Morendo è il Liberatore

Predicazione per il Venerdì Santo 2023

La posizione centrale, fondamentale della croce di Cristo per la nostra salvezza non può essere sottovalutata. Però nel corso della storia cristiana, come anche nel sentire di molti, oggigiorno si slitta facilmente ad una più rassicurante visione di gloria del Signore Gesù Cristo e di una facile grazia.

Anche le chiese dell’antichità avevano problemi in tal senso. A Colossi una piccola e fedele comunità cristiana, era stata raggiunta da predicatori itineranti che sostenevano bisognasse andare in accordo con gli elementi, arcani e magici, del mondo, e combinavano quelle credenze con il messaggio del Cristo, che per lor era carente e debole, proprio vista la morte in croce.

L’apostolo Paolo allora scrive ai Colossesi e subito dopo i saluti riprende un inno cristiano più antico, proprio come a richiamare la base della loro fede. Quell’inno, che adesso leggeremo, parla della Signoria del Cristo su ogni cosa, altro dunque che carenze rispetto agli elementi del mondo, e questa Signoria è perfezionata dalla sua morte sulla croce.

Leggiamo allora l’inno nella lettera ai Colossesi, magari non facile da capire ad una prima lettura, proprio perché piuttosto arcaico oltre che poetico, ma con il suo forte messaggio.

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli che è il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

Colossesi 1:13-20
Mediante il sangue della croce

Questo brano ci dice che non solo in Gesù Cristo sono state create tutte le cose, che non solo è il primogenito dei morti, cioè il primo dei risuscitati, ma che in Lui è tutta la pienezza, e questa completezza di dominio è stata acquistata grazie al sangue che ha versato. Il perfezionamento del potere cosmico, universale di Gesù Cristo è dunque legato alla sua morte sulla croce.

Altro che elementi cosmici e magici, altro che forze e potenze, che ci fanno paura, la croce di Cristo è realizzazione di una supremazia assoluta di Gesù Cristo su ogni cosa.

Probabilmente a noi sfugge come sia possibile, perché abbiamo un’immagine –diciamo filosofica– di Dio. Invece qui ci si dice che Gesù Cristo è l’immagine di Dio, dobbiamo partire da Lui per comprendere qualcosa di Dio.

niente paura

Allora troni, principati, cose visibili e invisibili, cioè tutti i possibili elementi del mondo, anche quelli arcani evocati dai predicatori giunti fino a Colossi, sono sottoposti (se mai esistano) comunque a Gesù Cristo. Non c’è proprio da averne paura. Nemmeno della morte.

E forse proprio sulla paura di qualcosa di arcano facevano leva quei predicatori per intimorire i cristiani di Colossi. E magari la croce era proprio quella che creava sgomento: “come anche il Signor Gesù Cristo ha sofferto?” No, proprio perché ha sofferto ed è morto Egli è il vero e unico Signore.

Noi però siamo moderni“, dicono alcuni. E invece non solo ci possiamo chiedere quanti hanno timore di cose che non conoscono, quanti hanno superstizioni, dicendo: “non è vero, ma ci credo“, come diceva il filosofo Benedetto Croce (non ha caso quei predicatori dicevano di portare una filosofia). E quanti dei nostri contemporanei provano timore per i potentati moderni, magari per quelli finanziari o politici o sono sedotti da facili guadagni come in una grande banca, e sembra che non possano seguire le antiche e sempre valide impostazioni cristiane per vivere e fare il loro lavoro?

No dunque alla paura, neanche della morte, perché il Signore di ogni cosa è anche vincitore della morte.

riconciliazione

Il fatto che la Signoria si basi sul fatto che il Cristo sia stato ubbidiente fino a morire sulla croce, è perché quella morte era finalizzata anche ad una riconciliazione totale.

Perché? Perché per essere realmente il sovrano di tutti, tutti devono essere riconciliati, connessi con Lui. Ciò riguarda il Signore, ma anche noi. Proprio perché Egli riconcilia ogni cosa, noi possiamo essere agenti di riconciliazione.

Siamo dunque chiamati ad essere ubbidienti al nostro Signore. Siamo anche chiamati alla riconciliazione e a vederci come persone riconciliate in Cristo con il nostro prossimo.

Come è possibile? Se hai paura dell’altro o di chissà cosa non puoi riconciliarti, avrai sempre sospetto e timore…Ma ora noi non abbiamo più paura. Possiamo avere timori per tante cose, ma non più quella paura esistenziale che ti blocca…

il Liberatore

In questo senso, l’annuncio che il Signore ci ha liberati, salvati dal regno delle tenebre, che ci ha portati nel popolo di Cristo, non solo ci dice di non aver paura, di vivere nella luce, ma ci dice che ciò è possibile fin d’ora, che possiamo vivere nella luce e non nelle tenebre, che possiamo amare il nostro prossimo, che abbiamo vita dal Signore, per poterla mettere a frutto secondo il Signore.

L’annuncio di Venerdì santo non è dunque un annuncio di morte ma, grazie a Dio, di nuova vita per noi tutti. Amen


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