Abbiamo visto la stella

Testo della mia predicazione per la Celebrazione ecumenica del 18 gennaio 2022 ore 17:30 nella Collegiata di Bellinzona in occasione delle Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2022

Nel capitolo 2 dell’evengelo di Matteo, compaiono dei personaggi, i magi, che sono un po’ misteriosi in quanto poi non se ne parla più. Ecco allora il testo (che nella traduzione in lingua corrente sono definiti uomini sapienti).

Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall’oriente e domandarono: «Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo».

Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge e domandò loro: — In quale luogo deve nascere il Messia? Essi risposero: — A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto: Tu Betlemme, del paese di Giudea, non sei certo la meno importante tra le città della Giudea, perché da te uscirà un capo che guiderà il mio popolo, Israele.

Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. Poi li mandò a Betlemme dicendo: «Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, così anch’io andrò a onorarlo».

Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò. Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.

Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un’altra strada e ritornarono al loro paese.

Matteo 2:1-12 (versione TILC)

Questi misteriosi magi, su cui sono sorte leggende e imbastite storie fantasiose, sono così intriganti perché giungono da lontano e non sono né ebrei né sembrano conoscere il Dio d’Israele.

Sono dei maghi che fanno oroscopi o forse sacerdoti di religioni orientali, ma vengono per adorare Gesù Cristo appena nato, come il Signore. Infatti, i doni che essi portano, oro incenso e mirra, sono quelli adatti a un re, come doveva essere il Messia e in più essi lo adorano, come Dio in terra.

Ciò è un po’ destabilizzante per noi: abituati sempre a mettere dei confini fra chi è cristiano e chi no, chi è nella giusta dottrina e chi come questi stranieri vengono seguendo una specie di congiunzione di stelle, qualcosa di sospetto alla nostra mentalità.

altre religioni

La visita dei magi infatti pone un problema che poi è sempre vivo: quello del rapporto con i non cristiani, con quelli che sono di altre religioni. Alle volte c’è un confronto serrato e perfino violento, altre volte invece –come in questo caso– c’è una sorta di misterioso legame, una relazione fra spiritualità differenti, tradizioni antiche, mondi lontani.

Certamente come cristiani siamo convinti che Dio si sia fatto conoscere veramente e assolutamente in Gesù Cristo, nondimeno non possiamo “liquidare” tutte le altre esperienze spirituali, religiose, filosofiche, di sapienza umana e di nazioni intere e tutti i loro abitanti, specie se come in questo caso rendono onore al nostro Signore.

Da un lato, occorre esaminare bene ogni cosa, per non lasciarsi fuorviare da idee balzane. D’altro lato, non possiamo che lasciare a Dio il mistero e la libertà di salvare chi vuole, proprio grazie a Gesù Cristo morto sulla Croce per tutti.

Questo testo ci insegna allora umiltà. Umiltà nel riconoscere ciò che di buono c’è negli altri, di ogni fede o non fede, sapendo che tutte le persone sono preziose agli occhi del Cristo, che è morto anche per loro. Infatti, il messaggio di Gesù Cristo è universale, non vale solo per alcuni e non è di nostra proprietà.

Questo testo ci invita dunque a rendere lode al Signore, perché ci mostra insieme alla sua insondabile libertà la sua grandiosa misericordia, che ci dà certezza di essere accolti e salvati.

ecumenismo

È chiaro che questo testo è stato scelto dagli organizzatori della celebrazione di quest’anno proprio per dare una luce differente all’ambito ecumenico. A maggior ragione quello detto per i lontani magi, vale per le confessioni cristiane.

Mi ricordo in Italia una volta che avevamo concordato con un vescovo un intervento come evangelici ad convegno storico. Tutto era andato bene fino ad alcune domande di alcuni insegnanti che puntigliosi, come a volte le persone che hanno studiato fanno, cercavano di attaccarci e creare divisioni. Infine, il vescovo con la sua autorità aveva posto fine a questi attacchi dicendo che come i cattolici si aprivano spesso ai non credenti, a maggior ragione si doveva essere aperti con noi credenti e proprio cristiani.

Chi considera suo Signore e Salvatore Gesù Cristo, non è ancor di più nostro fratello o sorella? Certo mi citerete il vecchio adagio: le liti peggiori avvengono in casa, ma proprio accaniti bisogna essere? L’ecumenismo ci insegna ad essere differenti e non litigiosi. A vivere con onestà e convinzione la nostra confessione cristiana e ad aver rispetto e fraternità verso le altre chiese e credenti.

Scrittura

Come cristiani di tutte le confessioni abbiamo una base comune: la Scrittura, ma leggere la Scrittura non basta. Come non bastava ad Erode e ai suoi scribi: consultano la Scrittura con perizia, rispondono bene alla domanda dei magi, ma non capiscono sostanzialmente nulla. Infatti, occorre che lo Spirito santo ci illumini per farci comprendere realmente il messaggio del Signore. E serve non spegnere lo Spirito che soffia in noi.

Anche qui serve umiltà per non lasciare che le nostre idee o pregiudizi ci blocchino, per non voler far dire cose che non ci sono nei testi biblici. A volte serve tempo o serve che giunga il tempo, per comprenderne appieno cosa significhi veramente l’evangelo per noi.

ubbidienza

Come cristiani, che si raccolgono intorno al loro unico re, dunque siamo come un popolo che ubbidisce al proprio re.

Erode ne è preoccupato, non solo perché è il primo che scambia la regalità del Cristo con una regalità terrena, ma perché come ogni despota sa, sa anche che se si ha come re il Messia, non si ubbidisce al dittatore di turno. Perché l’annuncio dell’evangelo è anche un annuncio di riscatto e di dignità per tutti gli oppressi. E ciò lo testimoniano ancora oggi i cristiani perseguitati nel mondo per il solo fatto di essere cristiani.

per chi è in ricerca

Come possiamo essere realmente ubbidienti al nostro Signore?

Una caratteristica dei magi è che sono in ricerca del Cristo. Vengono da lontano, sono di cultura e idee differenti, ma cercano il Cristo. Ebbene, come cristiani, noi esistiamo per favorire e facilitare il trovare Gesù Cristo da parte di chi è in ricerca. Il cammino ecumenico è nato proprio per migliorare e favorire la nostra testimonianza.

E noi cristiani lo possiamo fare con piena fiducia, perché sappiamo che, come con la stella che ha guidato i magi a trovare il Cristo, in realtà è il Signore che ci viene a cercare e ci trova e infine ci salva. Proprio per questo annunciamo con fiducia e gioia a tutti che c’è un autentico Salvatore: Gesù Cristo. Amen


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