Per la resurrezione non temiamo il futuro

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Il testo della predicazione di questa domenica di Pasqua, non riguarda direttamente la resurrezione, ma la potenza di vita del nostro Signore.

Si trova nell’Antico Testamento in I Samuele. Vi è Anna che era una donna sterile e per questo nella mentalità del tempo era come umiliata. Allora prega il Signore di intervenire e per volontà del Signore rimane incinta di Samuele, che sarà un gran profeta.

Allora Anna eleva un canto di ringraziamento al Signore, un canto che non solo è personale, ma nella situazione incerta del tempo è anche una nota di speranza di svolta, di rinnovamento e prospettive nuove per tutti.

(Versione audio)

Allora Anna pregò e disse: «Il mio cuore esulta nel SIGNORE, il SIGNORE ha innalzato la mia potenza, la mia bocca si apre contro i miei nemici perché gioisco nella tua salvezza. Nessuno è santo come il SIGNORE, poiché non c’è altro Dio all’infuori di te; e non c’è rocca pari al nostro Dio.

Non parlate più con tanto orgoglio; non esca più l’arroganza dalla vostra bocca; poiché il SIGNORE è un Dio che sa tutto e da lui sono pesate le azioni dell’uomo. L’arco dei potenti è spezzato, ma quelli che vacillano sono rivestiti di forza. Quelli che una volta erano sazi si offrono a giornata per il pane, e quanti erano affamati ora hanno riposo. La sterile partorisce sette volte, ma la donna che aveva molti figli diventa fiacca.

Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza. Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.

I Samuele 2:1-8
lode per il futuro

Il cantico di Anna, la donna sterile che per intervento del Signore partorisce Samuele, che sarà uno dei profeti più importanti in Israele, come dicevo non è solo un canto gioioso privato, cioè di Anna o della sua famiglia, ma ha una dimensione pubblica.

Perché in quel tempo della storia di Israele si è in un periodo cupo, pieno di incertezza e di decadenza, di guerra continua, un periodo in cui si aspetta ansiosamente una svolta in positivo, che sembra non arrivare. (Non ricorda un po’ il nostro tempo con i venti di guerra in Europa?) Allora questa nascita miracolosa, questo intervento del Signore, annuncia che il Signore non ha dimenticato il suo popolo e chissà quante cose nuove e meravigliose farà ancora in suo favore. Infatti, proprio con Samuele inizia la riscossa dalle prospettive cupe e il rinnovamento della situazione.

La resurrezione di Gesù Cristo, che oggi ricordiamo e festeggiamo, rappresenta anch’essa qualcosa che sembra per ora riguardare solo Gesù Cristo, ma già riguarda ognuno come primizia. A maggior ragione è dunque un evento che riguarda tutti e dà una svolta alle nostre vite terrene.

Lo dico prima di tutto perché alcune volte ci sono persone che ammettono la resurrezione, ma solo per Gesù Cristo, non per ognuno. È singolare perché sarebbe un evento fine a sé stesso e Gesù Cristo sarebbe uno strano tipo di Salvatore. Ma, non solo, così c’è anche una marginalizzazione dell’annuncio della resurrezione.

lode per la chiesa e l’umanità

Ora la gloria data al Signore da parte di Anna sia perfetta, non solo perché attribuisce tutta la gloria al Signore, ma anche perché si unisce alla comunità che ha sempre lodato il Signore (e forse riprende un inno già esistente) e quindi rafforza quelle persone come comunità di lode al Signore e gli indica nuove prospettive.

Ciò è importante anche per la nostra auto-comprensione come chiesa. La chiesa è una comunità di lode, di lode al Salvatore vittorioso sulla morte. E ciò non è un fatto solo privato, come alcuni continuano con pervicace insistenza a sentenziare.

Infatti, le aspettative per il futuro non sono solo private, ma sono anche pubbliche, nel senso che smuovono i cuori e dunque le persone e cambiano il futuro della società. E questa lode “attiva”, e non solo contemplativa, è quella che nasce dalla Pasqua di Resurrezione.

rovesciamento

Che questa lode non sia un qualcosa solo di privato lo si vede bene nel fatto che nel cantico di Anna c’è un forte risentimento sociale: il misero rialzato, il povero reso ricco. Ecco che allora auspica il rovesciamento delle situazioni. Sì lo so che c’è chi relativizza sempre per cui diviene solo un modo di dire. Osservate però chi lo dice, forse è perché chi lo dice sta troppo bene.

Invece è ben presente nella Scrittura che il Signore ha il potere di trasformare e anche la volontà di intervenire a favore dei più deboli!

Questa consapevolezza permette di non considerare ineluttabili le situazioni tristi e ingiuste (si consideri una preghiera per una vera pace) e anche di superare il senso di marginalità che ci può afferrare rispetto ai poteri del mondo.

Dunque la lode al Signore della vita ha un aspetto fortemente sociale, pubblico, verso tutta l’umanità dolente.

a) Tutto ciò è certo un atto di fede. Fede nel Signore come il Creatore. E dunque la speranza è fondata sulla potenza del Creatore (come il Creato è fondato dal Creatore stesso sulle sue colonne).

b) E anche la speranza, perché come ha resuscitato Gesù Cristo il Signore risusciterà anche noi, ha la base proprio nel fatto che il nostro Signore è il Creatore di ogni cosa. Certo c’è chi pur cristiano continua con varie e deboli argomentazioni a parlare contro la resurrezione, ma questa fa parte della fede nel Creatore stesso.

fa morire e fa vivere

Bisogna però che affrontiamo la questione del morire e del far vivere dal parte del Signore.

La fede di Anna come degli antichi è piuttosto semplice, rispetto ai complessi ragionamenti moderni.

Prendiamo il morire. Il morire da un punto di vista umano è dovuto a tanti fatti differenti, da incidenti, malattie, violenze e crimini. Per la Scrittura il salario del peccato è la morte, cioè la distanza da Dio del nostro mondo terreno è alla base della morte. Infatti, anche se a volte, o anzi molto spesso (anche se non ce ne accorgiamo), il Signore interviene con potenza vitale, infine tutti muoiono e tutto decade.

I moderni si chiedono perché il Signore abbia permesso quella o quell’altra calamità. Non considerano la realtà mortifera del peccato e iniziano subito a dubitare della potenza del Signore e quindi della sua esistenza. E quindi disperano infine anche della resurrezione.

Il morire e vivere, il risalire dal soggiorno dei morti, del canto di Anna annuncia invece già la fede nella resurrezione. Ed è un canto che non ha fiducia nei dominatori mortiferi di questo mondo, ma dà voce e alternativa al credente.

Il potere della morte, infatti, è sperimentato in vari modi, non solo nella morte fisica, ma come sterilità (per Anna e in generale per le nostre vite), come disperazione, oppressione, rassegnazione…

L’annuncio di Pasqua è dunque contro tutti questi poteri mortiferi e sull’insensatezza in cui il mondo ci conduce.

La resurrezione ha un contenuto di rivoluzionare le nostre esistenze e la società. Per questo è negata e travisata e ridotta a un “forse” sbiadito, anche a volte nelle chiese.

Invece è la potenza di Dio in azione, che ci mostra come Egli non sia dalla parte dei poteri di morte di questo mondo, che Egli è veramente il Creatore e sostenitore di questo Creato.

Ecco è la resurrezione di Gesù Cristo che apre al futuro, all’azione, al non rassegnarsi, ad aprire una pagina nuova anche in questo tempo così caotico e senza buone prospettive. E dunque noi annunciamo il Vivente, Colui che era che è e che viene, per parlare di speranza a chi teme il futuro, di giustizia a chi soffre l’ingiustizia, per annunciare verità e vita a chi è nella sofferenza. Amen


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