Con fede come bambini

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Il testo della predicazione è un testo usato di frequente nei battesimi, ma non tratta in realtà del battesimo, ma più in generale dell’accoglienza dei bambini da parte di Gesù.

(Versione audio)

Inizia con alcuni, probabilmente i genitori, che portano dei bambini dove si trova Gesù, perché li benedica, preghi per loro e gli imponga le mani, che era un gesto di benedizione e forse –nella mentalità di quegli adulti che portano quei bambini– un po’ magico. Allora i suoi discepoli, li tengono lontani da Gesù e cercano di scacciarli via. Possiamo solo fare delle supposizioni sul loro comportamento: era forse per proteggere la privacy, si direbbe oggi, del loro maestro dall’invadenza dei piccoli? Era perché i bambini erano poco importanti all’epoca rispetto ad oggi? E anzi non potevano realmente far parte dell’ambito religioso che era cosa da grandi? (Fra l’altro in modo completo solo per uomini e solo in parte per le donne). O forse per la componente magica che gli davano i genitori e non era condivisibile? NOn lo sappiamo, possiamo solo fare ipotesi, ma ciò che conta è la reazione di Gesù.

Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Ma Gesù disse: «Lasciate i bambini venire a me e non impediteglielo, perché il regno dei cieli è di chi è come loro». E, imposte loro le mani, se ne andò via di là.

Matteo 19:13-15

Gesù ha un particolare riguardo per i bambini, come per i deboli e in genere per piccoli secondo questo mondo. Al contrario, anche dei propri discepoli. Qui allora veniamo messi in guardia come cristiani da concentraci su Gesù Cristo e non sulle consuetudini o convincimenti personali.

Gesù infatti benedice senza indugio i bambini, cioè dà la sua protezione e intercessione per quei bambini. E con la sua affermazione conclusiva, mostra che ha grande attenzione per i bambini in generale, non solo per quelli, ma per tutti.

Non importa neanche la motivazioni di quei genitori, che non sia ben formulata. E azzardo a dirlo, forse questo “imporre loro le mani” significa già anche il dono dello Spirito, stiamo quasi dinnanzi ad un battesimo, pur senza il simbolo dell’acqua.

modello di fede

Ma c’è di più. I bambini divengono addirittura il modello di fede e di vera relazione con il Signore: “per chi è come loro”. Altro che adulti pieni di teologia e di boria, come si trovano rappresentati negli evangeli alcuni oppositori di Gesù. Essere come bambini rispetto al Regno di Dio è qualcosa che non si trova solo in questo passo, ma anche un paio di capitoli prima e in testi paralleli. Dunque è un annuncio non solo dato una volta per un’occasione particolare come questa, ma è –oserei dire– centrale nella predicazione di Gesù Cristo.

In che senso i bambini sono un modello di fede anche per tutti noi? I bambini hanno una fiducia che tutto possa essere fatto dai loro genitori, ancor di più tutto può venire dunque da Dio e c’è in ciò una fiducia semplice, ma non per questo sbagliata, anzi.

Alcuni commentatori affermano che la caratteristica che qui sarebbe importante è che il bambino è indifeso, debole, ma qui è l’aspetto della fiducia a essere fondamentale. Infatti, è per noi grandi che chi si fida di Dio e non prende con tante preoccupazioni le proprie contromisure per il futuro, ci appare indifeso, debole, mentre invece il vero nostro difensore è il Signore.

preservare quella fede

Infatti, quando i bambini cominciano a crescere e gli si racconta di Gesù con quelle storie semplici, ma pregnanti, della Bibbia, i bambini hanno semplicemente –lo constatiamo– fede in Gesù, fede nel Signore. È una fede diretta senza tante complicazioni, certo non sapranno di teologia, non sapranno rispondere a domande complesse sull’intervento di Dio, ma in fondo chi lo sa fare per davvero?

La loro fede ha poi delle caratteristiche, che spesso si perdono crescendo, è aperta alla meraviglia, come alla curiosità, all’accettazione che ciò di cui si ha bisogno verrà dal Signore, come i bambini hanno fiducia nei genitori, sanno che infine è il Padre celeste che li assicura nella vita. Questa è la fede che il Signore Gesù Cristo chiede anche a noi di avere e preservare, fede che possiamo imparare dai bambini.

Un brivido ci prende. “Ma come! Passiamo tutta la vita ad imparare a difenderci da questo mondo, a razionalizzare ogni cosa per tenere a bada l’ansia del vivere? E ora?

Certamente non possiamo rimanere bambini, ma la caratteristica di fiducia totale in Gesù Cristo, nel Signore della vita, andrebbe mantenuta. 1) Fiducia nel Signore dell’Universo, non un Signore che pensiamo sia alla nostra altezza, e quindi limitato e quindi infine un po’ inutile, ma il Creatore e Colui che dona resurrezione.

2) Una fiducia che non si affidi solo alle nostre capacità o qualche cosa che ci sembra un nostro merito, con cui pretendere qualcosa ma invece, che si affida alla grazia incondizionata di Dio. Ciò dà un saper chiedere come fanno i bambini direttamente, un pregare sincero al Signore dunque.

3) aggiungerei, una capacità di meraviglia e di curiosità di dove il Signore ci porta a vivere, senza l’ansia di ciò che è fuori dal nostro controllo…

Camminare nella vita sapendo che è il Signore che mi proteggerà. Cercare il giusto, la vita, la carità certo facendo i nostri passi non più lunghi della nostra gamba, ma senza ansia.

Allora, cari genitori e cari tutti, quando i figli crescono è importante preservare la loro semplice fede. Per farlo bisogna stare attenti a non inventare cose non vere, ma dire onestamente che noi non sappiamo tutto, citando una parabola magari che in una storia dice di più di tanti ragionamenti, e soprattutto ribadendo la nostra fiducia nel Signore, ammettendo con loro che anche noi abbiamo estremo bisogno del Signore e Salvatore nostro, anche se siamo i genitori, anche se siamo quegli adulti che sembrano sapere tutto.

E chiediamo in dono al Signore, che preservi l’atteggiamento di fede dei bambini, semplice e sicuro insieme, così che possano vivere sapendo che il Signore è sempre a noi vicino, in ogni tempo, con il suo amore e la sua grazia sovrabbondante. Amen


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