Liberati dagli elementi del mondo e resi figli

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Io dico: finché l’erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Galati 4:1-7

(Versione audio)

Gli elementi del mondo

L’apostolo dice che “gli elementi del mondo” ci tengono in schiavitù. Sta parlando come primo aspetto di tutte le credenze pagane di quel tempo che facevano sentire gli esseri umani marionette di una tragedia organizzata da dèi, di uno scontro fra divinità, oppure come in balia delle potenze spaventose e misteriose del mondo. Per le quali bisognava compiere dei riti, delle azioni che forse li ingraziavano. Tutte quelle credenze dunque ci costringono a vivere in certe maniere, ci rendono come bambini o peggio schiavi alla mercé delle potenze e idiozie del mondo, sempre paurosi e in ansia.

Ancora oggi, quante persone sono superstiziose o comunque vivono la loro vita temendo gli elementi e le potenze del mondo. Quando si parla di “globalizzazione” si pensa spesso ad una serie di processi non influenzabili che ci possono togliere il lavoro o la pace. Oppure a malattie misteriose che attentano alla nostra stessa esistenza. Quest’annuncio non solo è allora ancora valido oggi, ma la Scrittura ci fa ragionare su aspetti della società umana, che se no daremmo per scontati.

Fra gli elementi del mondo, però, l’apostolo Paolo aveva inserito nei versetti precedenti, in maniera quasi sorprendente, la legge mosaica intesa alla maniera dei farisei. Anche quel modo di intendere la legge religiosa era una maniera di scampare all’ira di Dio, un modo per sentirsi a posto con il divino e diveniva quindi come una gabbia, che illudeva di essere giusti e consegnava alla disumanità verso gli altri che non vi attenevano. Anch’essa rendeva come schiavi.

Questo tipo di fariseismo fa parte della natura umana, ce lo fa scoprire anch’esso la Scrittura. Infatti, anche oggi, non solo esiste, ma a volte mi sembra dilagante, solamente che in genere non è più religioso. È divenuto generico: è il volersi sentire giusti a tutti i costi ed è insieme il demonizzare gli altri per sentirsi dalla parte giusta. Ciò porta alla superbia, non a quell’umiltà che occorre per riconoscere nell’altro qualcuno che combatte la nostra stessa battaglia di sopravvivenza umana, pur con altre idee e soluzioni.

Rispetto a tutto questo si erge l’annuncio l’annuncio natalizio e insieme di tutto l’evangelo, come è scritto nel nostro testo: “Dio mandò suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge per riscattarci” e farci divenire figli.

Nato da donna

Nato da donna. Già ribadire ciò, che è il tema del Natale, è significativo, perché con l’incarnazione il Signore diviene solidale con l’umanità dolente. Non se ne sta lontano, ma viene a vivere insieme a noi e a lottare con noi per la dignità umana, che a volte gli esseri umani perdono.

Questo già insegna che siamo sulla stessa barca come umanità. Certo dobbiamo distanziarci, evitare e condannare tutti gli errori, le falsità, le meschinerie e le atrocità che ci sono nel mondo, ci dobbiamo schierare contro idee e principati, ma stando attenti a mantenere una visione umana con tutti.

Per riscattarci

Riscattarci è inteso come riscattarci dagli elementi del mondo e anche dall’intendere la legge in modo farisaico.

Più in generale Gesù Cristo è venuto per darci salvezza e vita eterna e quindi per liberarci dalla paura, dalla rassegnazione che tutto sia vano, dalla schiavitù di superstizioni e del doversi sentire perfetti, che sarà sempre illusorio e impossibile nel nostro mondo imperfetto.

È annuncio che il Signore ha l’ultima parola su tutto e su tutta la storia umana e questa parola è una parola di grazia e di vita. È un grande messaggio di speranza e di possibilità di vivere.

Figli

Vivere come figli e non come schiavi del Signore. Gesù Cristo realizza per grazia, solo per suo merito e una volta per tutte quello che noi mai potremmo fare, ci libera e ci fa divenire figli di Dio. Dunque, il Figlio di Dio rende anche noi come “figli di Dio” ed eredi di tutte le sue promesse.

Non siamo più schiavi alla mercé di qualche divinità o di qualche elemento del mondo e nemmeno abbiamo da dimostrare a noi e agli altri una perfezione illusoria, ma Dio per noi è un padre accogliente, cui si può dire “Abbà”, che è un vezzeggiativo aramaico, come a dire “papino”.

Spirito

Basta solo sentire questo annuncio per essere liberati dalla paura delle potenze del mondo?

Certo no. Per essere liberati dalla paura e dalla disperazione e avere piena fiducia nel Signore, “Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori”, cioè lo Spirito stesso che soffia in noi ci fa sentire che possiamo considerare il Signore come nostro Padre, sentirci figli ed eredi di tutte le sue promesse.

Allora riceviamo una comprensione nuova. Una specie di emozione, una mente nuova, una nuova energia suscitata da Dio stesso: la fede.

La fede non è solo questione di ragionamento, come spesso sembra essere nelle nostre chiese, quando inseguono l’accettazione del mondo con una specie di razionalismo.

Certo la comprensione “razionale” del messaggio cristiano è importante e la fede non è sentimentalismo. Ma come un’emozione forte, profonda. E non si lotta per la giustizia, se non ci si indigna per l’ingiustizia, non si corre in aiuto di chi ha bisogno, se si fanno i calcoli dei costi e dei benefici, infine non si ha amore per il Signore e il prossimo in base a dichiarazioni teologiche, ma solo se si sente dentro di noi l’amore per Gesù e Dio, come nostro Padre misericordioso, grazie allo Spirito.

rinnovati

Solo con l’intervento dello Spirito saremo liberati dalla paura di quello che può succederci per le potenze di morte di questo mondo. E potremo vivere veramente sperimentando la potenza dell’evangelo, il rinnovamento della parola di Dio.

La nostra vita verrà rinnovata dallo Spirito che soffia e ci dà la consapevolezza e l’emozione di essere figli di Dio, in una fiducia senza incertezze di avere una cura paterna e una guida in ogni momento. Questo dà speranza, una speranza costruttiva e contagiosa.

Ecco, la mia preghiera è che nel Natale ci possiamo lasciar andare allo Spirito che soffia e possiamo rifare la meravigliosa scoperta di poter sentire la bontà del nostro Signore e di potergli dire: «Abbà, Padre». Amen


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