Jan Hus (1373-1415) (nella foto iniziale il suo rogo), professore dell’Università di Praga, prete e predicatore accoglie parti delle tesi di Wyclif. Grande predicatore si rivolgerà direttamente al popolo. Sarà contro
la violenza per motivi religiosi. Viene ucciso nonostante il salvacondotto dell’Imperatore Sigismondo dal Concilio di Costanza.

Inizi

Nato da una famiglia di contadini di Hussinec, da cui il cognome, fece carriera negli studi. Nel 1400 è consacrato prete con un incarico di predicatore e l’anno dopo diviene decano della Facoltà di arti dell’Università di Praga.

Nel 1402 Jan Hus diviene predicatore nella cappella di Betlemme a Praga, costruita dai seguaci di Jan Milìč (che insegnava a ricercare la causa dei mali presenti non all’esterno, ma all’interno della cristianità) e Mattia da Janov (che ne dà un fondamento biblico solido), dai quali Hus trae ispirazione. Si noti che i boemi da subito utilizzavano il volgare per predicare il messaggio cristiano per tutti. Si ha traccia di idee sempre più ardite di Hus in questo periodo da riassunti fatti da alcuni fedeli ai suoi culti. Hus opporrà sempre ai dettati e alle decretali di vescovi e teologi il primato della Sacra Scrittura.

Hus si schiera con coloro che vogliono un controllo da parte dei cechi all’Università di Praga a scapito degli stranieri, che lo avevano fino a quel momento. La decisione in tal senso provoca la partenza di studenti e docenti di lingua tedesca. Nell’università di Praga (detta Carolina da Carlo IV) c’era anche un differente orientamento scolastico (nel senso della scolastica): i cechi erano realisti, mentre i tedeschi erano nominalisti (in certo senso più inclini a delegare all’autorità della chiesa le questioni teologiche).

L’incontro con gli scritti di John Wyclif (fin dal 1398 arrivati in Boemia e poi portati direttamente da Oxford anche da Girolamo da Praga) trovarono accoglienza in Hus. Essi criticavano la cosiddetta *Donazione di Costantino* (cioè il documento che poi sarà dimostrato falso con cui Costantino donava al Papa il controllo dell’Italia centrale), e cercavano un rinnovamento biblico della chiesa in opposizione alla ricchezza di quella contemporanea, al suo autoritarismo ed anche al sacramentalismo sconfinante nel magico. Hus vi divergeva perché confidava nel popolo animato dalla Parola di Dio, più che nel potere statale, per portare avanti una riforma.

Cresce l’opposizione

Nel 1408, il cardinale Baldassarre Cossa, futuro papa, arresta e maltratta due amici universitari di Hus: Pàleč e Stanislao, che scossi ed impauriti passarono dalla parte papale, abbandonando la parte di Hus, anzi Pàleč ne diverrà accusatore.

Comincia quindi nel 1409 un processo di eresia contro Jan Hus, che difende l’ortodossia degli scritti di Wyclif, e appoggiato da Girolamo da Praga riceve frattanto la nomina a rettore dell’Università di Praga. Solo alla fine del periodo di rettorato però il vescovo di Praga rende nota la decisione papale di proibire la predicazione di Hus. Hus fa ricorso al Papa e l’arcivescovo lo bandisce. Ma il re per il momento lo protegge.

Nel 1410 dal Concilio di Pisa, Baldassarre Cossa viene eletto Papa, fra altri che si proclamavano tali, per tentare proprio di porre fine allo scisma. Egli assunse il nome di Giovanni XXIII *(solo nel 1947 fu dichiarato antipapa e quindi non riconosciuto come Papa, anche se all’epoca il diritto canonico riconosceva l’autorità di un tale Concilio e la canonicità delle decisioni prese)*.

Si può ricordare che era stato creato come cardinale prima di essere ordinato prete e vescovo, cosa che sarà fatta solo dopo essere stato eletto come Papa. Era un capitano di ventura rinascimentale, ed anche stupratore ed
“incontinente” (come fu dichiarato dal Concilio di Costanza che poi lo depose). Se vogliamo proprio un esempio lampante di quello che combatteva Hus.

Comunque in quel frangente quasi tutti si schierano per Giovanni XXIII come Papa e dunque egli crede che in un prossimo concilio tutti saranno dalla sua, e porta guerra al re Ladislao di Napoli che sostiene uno degli altri Papi.

Jan Hus allora predica contro la guerra santa del Papa contro Ladislao di Napoli, dichiarando che “*la cosiddetta *guerra santa*, nel cui segno degli esseri umani sono spogliati e uccisi, non poteva trarre origine dall’amore e non poteva perciò corrispondere al messaggio evangelico*”. (Fra l’altro Hus era anche contro la messa a morte degli eretici).

Predica inoltre anche contro le indulgenze. Infatti nel 1411 è iniziata la vendita di indulgenze per raccogliere denaro. E Hus fa campagna contro perseguendo il ravvedimento e la riforma della Chiesa e non la simonia. Anch’egli dunque riflette sulla chiesa in relazione alle sempre maggiori pretese papali che ci sono state da Gregorio VII in poi, al fiscalismo sempre più corrotto e agli scismi che opponevano papi ed antipapi.

Scomunica

Nel 1412 Jan Hus viene scomunicato (con la scomunica maggiore, nessuno gli può dare da mangiare o dargli alloggio o proteggerlo). Decidono di distruggere anche la cappella di Betlemme.

Jan Hus scrive allora un appello diretto a Gesù Cristo (che viene deciso in comunione con i fedeli) come istanza ultima e capo della Chiesa. Cita per questo i precedenti di Giovanni Crisostomo e di altri, ma in particolare di Gesù Cristo stesso che viene condannato proprio dall’autorità sacerdotale e religiosa del suo tempo.

Giovanni da Jesenice, avvocato di Hus a Roma, che poi verrà ucciso anch’esso, tenta di non far apparire questo appello come una aperta ribellione verso tutti i tribunali ecclesiastici esistenti.

L’appello a Gesù Cristo diviene una specie di manifesto per i laici e Hus dopo la scomunica andrà in giro per la Boemia per quasi due anni a predicare. Peregrinava per la campagna, ritornava solo per brevi periodi a Parga, e scriveva. Scrisse fra l’altro, come già aveva fatto Wyclif nel 1378, un *De ecclesia* e una specie di catechismo: *La grande spiegazione della Confessione di fede apostolica, dei Dieci comandamenti e del Padre nostro*.

Concilio di Costanza

Nel 1414 decide di andare al Concilio di Costanza dove dovrebbe difendere le sue tesi, per evitare una crociata contro il suo paese. Ci va con un salvacondotto imperiale, sapendo però in realtà di rischiare la vita.

Il Concilio di Costanza (1414-1418) viene convocato da Giovanni XXIII che fugge appena vede di non averne il controllo, dopo il decreto la “Sacrosanta” con cui il Concilio fa derivare la sua autorità da Cristo stesso e quindi si dichiara superiore a chiunque, obbliga i tre papi a dimettersi, fra cui anche il Cossa che comunque il Concilio riconosceva Papa a tutti gli effetti (“quondam papa”). Il Cossa aderirà alla richiesta e dopo un processo sarà fatto cardinale del Tuscolo.

Infine nel 1417 sarà eletto come Papa Martino V che riaffermerà, in barba al Concilio, la supremazia papale rispetto a quella del Concilio stesso.

Prima però Jan Hus viene, dopo poco il suo arrivo, portato con un tranello in prigione dove si ammalerà per la dura detenzione in segregazione. Non gli fu concesso di avere la Bibbia, ma scrisse alcuni piccoli trattati. Mentre è in prigione i suoi discepoli a Praga decidono di dare il calice a tutti nella Cena del Signore. Un’affermazione che l’autorità suprema non spetta alla chiesa istituzionale e che annullava la differenza fra clero e laici.

Il Concilio ucciderà con il rogo Jan Hus, nonostante la parola dell’Imperatore e costituirà un pericoloso precedente, e poi anche Girolamo da Praga, che vi era andato con la missione impossibile di salvare Hus.

Negli interrogatori prima del rogo, Hus aveva fatto notare come proprio il Concilio che lo sta giudicando si reggeva senza Papa, visto che Giovanni XXIII era fuggito e deposto, mentre ancora non se n’era eletto un altro. Ma certo le sue tesi sul fatto che un re o un Papa, che si trovassero in peccato mortale, non erano più re o Papi, sono troppo rivoluzionarie. Anche se egli procede proprio dal modo di pensare del Medioevo.

Hus nel processo e nel rogo seguirà l’esempio di Gesù che viene accusato ingiustamente dalle autorità ecclesiastiche del tempo, come anche deriso e ucciso. Egli con umiltà imita Cristo, ma sempre dichiarandosene indegno.

Dopo il rogo

È un momento importante per la storia europea. “*Siamo entrati in un nuovo tempo. Allora vennero aperti gli occhi al mondo che era ancora cieco*” scrive Calvino.
La rivolta, detta hussita, che si sviluppò dopo il suo martirio e che ebbe caratteristiche più estreme rispetto a quelle di Hus stesso, nonostante varie crociate speditegli contro, portò alla realizzazione in Boemia di uno stato bi-confessionale sotto un unico sovrano.

La rapida sconfitta della dottrina conciliare (neanche 20 anni, 40 se si conta anche con il Concilio di Basilea) si può spiegare con la garanzia che il papato dava alle
monarchie regnanti di essere meno sovversivo, nel senso che il papato si
presentava ormai come uno stato fra stati e non come una organizzazione extra
statale, che poteva in caso essere anche contro i regnanti. Lo stato pontificio
come principato moderno portò alla vittoria dello stato della chiesa sulla
Chiesa stessa.

In Hus è fondamentale la nozione di verità, utilizzando il linguaggio dei realisti
medioevali, alla verità si lega la vera autorità, il martirio, la giustizia. Nessuna autorità può degnamente sussistere se non è fedele alla verità.

Vedendo, in maniera originale, la chiesa come comunità invisibile dei predestinati, si schiera contro le pretese della chiesa visibile gerarchica e quindi contro le
diseguaglianze del mondo feudale, di cui quella chiesa era parte integrante.
Avrà grande influenza successiva sulla Riforma, Lutero ne studierà il pensiero e se ne riterrà in parte erede, ma anche Agricola che ne scrive anche una tragedia e Bucero e altri anche anabattisti.

Nel 2005 la televisione ceca fece un sondaggio da cui risultò Jan Hus nella top-ten delle personalità più influenti della Cechia.

Sulle celebrazioni del 600° anniversario della morte si veda: [articolo Voce evangelica](http://www.voce-evangelica.ch/focus/focus.cfm?id=24227){:target=”_blank”}

La figura del vescovo

Durante tutto il Medioevo la figura del vescovo e del Papa assunse sempre maggiore importanza e fu oggetto di discussione. Però la nascita dei vescovi (sovrintendenti) nelle chiese cristiane fu precoce, ma con funzioni non paragonabili a quelle di epoche successive.

Atti 20:28 Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue.

Filippesi 1:1-2 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, con i vescovi e con i diaconi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

La questione del primato di Pietro è trattata ad esempio da Jan Hus approfonditamente in riferimento alle pretese dei cardinali e papi romani. Il testo che egli discute è:

Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.
E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno del morti non la potranno vincere.
Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». Matteo 16:16-19

Il legare e lo sciogliere anche nello stesso evangelo di Matteo è anche per tutti i discepoli.

Matteo 18:17-18 Se rifiuta d’ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d’ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo.

Come anche in Giovanni:

Giovanni 20:22-23 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».

E in Marco:

Marco 16:14 -16 Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l’avevano visto risuscitato.
E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato.

Marco ha una reazione di Pietro molto più discutibile:

Marco 8:29-33 Egli domandò loro: «E voi, chi dite che io sia?» E Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
Ed egli ordinò loro di non parlare di lui a nessuno.
Poi cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse.
Diceva queste cose apertamente. Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo.
Ma Gesù si voltò e, guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro dicendo: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».

Anche in Luca la strada non è quella

Luca 9:20-25 Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Ed egli ordinò loro di non dirlo a nessuno, e aggiunse:
«Bisogna che il Figlio dell’uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso, e risusciti il terzo giorno».
Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.
Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà.
Infatti, che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso?

Il tema del pascere le pecore come un buon pastore, come lo era stato per Cristo non ha un valore poi di istituzione dell’ufficio pontificio.

Giovanni 21:15-19 Quand’ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore».
Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore.
In verità, in verità ti dico che quand’eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti».
Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E, dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».