnegare sé stessi, anche rinnegare ciò che siamo realmente, per cui siano stati creati.

In questo senso, tutto questo può portare a perdere la propria vita, con il martirio, ma la cosa principale è che è un vivere secondo Cristo e non secondo quelli che sono i nostri pensieri -o peggio- i pensieri che il mondo ci mette in testa.

Abbiamo, infatti, un egoismo di base per gli esseri umani, che però alla luce della Parola del Signore è miope. E c’è anche un estraniamento del nostro io profondo, a cui siamo condannati dalle mode e tante parole del mondo.

Ecco qui allora il trovare la vita, non è solo la vita eterna degli ultimi tempi che ci è assicurata, ma una vita attuale autentica. C’è il prezzo del discepolato, ma c’è anche il guadagno del seguire Gesù Cristo. E non in un generico significato della vita. Infatti, non stiamo parlando di un’ideologia, neanche cristiana, ma di un vivere giorno per giorno seguendo il Salvatore. Senza affidarsi a noi stessi o ad altri, ma solo a Gesù Cristo.

vergognarsi

Il tema del “vergognarsi” dunque del giudizio, della gloria del Padre, e della resurrezione, aggiunge un rafforzamento di questi concetti.

1) È importante la vita eterna, che è quella che non si perde, quando stiamo parlando di persecuzione, ma anche di vita spesa male, che possa essere ripresa nel Regno di Dio.

Se non ci fosse la resurrezione del Cristo e la nostra, se non fossimo destinati a vita eterna, al Regno di Dio, ecco che tutto questo resistere e contrapporci alle cose violente e alle ingiustizie, non avrebbe poi così senso.

È perché la vera vittoria è di Gesù Cristo che non possiamo arrenderci, anzi che non conviene arrenderci, ma invece lottare e resistere.

2) Il vergognarsi ci indica come la maggioranza o quella che sembra essere la maggioranza delle persone seguono una certa narrazione del vivere, che è però una racconto non aderente alla realtà.

Il portare la croce, come il non vergognarsi, non è un messaggio di quieta sopportazione, rispetto ai dolori maligni e inutili portati nella nostra vita, ma è una lotta per la giustizia e per portare avanti il vero amore per il prossimo.

vivere

In questo vivere avremo allora anche dei nemici (come nel salmo, ma a causa di Gesù). Il cristiano, come Gesù Cristo, non ha infatti tutti amici intorno a sé, ma nemici che non sopportano il suo semplice parlare e la sua richiesta di atti concreti di giustizia.

Non possiamo piacere a tutti. E non vogliamo conquistare il mondo, perdendo noi stessi, perché perderemmo il nostro tempo e il vero valore delle cose.

Infatti, noi siamo preoccupati di molte cose, ci affanniamo per tante cose, che ci sembrano assolutamente necessarie e vitali. Ma alle volte stiamo lottando per qualcosa che non vale. Così perdiamo la nostra vita, la sprechiamo, ci ritroviamo in un’esistenza, come minimo impoverita.

Seguendo il nostro Signore e Salvatore, invece, scopriamo una vita che vale la pena di essere vissuta. E che c’è di più bello di vivere veramente la nostra vita? Amen


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