La Trinità come interpretazione biblica
Il tema della Trinità è un tema molto complesso sia in sé sia per le riflessioni che sono state fatte nel corso dei secoli, che hanno portato anche a divisioni nette e perfino persecuzioni. La riflessione sulla dottrina trinitaria è partita dalle domande sul come considerare la natura divina di Gesù in rapporto all’unicità di Dio. E in questo senso questa riflessione parte già nel Nuovo Testamento, ad esempio nell’evangelo di Giovanni (ma anche nella lettera agli Ebrei, in quella in Romani 9…).
È però subito da chiarire che la Trinità in quanto termine e come dottrina esplicita non è presente nella Scrittura e nemmeno vi è una discussione sul tema. Però “si può sostenere che la dottrina della Trinità è una interpretazione propriamente appropriata della testimonianza biblica”.
È troppo specialistico affrontare la tematica dei dogmi trinitari, del Credo quindi, ma mi sembra importante sottolineare l’approccio biblico e l’importanza della Trinità per la spiritualità cristiana.
La dottrina trinitaria si basa su tre punti.
- C’è un solo Dio
Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE.
Deuteronomio 6:4
- Il Padre, il Figlio e lo Spirito santo sono ognuno pienamente e eternamente Dio
Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
Giovanni 1:1
Ma anche:
Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.
Giovanni14:25-26
Ebrei 1:8-10 parlando del Figlio dice:
«Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo, … Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani.
- Il Padre, il Figlio e lo Spirito sono ognuno una persona distinta.
II Corinzi 13:13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
(Una meditazione su questo versetto)
Ovviamente ci sono tanti altri brani che si possono considerare ad esempio in Atti 2, nel discorso di Pietro alla Pentecoste, dove egli dice di fatto che il Cristo adempie la profezia Gioele con l’invio dello Spirito, che in Gioele è opera di Dio stesso.
La formazione della dottrina della Trinità avviene anche perché viene fatta l’esperienza dai primi cristiani della potenza dello Spirito santo.
Solo dopo lunghe discussioni, in una formulazione mediata dalla cultura ellenista, si è arrivato ad intendere la Trinità come un’unica sostanza divina con tre persone. Anche se il termine persona può sembrare riduttivo, si consideri dal punto di vista di relazione personale: ci si può rivolgere e conoscere Dio personalmente.
L’importanza della Trinità per la spiritualità cristiana
Indubbiamente essendo così basilare la comprensione trinitaria entra anche all’interno della spiritualità, non tanto come impostazione teologica, ma come base quasi naturale nel culto, nella preghiera, e nell’azione cristiana.
Nel culto ovviamente l’invocazione trinitaria e un’attenzione non solo a Gesù Cristo, ma a Gesù come Figlio e al Creatore e allo Spirito è sempre presente. Anche se la parte dello Spirito risulta generalmente meno accentuata nelle chiese non pentecostali.
Nella preghiera spesso si ha una comprensione trinitaria. Innanzitutto ci si rivolge o ci si può rivolgere ad una delle tre persone, a seconda dello stato d’animo e del motivo della preghiera. Sapendo però che insieme preghiamo anche le altre persone.
Poi c’è l’affermazione “Adorare Dio per Cristo nello Spirito”. Vale a dire che la preghiera stessa del credente è intesa non come un’attività puramente umana, ma è con il concorso dello Spirito.
Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui. Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione. Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne; perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
Romani 8:9-17
Quindi non solo una preghiera che riconosca la complessità insindacabile di Dio, ma anche una preghiera in cui lo stesso Dio intervenga per pregare. Nella preghiera quindi non si è soli, come alcuni dicono, ma si è già insieme a Dio.
Inoltre la visione trinitaria non permette una riduzione razionale di Dio.
Nel Deismo (in cui in sostanza si ha una riduzione al Creatore, staccato poi dall’aspetto veterotestamentario) e in altre forme di semplificazione del divino si ha un impoverimento. Nel caso ad esempio del Grande Orologiaio la spiritualità è portata verso un certo fatalismo e impersonalità.
Invece la persona divina è persona e pienamente divina, la conoscenza personale di Dio è fondamentale per i cristiani, specie per gli evangelici.
Addirittura abbiamo chi può simpatizzare con noi nei nostri errori.
Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
Ebrei 4:14-16
Questo porta all’adorazione! (Non solo gloria per i cieli, ma ringraziamento per la salvezza, ed anche stupore per l’intervento incessante nella storia e nella natura oltre che nella vita personale).
Molti autori cristiani fanno della Trinità un concetto di amore perfetto fra le tre persone, concetto che è di esempio e di guida per l’amore fraterno:
Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.
Giovanni 15:9-11
E poi successivamente c’è l’annuncio dell’invio del Consolatore, dello Spirito.
Per alcuni è questa addirittura la base dell’azione sociale del cristiano. Comunque è chiaro dal tutto il testo di Giovanni ai capitoli da 15 a 17, che l’amore per il prossimo, l’amore fraterno è caratteristica di Dio, e in una visione trinitaria, è caratteristica della relazione fra le tre persone divine. E quindi l’amore come caratteristica di Dio ne è una caratteristica intrinseca.
L’immensità di questa visione fa dunque dell’amore per il prossimo una caratteristica divina a cui possano tendere anche gli esseri umani, aiutati dallo Spirito stesso.