Cosa si festeggia?

Molti risponderebbero che a Natale si festeggia il compleanno di Gesù, per l’appunto in italiano, anche se non molto usato, il suo natale. Invece in realtà si festeggia l’incarnazione, il divenire uomo del Cristo, cioè della seconda persona della Trinità. E si festeggia perché partendo dall’incarnazione inizia la realizzazione della salvezza, che compie una volta per tutte Gesù Cristo.

Questa salvezza è proprio per noi in carne ed ossa, non solo un’idea, perché con l’incarnazione Dio non disdegnò di divenire umano e la salvezza viene realizzata dall’unico vero Dio divenuto un vero uomo.

Origine del Natale

Nei primi 300 anni dopo Gesù Cristo nessuno festeggiava il Natale. La prima festa cristiana era la Pasqua di resurrezione. Si iniziò poi a festeggiare il 6 gennaio come festa del battesimo di Gesù. Festeggiavano però soprattutto gruppi eretici gnostici, che pensavano che solo al momento del battesimo Dio con la discesa dello Spirito santo, avesse dato dei “poteri speciali” a Gesù. Mentre per i cristiani Gesù è Dio, oltreché uomo, fin dalla sua nascita.

Si pensò allora così di festeggiare la nascita di Gesù, proprio come il momento in cui Dio si fa uomo. Ma a quell’epoca nessuno conosceva la data di nascita di Gesù. Fu scelto allora il 25 dicembre come data simbolica.

In quel giorno, infatti, i pagani festeggiavano la nascita del sole, “il sole bambino”, infatti in quella data si comincia a vedere che le giornate si allungano. Per i cristiani, come scrive ad esempio Agostino, fu un modo per dire: Gesù Cristo è il nostro sole, il nostro vero Dio, è lui che è veramente fondamentale.

La festa del Natale non è dunque una festa pagana travestita cristianamente, ma un voler sostituire una festa pagana con una festa cristiana. Certo possiamo pensare che per i molti pagani divenuti cristiani per convenienza le idee non erano proprio chiare. A partire da Costantino, infatti, che si dichiarò favorevole ai cristiani, molti cominciarono a farsi cristiani “fiutando” il favore dell’imperatore e del potere. Inoltre il culto del sole a quell’epoca era molto diffuso, più dei culti pagani tradizionali, e ci saranno state anche delle visioni sincretiste che portano ad eccessi. Certo però non è un motivo per abbandonare il Natale. Infatti, è chiara l’impostazione teologica che delle celebrazioni del Natale davano i teologi della Chiesa, per ribadire la centralità di Gesù Cristo come uomo e Dio nello stesso tempo, e dunque dell’effettiva salvezza in Gesù Cristo.

Non esistendo diverse chiese cristiane a quel tempo, possiamo dire che è proprio una festa cristiana, anche se gruppi radicali non lo vogliono riconoscere. I cristiani in ogni tempo però devono cercare di dare senso cristiano a questo giorno, spesso invaso di significati e di tradizioni differenti.

Ritornando al giorno dell’effettiva nascita di Gesù, che non si conosce. Possiamo solo supporre che essendo i pastori fuori nei campi con le greggi, non fosse inverno. Quello che sappiamo di certo è che l’evangelista Luca mettendo la nascita in relazione ad un preciso censimento dava l’anno esatto secondo le convenzioni di quel tempo dell’avvenimento. La nascita di Gesù è dunque reale, storica e non un mito, mentre è per fede che crediamo sia Figlio di Dio, vero uomo e vero Dio insieme.

Simboli dell’albero di Natale

Diffusosi dal XVIII secolo nelle zone tedesche l’albero di Natale è un concentrato simbolico. Ha origine da tradizioni precedenti di ornamenti con rami di abete nelle feste invernali. La prima menzione si ha in Alsazia nel 1605, poi da lì si è diffuso pian piano. Vediamo allora schematicamente la sua simbologia.

Albero sempreverde. È il simbolo della vita eterna. Si veda ad esempio la canzone dell’albero (Tannenbaum). Ma diviene anche simbolo dell’albero del giardino terrestre.

Mele. In origine sull’albero c’erano delle mele a simobioleggiare il frutto proibito del giardino di Eden. Cioè rimandavano al peccato e l’albero diviene allora simobolo dell’albero del bene e del male (ma anche della vita stessa perché i due alberi quasi si identificano).

Biscotti. Sull’albero in orgine c’erano apppesi oltre alle mele, dei biscotti rotondi, per rappresentare il pane della Santa Cena, il corpo di Cristo contrapposto al peccato che porta salvezza, vita eterna.

Luci. La luce rappresenta Gesù Cristo, che splende nelle tenebre, per portare salvezza.

Regali. L’albero è dunque simbolo di salvezza in Gesù Cristo. Salvezza che il Cristo ci dona, ecco perché ci sono i regali sotto l’albero. Infatti un tempo si diceva ai bambini quali regali chiedere a Gesù bambino?

Stella. Ovviamente la stella rimanda alla stella vista in Oriente dai magi.

6 dicembre San Nicolao

Una menzione a parte riguarda San Nicolao, perché poi la sua storia si intreccia infine con uno dei simobli attuali del Natale.

Nicolas (~261-343) fu vescovo di Myra (attualmente in Turchia) dove morì il 6 dicembre 343. Numerose leggende parlano di lui, specie di doni (spesso notturni e anonimi) date a famiglie povere con bambini. Per questo divenne
un santo famoso in tutta la cristianità antica.

Nel 1087 per salvare le sue reliquie dai turchi (che in quell’anno stavano completando la conquista di tutta l’Anatolia), le sue ossa furono traslate e portate a Bari e non più restituite (i veneziani qualche anno dopo portarono altri frammenti). Oggi da allora è noto anche come San Nicola di Bari.

Il santo divenne famoso in tutta Europa fin nei paesi del nord, con nomi leggermente diversi come come Sankt Niklaus, Sinterklaas, Santa Claus. Dagli olandesi venne portata la sua tradizione fino in New Amsterdam oggi New York.

Il vestito era spesso verde, come nel Canto di Natale di Dickens, ma si affermò anche in rosso. L’illustratore Haddon Sundblom (di origini scandinave) riprese l’immagine che circolava di un vecchio paffuto che si muoveva con una slitta con le renne volante per portare regali e ne fece l’immagine sponsor per la Coca-cola rivestendolo con i colori sociali. Questa operazione di marketing aveva lo scopo di aggirare il divieto di pubblicità della bevanda verso i bambini istituito dalla FDA (Food and Drug Administration, l’ente americano per la protezione della salute pubblica). Le bottiglie della bevanda allora apparivano ben visibili sulla slitta di quel “nonno” simpatico che portava doni ai bambini: Babbo Natale.

La tradizione del 6 dicembre come giorno per regali ai bambini viene proprio dalla tradizione di San Nicola, ma in ambito tedesco fu Martin Lutero nel 1535 che insistette per spostare regalare doni a Natale, in analogia al dono di salvezza di Gesù Cristo, e non come ricompensa per essere stati bravi.