Invitare all’ascolto

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Quando Gesù incontra e salva qualcuno, sembra sia casuale, invece Gesù non solo è Lui che cerca, ma anche manda molti per raggiungere tutti.

Dopo queste cose, il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove egli stesso stava per andare. E diceva loro: «La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via.

In qualunque casa entriate, dite prima: “Pace a questa casa!” Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi. Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa. In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, guarite i malati che ci saranno e dite loro: “Il regno di Dio si è avvicinato a voi”.

Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: “Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi”. Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile di quella di tale città.

Luca 10:1-12

(Versione audio)

mandati

Non solo dunque gli apostoli vengono mandati da Gesù a fare da annunciatori, ma anche questi settanta. Forse è un numero simbolico. Per alcuni serve ad indicare le settanta nazioni del mondo, che allora si diceva esistessero. Comunque sia, quelli vanno in effetti anche verso delle popolazioni pagane. Settanta sono un gran numero, eppure sono troppo pochi, perché quelli da raggiungere sono moltissimi. E Gesù vuole raggiungere tutti. Ed ecco che nasce questo detto della messe grande e di altri operai che servono. E questo pregare perché ci siano nuovi annunciatori è essenziale.

Ovviamente questo mandato riguarda ogni cristiano anche oggi. C’è una differenza per noi: quelli dei villaggi di allora non conoscevano affatto il Cristo, oggi invece siamo confrontati con chi ha sentito parlare del Cristo e del suo messaggio, ma in molti modi differenti, spesso contraddittori e a volte fuorvianti. Le chiese, inoltre, come istituzioni, parlano anche senza parlare, con le loro scelte, monumenti, politiche.

Allora c’è sempre e di nuovo da portare il messaggio di Gesù cercando di aggirare i pregiudizi, che molti hanno, e pure le falsità, che hanno spesso detto alcune chiese. E occorre anche un buon funzionamento delle chiese come istituzioni e comunità.

urgenza

C’è una grande fretta in questo testo. E questo spiega quel’ordine di non fermarsi nemmeno a salutare qualcuno per la via, come anche questo far base in una sola casa per villaggio per il tempo necessario a portare il messaggio.

In passato alcuni movimenti cristiani hanno preso da questo passo come delle istruzioni su come si debba evangelizzare: a due a due, senza borsellino…Ovviamente quelle che leggiamo sono istruzioni date per quell’epoca e soprattutto per quell’occasione. (Alle volte alcuni cristiani si fermano ai dettagli e non vanno all’essenziale, perché a volte le cose non essenziali hanno un certo successo perché divengono dei segni distintivi per definirsi in opposizione ad altri. E questo piace molto ai gruppi!)

Detto questo sulle condizioni che oggi sono differenti, resta comunque da considerare che una certa frugalità, un essere sullo stesso livello di chi ci riceve (mangiate quello che mangiano loro) è comunque importante, direi fondamentale. E c’è però anche fretta: non perché il tempo stia scadendo, come dicono alcuni movimenti religiosi, ma perché è urgente per chi non ha ancora ricevuto questo messaggio. Il messaggio di Gesù occorre infatti sia per gioire, sia per resistere. E cercando di portare il messaggio lo scopriremo nuovo anche noi e per noi. (Vale sempre per tutti: in questi passi noi siamo annunciatori perché a noi è stato annunciato e viene annunciato).

Chi non riceve

C’è anche però chi non riceve i messaggeri e quindi il messaggio. La conclusione terribile per chi rifiuta è un giudizio finale di condanna. Il giudizio è così duro per due motivi sia perché a loro è stata data la possibilità di conoscere il messaggio al vero di Gesù Cristo e lo hanno rifiutato. Sia, a mio avviso, perché i messaggeri vanno come pecore in mezzo ai lupi, cioè si presentano in pace e non vogliono né imporre nè costringere, neanche dal punto di vista psicologico.

Brani come questi sono ben presenti nel Nuovo Testamento, e ribadiscono l’urgenza di accettare il messaggio del Cristo e di schierarsi con il Signore cercando la giustizia e l’amore per il prossimo. Come cristiani però ci rivolge una domanda: abbiamo portato il messaggio del Cristo al vero verso gli altri? Oppure: chi lo rifiuta lo fa perché ne ha sentito una specie di caricatura o il messaggio è in parte stato depotenziato e forse anche tradito da parte nostra? Inoltre: questo scrollarsi la terra di dosso così nettamente di divisione ha senso nella nostra epoca in cui non siamo nell’urgenza e alla diretta dipendenza del Gesù terreno? Non vale spesso la pena provare e riprovare?

Messaggio 

Quale era il messaggio che dovevano portare i settanta? È quello stesso di Gesù: “il Regno si è avvicinato / è vicino”. Si è avvicinato in Gesù Cristo. Ed ancora così oggi, rivolgendoci al Cristo, grazie allo Spirito, noi siamo in presenza di Dio, anzi dell’amore di Dio.

Notate come appena entrino i settanta debbano dire “Pace a questa casa“. Solo in parte è una forma di cortesia, perché in oriente con la parola pace si saluta, perché poi si parla ancora di pace.

Dunque, il messaggio di pace è collegato strettamente a quello della vicinanza al Regno di Dio. La pace è con Dio, ma anche con gli altri in casa e nel mondo. (Quel dover essere in pace di Gesù smaschera ogni falsa teologia, che inneggi alla guerra).

Possiamo vedere un altro aspetto, perché è scritto che lì c’è o non c’è un figlio di pace. Colui che ama la pace riceve gli inviati del Signore e il loro messaggio. Non solo dono, ma anche predisposizione interiore. Pacifici, ci si mette in ascolto della buona notizia e si riceve la pace del Signore.

Notate non c’è una sottile teologia da accettare, non ci sono Credo da recitare, ma c’è da porsi all’ascolto del Signore, tramite i suoi inviati o oggi la sua Scrittura. Questo passo ci parla allora della grandiosità della grazia sovrabbondante di Dio, che ci viene a cercare e chiede solo di essere ascoltata nella nostra vita.

Al cospetto del Dio vivente, alla presenza grazie allo Spirito santo dei Gesù Cristo c’è pace. Vera pace, fonte di benessere e benedizioni per noi e gli altri. Rimaniamo sempre in ascolto del nostro Signore, dunque, che ci dà una guida per la vita, gioia per le nostre giornate, pace in ogni situazione e speranza per il domani. Amen


Auch jeder Christ ist heute gesandt. Damals aber kannten sie Christus überhaupt nicht, heute sind wir mit Menschen konfrontiert, die von Christus und seiner Botschaft gehört haben, aber auf viele verschiedene, oft widersprüchliche und manchmal irreführende Weise. Die Kirchen als Institutionen sprechen auch, ohne zu sprechen, mit ihren Entscheidungen, Denkmälern und ihrer Politik.

Auch heute ist eine gewisse Genügsamkeit erforderlich, und wir müssen uns auf die gleiche Stufe stellen wie diejenigen, die uns empfangen. Aber es ist auch Eile geboten: nicht, weil die Zeit drängt, sondern weil es für diejenigen, die diese Botschaft noch nicht erhalten haben, dringend notwendig ist, sich zu freuen und sie zu ertragen.

Was war die Botschaft, die die Siebzig bringen sollten? Es war der von Jesus selbst: “Das Reich Gottes ist nahe”. Sie ist in Jesus Christus nahe gekommen. Und auch heute noch, wenn wir uns Christus zuwenden, sind wir dank des Geistes in der Gegenwart Gottes, ja der Liebe Gottes.

Wenn die Siebzig eintreten, müssen sie sagen: “Friede sei mit diesem Haus”. Das ist nicht nur eine Sache der Höflichkeit. Die Botschaft des Friedens ist eng mit der Botschaft der Nähe zum Reich Gottes verbunden.

Es steht auch geschrieben, dass es dort einen Sohn des Friedens gibt oder nicht. Wer den Frieden liebt, empfängt die Gesandten des Herrn und ihre Botschaft. Man lebt in Frieden, und dann hört man die gute Nachricht und empfängt den Frieden des Herrn.


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