Il Re di gloria

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Già i primi cristiani leggevano il Salmo 24 riferendolo al nostro Signore Gesù Cristo.

Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Poiché egli l’ha fondata sui mari e l’ha stabilita sui fiumi.

Chi salirà al monte del SIGNORE? Chi potrà stare nel suo luogo santo? L’uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l’animo a vanità e non giura con il proposito di ingannare. Egli riceverà benedizione dal SIGNORE, giustizia dal Dio della sua salvezza. Tale è la generazione di quelli che lo cercano, di quelli che cercano il tuo volto, o Dio di Giacobbe. [Pausa]

O porte, alzate i vostri frontoni; e voi, porte eterne, alzatevi; e il Re di gloria entrerà. Chi è questo Re di gloria? È il SIGNORE, forte e potente, il SIGNORE potente in battaglia. O porte, alzate i vostri frontoni; alzatevi, o porte eterne, e il Re di gloria entrerà. Chi è questo Re di gloria? È il SIGNORE degli eserciti; egli è il Re di gloria. [Pausa]

Salmo 24

(Versione audio)

Può non essere così ovvio perché ci si riferisca al Cristo. È un testo complesso ed è un testo poetico antico, diciamo evocativo, che evoca situazioni, ma non sappiamo precisamente di cosa parli. Ma esaminiamolo con calma. Il salmo appare diviso in tre parti.

Prima parte

La prima parte è quella che parla del Signore come sovrano di tutto il Creato e di tutte le creature.

Ciò al tempo in cui fu scritto era certo contro l’idea, dei pagani politeisti, che qualcosa appartenesse ad altri dei. Nello stesso tempo era anche contro l’idea di una proprietà umana che fosse al di sopra di quella divina. Ad esempio la terra in Israele era sempre del Signore, e i proprietari era come se l’avessero in affitto.

Entrambe le osservazioni valgono anche al giorno d’oggi. Però, riferendoci al nostro tempo e uscendo dall’abitudine di quando leggiamo i testi sul Creatore, anche se non siamo ai tempi dei politeisti, abbiamo a che fare con persone che sempre più spesso pensano che non ci sia un Signore. A volte è un’idea che viene da un ateismo “riflettuto”, “pensato”, ma più spesso da un ateismo pratico, nei fatti, che serve per poter in fondo fare ogni cosa.

Invece, come credenti a Natale, anzitutto affermiamo che il Re di gloria, e se volessimo usare un altro termine il Padrone di tutto, esiste e lo conosciamo è il Signore, che ha incaricato il suo Unigenito di esercitarlo nel mondo.

Seconda parte

La seconda parte in origine, probabilmente, si riferiva a chi poteva far parte dei suoi fedeli, chi poteva entrare nel Tempio del Signore. Ci si poteva aspettare dei criteri di purità rituale, come in altre parti, magari l’istituzione di un rito speciale o una spiritualità ascetica…invece ecco che vengono dati dei criteri etici, di cosa fare, sia pure sintetizzati. C’è dunque l’invito a conformarsi alla natura del Signore, nel vivere secondo ciò che egli richiede, proprio in quanto tutte le creature sono sue, che non si offendano o ingannino…

In fondo se il Signore arriva, c’è anche l’idea di doversi a Lui presentare per un giudizio. E se va bene si riceverà benedizione e giustizia. Ma chi è realmente giusto e perfetto?

Ovviamente nella visione cristiana nessuno, tranne Gesù Cristo. L’unico essere umano che può andare dal Signore, è solo il suo Figlio perfetto. Ecco perché questo Salmo fin dalle origini fu usato dai cristiani per lodare e annunciare il Cristo.

E il Salmo aggiunge che tale è quella generazione, quelli che cercano il Signore gli sono simili. I credenti che tentano di seguire Gesù, che sono generati dalla sua grazia, gli sono fratelli e sorelle. Chi potrà stare al cospetto di Dio? Coloro che ci vanno in Gesù Cristo.

Terza parte

La lettura precedente influenza anche la terza parte.

Probabilmente questa parte si riferiva all’entrata nel Tempio dell’arca del Signore o di qualcosa di simile che significasse la sua presenza. Per cui le porte dovevano essere spalancate, aprite i cancelli si potrebbe anche immaginare, o anche aprite la parte più in alto delle porte del Tempio.

Adesso però, che lo abbiamo riferito a Gesù Cristo, questa è l’entrata nel mondo del Messia, la sua nascita quindi, la sua entrata in questo mondo, perché non c’è più il Tempio, ma Gesù Cristo è dove è Dio in terra.

L’Avvento è anche un prepararsi a celebrare e cercare di comprendere il valore per noi dell’incarnazione del nostro Signore.

E il salmo si domanda due volte: chi sarà questo Re di gloria? Da una parte potremmo dire che è ovvio sia il Cristo, d’altra parte quando pensiamo ai nostri contemporanei dobbiamo riconoscere che, non solo il Signore come Creatore è negletto, ma ancor di più Gesù Cristo come vero uomo e vero Dio, che è Signore e Salvatore, anzi questo è visto come una complicazione teologica da evitare.

Ed è un peccato, perché se nella prima e seconda parte del salmo si parla di chi è il Creatore e di come dovremmo vivere secondo la sua maestà, nella terza parte ci viene annunciato che non siamo soli ad affrontare su questa terra così complicata la nostra vita cristiana.

Infatti, il salmo si domanda due volte: chi sarà questo Re di gloria? Perché Gesù Cristo, è così importante? Perché se non ci fosse, anche la generazione che lo seguisse di più, non potrebbe andare a Dio. Cioè avremo una fede nel Creatore, delle indicazioni di vita, ma saremo assolutamente soli nell’affrontare la vita con tutte le sue incertezze e sofferenze.

L’annuncio di Natale, del Dio con noi, dell’Emmanuele, è così potente non solo perché Egli è il Salvatore, ma perché è anche il Re di gloria, il Cristo è a fianco e vicino a noi, per guidarci e sostenerci.

Il mondo è invitato a farlo entrare e a festeggiarlo, per riconoscerne la Signoria e la grazia, per sentire come sia vicino a noi, proprio come umanità, come umano con gli umani e insieme Dio con gli umani.

Questo è il dono che potremmo fare come cristiani e come chiese ai nostri contemporanei, non tanto un buonismo natalizio, ma il significato vero del Natale che è ciò che dà speranza e un nuovo inizio. Amen


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