Vane tentazioni

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Il racconto delle tentazioni di Gesù annuncia che Egli è veramente il Figlio di Dio. Infatti, Gesù viene tentato, anzi messo alla prova come sarebbe più corretto tradurre, come Figlio di Dio. Viene quindi saggiato, se può essere realmente il nostro Salvatore. E la risposta è sì, completamente. Egli è Colui che compirà la volontà di Dio fino in fondo per amor nostro, ci libererà e ci darà salvezza.

(Versione audio)

Queste tentazioni sono specifiche per il Figlio di Dio, ma Gesù viene tentato nel suo farsi uomo, quindi pur con tutte le dovute differenze, sono tentazioni umane da cui possiamo imparare.

Leggo e commento il testo in tre parti, ma prima vi faccio notare che il nostro testo inizia con “Allora”. Infatti appena prima si racconta del battesimo di Gesù, che si conclude con “Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». (Mat 3:17)”

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.

E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».

Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”».

“Quaranta giorni e quaranta notti” è simbolico, richiama il periodo di Israele nel deserto, in cui il popolo cadde in tentazione.

La prima delle tentazioni, quella del pane, è quella di fare qualcosa per sé, a proprio vantaggio, e non qualcosa secondo la Parola di Dio, infatti Gesù cita in risposta il testo del Deuteronomio.

In questo primo punto c’è un’affermazione potente: Gesù Cristo è venuto sulla terra, non per sé stesso, ma per adempiere a quanto comandato dalla Parola di Dio. Per Gesù Cristo, in particolare, per realizzare le promesse di liberazione del Signore per noi, di cui parla tutta la Scrittura.

Questa tentazione fa riflettere anche noi sul fatto che dobbiamo capire in ogni tempo cosa il Signore ci chieda di fare e farlo. Non serve pane, per la vita, ma si ha vera vita solo obbedendo al Signore.

Anche se la prima tentazione, sul trasformare le pietre, è proprio da Figlio di Dio, per analogia è la tentazione di questo mondo, dove al primo posto c’è il cibo, l’economia (uno dei tabù del mondo attuale), il guadagno, il far fruttare il proprio tempo e il territorio e le ricchezze per ammassarne altre o ottenere il potere.

La parola di Dio invece ci guida e ci cura –anche nella miseria e nella malattia– e ci insegna le giuste priorità della vita, a non buttar l’esistenza per cose, che infine si riveleranno vane.

Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo” e “Essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti col piede contro una pietra”».

Gesù gli rispose: «È altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”».

La seconda prova a cui è sottoposto Gesù, quella di buttarsi dal pinnacolo del tempio, appare strana. Perché si potrebbe pensare che si riferisca ad una dimostrazione spettacolare verso ipotetici spettatori. Invece, sarebbe un mettere alla prova Dio Padre, per essere sicuro che effettivamente Dio interverrà.

La risposta di Gesù di “non tentare il Signore”, ci dice che il Signore ci ama e tutto può fare il Signore, ma non dobbiamo tentarlo con la nostra avventatezza. Come chi corre in automobile senza cinture e dice: “è destino”. Il destino, una divinità antica, che viene usata quasi al posto del nostro Signore.

Non dobbiamo vivere come se il Signore dovesse per forza soccorrerci per ogni sciocchezza che facciamo. E questo vale per i singoli e per l’umanità. Non tentare il Signore ha una valenza di prudenza, che non è solo sapienziale, ma un’impostazione di vita cristiana.

Certo, a volte possiamo cadere nel dubbio, quando si ha veramente bisogno del suo intervento e sembra non arrivare. Ma in fondo la fede sicura è quella –come nella prima prova– che sa affrontare anche la morte, sapendo che non di pane, ma della Parola di Dio si vive eternamente.

Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo, gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».

Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.

Matteo 4:1-11

La terza prova è quella di divenire idolatri per avere tutti i regni del mondo. Non solo quindi per il Figlio di Dio l’essere sopra a tutte le potenze terrene, (come infine sarà) ma di farlo seguendo il tentatore. È la tentazione di una scorciatoia e di non affidarsi ai tempi e modi di Dio.

Gesù però non dubita, e fa ogni cosa per bene, perché non vuole potere, ma vuole una sola una cosa: adempiere al piano di Dio per la nostra salvezza, per il nostro bene. E quindi con il richiamarsi al rendere culto solo a Dio si concludono le prove.

Rendere culto solo al Signore non riguarda ovviamente solo il culto in chiesa, ma (in una prospettiva riformata) si rende culto al Signore anche nel lavoro, nel tempo libero, nell’aiuto al prossimo, quando si segue la sua Parola. Concepire il vivere come servizio al Signore in ogni aspetto dell’esistenza, questa è il fondo la visione della vita che viene dalla Scrittura.

sta scritto

Nella seconda tentazione abbiamo il tentatore che usa un versetto biblico. Gesù aveva risposto che si viveva di ogni Parola, ed ecco che il tentatore restringe questa “Parola” solo a quella scritta e parte con un versetto, slegato dal suo contesto.

Anche nell’uso della Bibbia si possono inserire delle tentazioni, quelle che ad esempio hanno costellato di crimini la storia della chiesa, in cui alle volte si agiva in Nome di Dio, per camuffare un proprio interesse oppure anche proprio perché si credeva così di adempiere ai comandamenti.

Come si stravolge la Parola biblica? 1) Leggendola con i propri preconcetti e presupposti, senza cercare di liberarsene. 2) Con l’uso pretestuoso dei versetti, cioè cercando di far dire ad un versetto qualcos’altro. Ad esempio, staccandolo dal contesto oppure interpretandolo in contrasto con l’insegnamento globale della Scrittura. 3) Considerando alcuni versetti e temi biblici più importanti di altri e trascurando Gesù Cristo e il suo annuncio di grazia.

Non è semplice uscirne indenni. Infatti, comprendere la Parola del Signore per noi oggi è un percorso complesso. Non ci sono scorciatoie nel cercare di capire il messaggio dell’evangelo. Abbiamo sempre bisogno dell’illuminazione e della guida dello Spirito Santo e del perdono del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

qualcosa di serio

Purtroppo, quando si usa il termine di tentazione al giorno d’oggi, si usa spesso nel senso di qualcosa di desiderabile, che per motivi moralistici o religiosi o astrusi non si deve fare, ma invece sarebbe bello fare. Si prende alla leggera tutto questo tema, come se fosse qualcosa da film ambientato in un tenebroso medioevo. Invece, il Signore si schiera contro ogni ingiustizia e ci vuole pieni di vitalità e gioia e salute, che invece le tentazioni annullano.

Infatti, la predicazione dell’evangelo e il suo metterci in guardia dalle possibili cadute ed errori, annuncia un messaggio di vita, la sua utilità per noi e il nostro prossimo. Spiega la bellezza dei comandamenti, del bene, della giustizia, della condivisione…

In nostro aiuto

Il diavolo, traducibile anche come il bugiardo, Satana l’oppositore, rappresenta l’opposizione del mondo senza Dio a Dio stesso, mondo che è pieno di sotterfugi e ingiustizie. Gesù Cristo è opposto a questo mondo ingiusto, a fianco degli affamati e degli ammalati, di chi è errante su questa terra e il Cristo non solo si schiera, ma interviene in nostro aiuto.

Inoltre, guardate come è futile il diavolo e dunque vano quello che propone. Propone di sfamarsi come un gioco di prestigio, di buttarsi dall’alto del pinnacolo, in una vana dimostrazione di gloria, propone tutti i regni del mondo con la loro gloria che è vana, perché sono soggetti alla distruzione e alla morte.

Invece, Gesù Cristo, come risorto, vincendo la morte, e quindi i poteri del mondo che sulla paura della morte basano il loro potere, ci dà una speranza viva. E un dono reale ed eterno, non vano. Per questo non ha senso arrenderci al male e agli errori, ma è pieno di futuro il tentare il bene nuovamente e nuovamente in ogni tempo. Amen


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