Per chiunque crede

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C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da lui e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio».

Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»

Giovanni 3:1-4

(Versione audio)

Nicodemo si presenta a Gesù e inizia con una premessa prima di porre delle domande (che poi non farà in quanto Gesù ribatte subito). Nella sua premessa Nicodemo dice che Gesù è un dottore, sottinteso della Legge, che è guidato da Dio, perché fa dei segni, cioè dei miracoli, delle guarigioni straordinarie. Questa premessa ci indica una fede basata sui miracoli, che non è considerata nei vangeli una fede completa e che mal si adatterà poi alla passione e morte sulla Croce di Gesù. Quando molti se ne andranno e gli stessi discepoli più stretti resteranno ammutoliti, come tramortiti.

Inoltre, quel “dottore” sembra preludere a qualche domanda teologica in senso generico, ma non direttamente collegata alla fede in Gesù Cristo, domande e risposte che non cambierebbe quindi la fede e la vita di Nicodemo.

Per questo motivo, Gesù che conosce il cuore degli esseri umani, lo previene con un’affermazione forte sul vedere il Regno di Dio, sulla salvezza quindi. E sfrutta un’ambiguità del linguaggio in cui si dice di “nascere di nuovo”, come nella nostra traduzione, ma che sarebbe anche nascere dall’alto, in riferimento al Signore, cioè non puoi avere salvezza se non è Dio a dartela. Le due traduzioni vanno bene entrambe, anzi vanno prese insieme il nascere di nuovo, il rinnovamento, è infatti un dono di Dio. (Nicodemo prende il significato di nascere di nuovo alla lettera, sbagliando, dando però la possibilità a Gesù di spiegarsi meglio, come leggeremo successivamente.)

Il rinascere, preso in senso simbolico, ha una grande forza. Significa un rinnovamento profondo di se stessi, una ridefinizione di se stessi. Ed anche simbolicamente è già un annuncio di speranza, nonostante pensiamo che non ci sia possibilità di cambiamento qui c’è addirittura annuncio di una nuova nascita.

In alcune chiese evangeliche viene spesso affermato: “sono nato di nuovo’, per dire sono veramente cristiano rispetto ad altri che lo sono solo di nome. È certo un modo di dire biblico, ma alcuni lo usano con una certa superbia come dire “mi sono” trasformato. Bisognerebbe dire “il Signore mi ha fatto nuovo”, non tanto “io sono nato di nuovo”, ma ho ricevuto una nuova nascita. Questo nascere di nuovo è infatti dono dello Spirito, anche se può essere avvertito come una decisione propria. Non c’è merito da parte umana. Come sempre nella Scrittura quindi tutto il merito, tutta la lode va data solo a Dio, che ci dona dei nuovi inizi. Ciò è espresso nel canto seguente dalla voce di Gesù che ci chiama.

Dunque l’incontro di Gesù e Nicodemo, che non ha capito che il nascere di nuovo non è qualcosa di fisico, ma di spirituale, riprende con la risposta di Gesù.

Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d’Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo, e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.

Giovanni 3:5-15

Questo rinascere è dunque un dono dello Spirito santo che agisce in questa nostra vita terrena, venendo da Dio. Nella replica di Nicodemo abbiamo di nuovo la richiesta di come possa avvenire. E Gesù con il riferimento al discendere dal cielo, afferma che Egli è il Figlio di Dio arrivato sulla terra. Non è dunque un dottore della Legge o un taumaturgo , bensì il Signore che si manifesta sulla terra. Quel “nessuno è salito al cielo”, che riprende temi esposti nell’evangelo di Giovanni, afferma che in Gesù Cristo c’è l’unica rivelazione di Dio autentica, il vero volto di Dio (nonostante la Scrittura di Israele, di cui Nicodemo è esperto, preavvisi il Cristo). E la rivelazione di Dio scopriamo essere una rivelazione di salvezza.

C’è però un altro aspetto: in che modo si nasce di nuovo e si riceve vita eterna dal Signore sceso in terra. Come si realizzi questa salvezza è spiegato nella frase che segue, che si riferisce al serpente di rame di Mosè. È questo un episodio del libro dei Numeri in cui compaiono contro gli ebrei infedeli dei serpenti velenosi attorno al campo nel deserto. Allora dinnanzi alla richiesta di perdono e di salvezza che fa il popolo, Mosè riceve l’ordine dal Signore di fare un serpente di rame, di issarlo su di un palo in modo che tutti quelli morsi da un serpente, guardando verso il serpente di rame sarebbero stati salvati. Gesù cita quell’episodio per parlare della sua morte in croce, innalzato sul palo come il serpente di rame, per dare salvezza a tutti quelli che credono in Lui. Non è una questione magica, infatti, ma di piena fiducia nel Signor Gesù. Infatti, chi volgeva lo sguardo al serpente innalzato nel deserto non compiva affatto un atto di magia, ma dimostrava di avere fede nella promessa di Dio, si affidava a Dio come salvatore, e Dio interveniva con il suo Spirito.

Per rendere effettiva la salvezza nella nostra vita, allora, non basta la Croce di Cristo che realizza quella salvezza, ma bisogna credere in Gesù Cristo. Solo il credere, l’affidarsi a Lui garantisce vita eterna. (La frase che segue nel testo sull’amore di Dio che ama il mondo tanto da mandare il suo Unigenito Figlio –che sembra essere un commento dell’evangelista– è un ulteriore ribadire ciò che è stato detto, sottolineando che ciò non viene da meriti umani, ma dal solo amore di Dio.)

Fiducia

La salvezza è per chiunque crede, e ciò diviene al giorno d’oggi motivo di discussione, perché non è genericamente per chiunque, ma per chiunque crede.

C’è questa condizione per ricevere vita eterna. Alle volte nella nostra idea moderna sembra che questa condizione sia già un di troppo. Però qui non si sta facendo teoria, Gesù non vuole disquisire come dottore della Legge, ma parlare a Nicodemo, all’animo di Nicodemo e a noi, che leggiamo, nella nostra vita terrena concreta. Anche il dono dello Spirito parla di noi su questa terra.

Questa affermazione dà sostanza, realtà effettiva alla vita eterna che ci è annunciata. Non è solo una bella dichiarazione, qualcosa di generico.

Intanto quel chiunque, ha anche la sfumatura della condizione di vita in cui siamo. Chiunque è detto in modo che sia chiaro che chi si affida a Gesù, in qualsiasi modo e nonostante tutti i suoi errori e dubbi riceve salvezza, o meglio vita eterna nel linguaggio dell’evangelo. Non è questione di meriti umani e nemmeno sorprendentemente di come si crede. C’è una pluralità di modi di affidarsi al Signore, da quello del teologo Nicodemo alla semplicità del fanciullo.

Poi c’è quel “ricevere”, avere vita eterna è qualcosa che è già per l’oggi e si riceve, non si fabbrica o conquista. A coloro che ascoltano queste parole e che si rivolgono con fiducia, sia pure contraddittoria e incerta a Gesù, grazie allo Spirito santo viene cambiata la vita, divengono nuovi.

L’azione dello Spirito è azione del tutto libera e varia e non si può definire umanamente. Ed è legata al credere in Gesù come Figlio di Dio, poi noi umani siamo differenti anche nel credere e lo Spirito ci raggiunge nelle nostre specifiche situazioni e caratteristiche.

rinnovamento

Coloro che dicono che la salvezza sia per chiunque indipendentemente dal credere e pensano che riguardi solo un’altra vita, non cambiano sostanzialmente in realtà il loro atteggiamento, come in analogia con Nicodemo quando va da Gesù. Quando poi troviamo che chi crede ha già vita eterna, sta dicendo che c’è vita eterna già oggi.

È dunque un appello di Gesù ad ascoltarlo a seguirlo a fidarsi di Lui. E guardando proprio all’oggi non è forse vero che non tutti hanno salvezza? Anzi che in fondo tutti noi non siamo coloro che vivono pienamente, ma alle volte solo sopravviviamo? Dunque che invece abbiamo vita eterna, vera e autentica vita secondo il nostro Creatore solo quando realmente ci affidiamo a Gesù Cristo?

Dunque, la risposta alla domanda di Nicodemo: “come si può rinascere”, che noi potremo riformulare come si può ripartire, riavere vita nonostante errori e il tempo che passa, ha la risposta nel credere in Gesù Cristo, così si nasce di nuovo e si riceve la vita eterna.

Se credi in Gesù Cristo allora diviene ovvio essere coloro che cercano di applicare la giustizia, l’amore per il prossimo, che cercano di vivere rinnovati secondo i doni dello Spirito, attenti a porgere l’altra guancia, invece di perseguire solo il proprio interesse…Però è chiaro che non sempre siamo così. L’apostolo Paolo invita a non spegnere lo Spirito.

Ebbene penso che anche il nascere di nuovo viene a volte spento, e molte volte nella nostra vita abbiamo bisogno della misericordia di Dio per rinascere, ripartire, rialzarci a volo. E ogni volta questo ci mostra la potenza e l’amore di Dio per noi, in Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, che ci dona una vita che non avrà fine. Amen


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