Credo antichi
Filippesi 2:5c-11
Cristo Gesù pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Credo apostolico (150)
Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, suo Figlio unigenito, Signore nostro,
il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese nel soggiorno dei morti, il terzo giorno risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la resurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen
Credo di Nicea (325)
Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili.
E in un solo Signore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato dal Padre, unigenito, cioè dall’essenza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, consustanziale con il Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create, sia quelle nel cielo sia quelle sulla terra; per noi gli uomini e per la nostra salvezza discese e si è incarnato; morì ed è risuscitato il terzo giorno ed è salito nei cieli; e verrà per giudicare i vivi e i morti.
E nello Spirito Santo.
A riguardo di quelli che dicono che c’era un tempo quando Egli non c’era, e prima di essere generato non c’era, e che affermano che è stato fatto dal nulla o da un’altra sostanza o essenza, o che il Figlio di Dio è una creatura, o alterabile o mutevole, la santa cattolica e apostolica Chiesa li anatematizza.
Credo di Nicea-Costantinopoli (381)
Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le visibili e di quelle invisibili.
E in un solo Signore Gesù Cristo, figlio unigenito di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli, luce da luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato, della stessa sostanza del Padre, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, prese carne dallo Spirito Santo e da Maria vergine, e divenne uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, salì al cielo, si sedette alla destra del Padre; verrà nuovamente nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.
Crediamo anche nello Spirito Santo, che è signore e dà vita, che procede dal Padre [e dal Figlio]; che col Padre e col Figlio deve essere adorato e glorificato, ed ha parlato per mezzo dei profeti. Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Crediamo un solo battesimo per la remissione dei peccati, e aspettiamo la risurrezione dei morti, e la vita nel secolo futuro. Amen
Simbolo di Atanasio (400)
Chiunque voglia salvarsi deve anzitutto possedere la fede cattolica. Colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in eterno.
La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell’unità. Senza confondere le persone e senza separare la sostanza. Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio ed altra quella dello Spirito Santo. Ma Padre, Figlio e Spirito Santo hanno una sola divinità, uguale gloria, co-eterna maestà. Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo. Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo. Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo. Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo E tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno. Come pure non vi sono tre increati né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso. Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo. Tuttavia, non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio. E tuttavia non vi sono tre Dei, ma un solo Dio. Signore è il Padre, Signore è il Figlio, Signore è lo Spirito Santo. E tuttavia non vi sono tre Signori, ma un solo Signore. Poiché come la verità cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente Dio e Signore, così pure la religione cattolica ci proibisce di parlare di tre Dei o Signori. Il Padre non è stato fatto da alcuno: né creato, né generato. Il Figlio è dal solo Padre: non fatto, né creato, ma generato. Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi procedente. Vi è dunque un solo Padre, non tre Padri; un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi. E in questa Trinità non v’è nulla che sia prima o poi, nulla di maggiore o di minore: ma tutte e tre le persone sono l’una all’altra coeterne e coeguali. Cosicché in tutto, come già è stato detto, va venerata l’unità nella Trinità e la Trinità nell’unità. Chi dunque vuole salvarsi, pensi in tal modo della Trinità.
Ma per l’eterna salvezza è necessario credere fedelmente anche all’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo. La retta fede vuole, infatti, che crediamo e confessiamo che il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, è Dio e uomo. È Dio, perché generato dalla sostanza del Padre fin dall’eternità; è uomo, perché nato nel tempo dalla sostanza della madre. Perfetto Dio, perfetto uomo: sussistente dall’anima razionale e dalla carne umana. Uguale al Padre nella divinità, inferiore al Padre nell’umanità. E tuttavia, benché sia Dio e uomo, non è duplice ma è un solo Cristo.
Uno solo, non per conversione della divinità in carne, ma per assunzione dell’umanità in Dio. Totalmente uno, non per confusione di sostanze, ma per l’unità della persona. Come infatti anima razionale e carne sono un solo uomo, così Dio e uomo sono un solo Cristo. Che patì per la nostra salvezza, discese agli inferi, il terzo giorno è risuscitato dai morti. E salito al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti. Alla sua venuta tutti gli uomini dovranno risorgere nei loro corpi e dovranno rendere conto delle proprie azioni.
Coloro che avranno fatto il bene andranno alla vita eterna: coloro, invece, che avranno fatto il male, nel fuoco eterno.
Questa è la fede cattolica, e non potrà essere salvo se non colui che l’abbraccerà fedelmente e fermamente.
Formula di Calcedonia (451)
Perciò, seguendo i santi Padri, noi tutti di unico accordo insegniamo agli uomini di conoscere uno e lo stesso Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, completo nella Divinità e nell’umanità allo stesso tempo, autenticamente Dio ed autenticamente uomo, essendo completo di un’anima razionale e di un corpo; di una sostanza con il Padre per quanto riguarda la sua divinità e allo steso tempo di una sostanza con noi per quanto concerne la sua umanità; come noi in tutti gli aspetti eccetto che nel peccato; quanto alla sua divinità generato dal Padre prima dei tempi, ma per la sua umanità generato per noi uomini e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la portatrice di Dio; uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto in due nature, senza confusione, senza cambiamento, senza divisione, senza separazione; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall’unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona e una subsistenza (ipostasi), non divise o separate in due persone, ma uno solo e lo stesso Figlio e unigenito Dio la Parola, Signore Gesù Cristo; come anche i profeti dagli antichi tempi hanno parlato di lui e il nostro Signore Gesù Cristo stesso ha insegnato di se stesso e il Credo dei Padri ci ha lasciato in eredità.
Confessioni di fede della Riforma
Dalla Confessione Augustana (1530)
Articolo 1 Dio Le chiese presso di noi insegnano, in completo accordo, che il decreto del Concilio di Nicea sull‘unità dell‘essenza divina e sulle tre Persone è vero e deve essere creduto senza alcuna esitazione; cioè che vi è un’unica Essenza divina la quale è chiamata ed è Dio, eterno, incorporeo, indivisibile, d‘immensa potenza, sapienza, bontà, creatore e conservatore di tutte le cose visibili ed invisibili; e tuttavia che sono tre le Persone, della medesima essenza e potenza, e coeterne: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E si usa il termine «Persona» nel significato in cui lo usarono, a questo proposito, i Padri della Chiesa, per indicare cioè non una parte, o una qualità inerente ad un altro essere, ma quel che esiste di per sé.
Condannano pure tutte le eresie sorte contro questo articolo, come quella dei Manichei che credevano in due principi, quello del bene e quello del male, e così pure i Valentiniani, gli Ariani, gli Eunomiani, i Maomettani, e tutti i loro simili. Condannano pure i Samosateni, antichi e moderni, i quali sostengono che vi è solo un‘unica persona e usano astuti ed empi sofismi a proposito della Parola e dello Spirito Santo, poiché affermano che non sono persone distinte, ma che «Parola» significa parola vocale umana, e «Spirito» il movimento creato nelle cose.
Art. 8 Che cos’è la Chiesa? Benché la Chiesa, propriamente parlando, sia l’assemblea dei santi e dei veri credenti, tuttavia, poiché nella vita presente vi sono frammisti molti ipocriti e malvagi, è consentito valersi dei sacramenti amministrati da malvagi, in conformità alla parola di Cristo: “gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè (Mat 23:2)”. Infatti, i sacramenti e la parola, in virtù della disposizione e dell’ordine di Cristo, sono efficaci anche se sono amministrati da malvagi.
Condannano i Donatisti e i loro simili, i quali sostenevano che non era lecito servirsi del ministero dei malvagi nella Chiesa e ritenevano che il ministero dei malvagi fosse inutile e inefficace.
Inizio breve formula di una Confessione di Fede di Calvino (1560)
Io confesso che vi è un solo Dio, in Cui noi dobbiamo trovar riposo, adorandolo e servendolo, e ponendo tutta la nostra speranza in Lui soltanto. E sebbene Egli è di una sola essenza, è tuttavia distinto in tre persone.
Quindi, io detesto tutte le eresie condannate dal primo Concilio di Nicea, e similmente quelle di Efeso e Calcedonia, insieme a tutti gli errori ravvivati da Serveto e i suoi seguaci. Perché io acquiesco nella semplice veduta che nell’una essenza di Dio è il Padre, Che dall’eternità ha generato la Sua propria Parola, ed ha sempre avuto in Sé Stesso il Suo proprio Spirito, e che ognuna di queste persone ha le Sue peculiari proprietà, tuttavia in modo che la Deità rimane sempre intera.
Dalla Seconda Confessione Elvetica (1566)
Dall’articolo 2: Interpretazione delle sacre Scritture e dei padri, concili e tradizioni
L’apostolo s. Pietro dice che le sacre Scritture non sono oggetto di privata interpretazione (2Pi 1:20). Noi non approviamo perciò indifferentemente qualsiasi interpretazione che se ne potrebbe fare e, di conseguenza, non riconosciamo come vera e sincera interpretazione delle Scritture il cosiddetto senso della chiesa romana, quello cioè che i difensori della chiesa romana si sforzano di fare semplicemente accettare per buono ad ognuno.
La vera interpretazione della Scrittura
Ma riconosciamo come genuina ed ortodossa interpretazione delle Scritture solo quella che, essendo presa dalle stesse Scritture (cioè secondo la proprietà della lingua nella quale sono scritte e considerate e valutate secondo le circostanze e esposte mediante la comparazione di passi simili o diversi e anche di molti o più chiari), concorda con la regola della fede e della carità e tende soprattutto a promuovere la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.
Le spiegazioni dei Padri
Cosi non disprezziamo neppure le interpretazioni dei santi padri, sia greci che latini, e non rifiutiamo le loro discussioni e trattazioni delle cose sacre conformi alle Scritture e tuttavia prendiamo modestamente le distanze da quei santi padri, quando troviamo che essi sostengono qualcosa che è lontano dalle Scritture o ad esse contrario. E facendolo, non pensiamo di fare loro alcun torto, visto che sono tutti d’accordo a vietare di porre i loro scritti sullo stesso piano di quelli canonici, ma comandano che li si metta alla prova per sapere se concordano o sono in disaccordo con quelli, esortandoci ad accogliere ciò che con essi concorda e a rifiutare tutto ciò che è con essi in disaccordo. Ora noi poniamo sullo stesso piano le definizioni o canoni dei concili.
Dall’articolo 10: Si deve sperare bene d’ognuno
E benché Dio conosca quelli che sono suoi e ricordi in alcuni passi il piccolo numero degli eletti, dobbiamo tuttavia ben sperare di tutti ed evitare di porre temerariamente qualcuno nel numero dei reprobi.
Confessioni di fede successive
Dalla Confessione di fede di Westminster (1646)
1:9 La regola infallibile di interpretazione della Scrittura è la Scrittura stessa e quindi, allorché sorga una questione circa il vero e pieno senso della Scrittura (che non è molteplice, ma uno), esso deve essere investigato e conosciuto esaminando altri luoghi della Scrittura che si esprimano più apertamente.
1:10 Il giudice supremo al quale dovranno essere sottoposte per esservi giudicate tutte le controversie religiose, ogni decreto di concili, opinione di antichi scrittori, dottrine umane e spiriti privati, e nelle cui sentenze dobbiamo trovare la nostra pace, non può essere altri che lo Spirito Santo che si esprime attraverso le Scritture.
Dichiarazione teologica di Barmen (1934)
1.
“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14,6). “In verità, in verità vi dico: chi non entra nella stalla delle pecore per la porta, ma da qualche altra parte, quello è un ladro e un assassino. Io sono la porta: chi entra attraverso di me, sarà salvo” (Giov. 10,1.9).
Gesù Cristo, cosi come ci viene attestato nella Sacra Scrittura, è l’unica parola di Dio. Ad essa dobbiamo prestare ascolto; in essa dobbiamo confidare e ad essa dobbiamo obbedire in vita ed in morte.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, a fianco e al di là di quest’unica parola, potrebbe e dovrebbe usare come base della propria predicazione anche altri eventi e forze, figure e verità, riconoscendo loro il carattere di rivelazione di Dio.
2.
“Gesù Cristo ci è stato fatto da Dio sapienza e giustizia e santificazione e redenzione” (I Cor. 1,30).
Come Gesù Cristo rappresenta la grazia senza condizioni del perdono di tutti i nostri peccati, così, con uguale serietà, egli è l’espressione della forte pretesa che Dio fa valere nei confronti di tutta la nostra vita. Per mezzo suo ci accade di sperimentare una felice liberazione dagli empi legami di questo mondo per un libero, riconoscente servizio alle sue creature.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui ci sarebbero settori della nostra esistenza nei quali non apparterremmo a Gesù Cristo, ma ad altri signori; settori, in cui non ci sarebbero necessarie la sua giustificazione e la sua santificazione.
3.
“Siate al servizio della verità nell’amore e in tal modo crescete sotto ogni aspetto verso quello che è il capo, Cristo, a partire dal quale tutto il corpo è collegato insieme” (Efes. 4,15-16).
La chiesa cristiana è la comunità di fratelli, in cui Gesù Cristo nella parola e nel sacramento mediante lo Spirito Santo agisce in modo presente come il Signore. Essa ha da testimoniare con la sua fede come con la sua obbedienza, con il suo messaggio come con il suo ordinamento, in mezzo al mondo del peccato come chiesa dei peccatori perdonati, che essa è soltanto sua proprietà e che vive e desidera vivere soltanto della sua consolazione e della sua direttiva, nell’attesa della sua manifestazione.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa potrebbe lasciar determinare la forma proprio messaggio e del proprio ordinamento da proprie preferenze o dal variare delle convinzioni ideologiche e politiche di volta in volta dominanti.
4.
“Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra voi; anzi, chiunque vorrà esser grande fra voi, sarà il vostro servitore” (Matteo 20,25-26).
I diversi ministeri nella chiesa non legittimano alcuna supremazia degli uni sugli altri, bensì sono alla base dell’esercizio del servizio affidato e comandato a tutta la comunità.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa potrebbe darsi o permettere che le vengano dati dei capi di tipo particolare muniti di autorizzazione all’esercizio di un potere che esula dal servizio stesso della chiesa.
5.
“Temete Iddio, rendete onore al re” (I Pietro 1,17).
La Scrittura ci dice che lo stato, per divina disposizione, nel mondo non ancora redento, nel quale anche la chiesa si trova, ha il compito –per quanto rientra nelle prospettive e nelle possibilità umane e senza escludere la minaccia e l’uso della forza– di provvedere al diritto e alla pace. La chiesa, con gratitudine e timore verso Dio, riconosce il beneficio di questa disposizione divina. Essa fa appello al regno di Dio, al suo comandamento e alla sua giustizia e perciò ricorda ai governanti e ai governati le loro responsabilità. Essa si affida e obbedisce alla potenza della parola mediante la quale Dio regge ogni cosa.
Respingiamo la falsa dottrina secondo cui lo stato, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e potrebbe diventare il solo e totale ordinamento della vita umana tanto da assolvere anche funzione cui è destinata la chiesa.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e potrebbe attribuirsi caratteri, compiti dignità propri dello stato, tanto da diventarne essa stessa uno degli organi.
6.
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28,20). “La parola di Dio non è incatenata” (II Tim. 2,9).
Il compito della chiesa, fondamento della sua libertà, consiste nel rivolgere a tutto il popolo, in luogo di Cristo e dunque a servizio della sua parola e della sua opera, per mezzo della predicazione e dei sacramenti, la notizia della libera grazia Dio.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, agendo con umana arroganza, potrebbe porre la parola e l’opera del Signore al servizio di qualche desiderio, obbiettivo o piano, corrispondente alle sue autonome scelte.
Dalla Concordia di Leuenberg (1973)
Articolo 19. (Validità del convito). Non possiamo separare la comunione con Gesù Cristo nel suo corpo e nel suo sangue dall’atto di mangiare e bere. Un interesse circa il modo in cui Cristo è presente nella santa cena, che prescinda da questo atto, corre il rischio di offuscare il senso della Cena.
Articolo 24. (Elezione). Nell’Evangelo viene promessa l’accettazione incondizionata del peccatore da parte di Dio. Si pone la sua fiducia in questa promessa può essere certo della salvezza e lodare l’elezione di Dio. Dell’elezione si può perciò parlare soltanto nella prospettiva della chiamata alla salvezza in Cristo.
Articolo 25 (Salvezza). Certo, la fede fa l’esperienza che il messaggio di salvezza non è ricevuto da tutti; essa però rispetta il ministero della azione di Dio. Essa rende allo stesso tempo testimonianza alla serietà della decisione umana e alla realtà della volontà di salvezza universale da parte di Dio. La testimonianza resa a Cristo dalle Scritture ci vieta di accettare l’idea di un decreto eterno di Dio per la definitiva reiezione di determinate persone o di un popolo.
Dalla Confessione di Belhar (1982)
Dall’articolo 2. Crediamo in una, santa, universale chiesa cristiana, la comunione dei santi chiamata dall’intera famiglia umana.
Noi crediamo che l’opera di riconciliazione di Cristo si manifesti nella Chiesa come comunità di credenti che sono stati riconciliati con Dio e gli uni con gli altri; che l’unità è, quindi, sia un dono sia un obbligo per la Chiesa di Gesù Cristo; che attraverso l’opera dello Spirito di Dio è una forza vincolante e allo stesso tempo una realtà, che deve essere perseguita e cercata seriamente: che il popolo di Dio deve continuamente costruire per raggiungere; che questa unità deve diventare visibile in modo che il mondo possa credere che separazione, inimicizia e odio tra persone e gruppi sia peccato che Cristo ha già vinto e di conseguenza; che qualsiasi cosa che minaccia questa unità non può avere alcun posto nella Chiesa e deve essere contrastata; che questa unità del popolo di Dio deve manifestarsi ed essere attiva in una varietà di modi: in quanto ci amiamo gli uni gli altri; (…)
Pertanto, respingiamo qualsiasi dottrina che assolutizza la diversità naturale o la separazione peccaminosa delle persone in modo tale che questa assolutizzazione impedisca o spezzi l’unità visibile e attiva della chiesa, o addirittura porti all’instaurarsi di formazioni ecclesiastiche separate (…)
“Credo” moderni
Dichiarazione di fede Chiesa Unita del Canada (1980)
Noi non siamo soli. Viviamo nel mondo di Dio.
Crediamo in Dio che ha creato e ancora crea, che è venuto in Gesù Cristo, la Parola fatta carne, per riconciliare e fare ogni cosa nuova e che opera in noi e negli altri mediante il Suo Spirito.
Poniamo la nostra fiducia in Dio. Siamo chiamati ad essere chiesa, a celebrare la presenza di Dio, ad amare e servire il nostro prossimo, a cercare la giustizia, a resistere al male e ad annunciare il Suo regno. Nella vita e nella morte, dopo la vita e dopo la morte Dio è con noi.
Noi non siamo più soli. Grazie siano rese a Dio.
Credo di Kappel (2009)
Confido in Dio che è amore, Creatore del cielo e della terra.
Credo in Gesù Cristo, Parola di Dio fatta uomo, Messia degli afflitti e degli oppressi, che ha proclamato il Regno di Dio e per questo è stato crocifisso, abbandonato, come noi, alla distruzione, ma risuscitato il terzo giorno, affinché continuasse ad agire per la nostra liberazione, fino a quando Dio sarà tutto in tutti.
Confido nello Spirito santo che vive in noi, ci invita al perdono reciproco, fa di noi compagni di lotta del Risorto,
delle sorelle e dei fratelli di coloro che hanno sete di giustizia.
Credo nella comunione della chiesa universale, nella pace sulla terra, nella salvezza dei morti, e nel compimento della vita, al di là della nostra conoscenza. Amen