Ecco la predicazione per la Domenica della Riforma 2020.
La lettera ai Galati è scritta in un momento di scontro dell’apostolo Paolo con falsi apostoli o apostoli di un falso evangelo che hanno raggiunto le chiese della Galazia.
Cosa dicono gli avversari? Forse affermano che la circoncisione è indispensabile per avere salvezza da Dio, è un’opera umana necessaria e va accostata all’opera di Gesù Cristo oppure la grazia è attiva solo all’interno del popolo eletto e quindi prima bisogna entrarne a far parte, con le sue varie disposizioni legali da seguire.
La questione della libertà dalla Legge diviene allora il centro della contestazione appassionata di Paolo, che ad un certo punto scrive:
Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere è obbligato a osservare tutta la legge. Voi che volete essere giustificati dalla legge siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia. Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l’incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell’amore.
Galati 5:1 -6
Testo divisivo
Siamo chiari: la scelta del testo di Galati 5, uno dei testi più amati dai Riformatori, che lo applicavano immediatamente alla situazione della chiesa e della società a lor attuali, è ancora oggi qualcosa di divisivo, cioè che divide.
Certamente il movimento ecumenico, alcune tendenze teologiche moderne e anche una certa sottovalutazione della teologia a favore di una pratica ecclesiale che –a volte anche giustamente- smussa gli angoli, fanno sì che questo divisivo sia relativo, ma non si può negare e va detto per poter avere un franco dialogo con altri cristiani.
Ovviamente però, senza andare a considerare gli altri, interroga prima di tutto noi, intesi come protestanti e come chiese riformate, sempre di nuovo.
Libertà e schiavitù
L’apostolo ci dice che la giustificazione, la salvezza dal peccato e dalle sue conseguenze è realizzata da Gesù Cristo una volta per tutte attraverso la sua morte sulla croce. Dato che il peccato e questo mondo che vi è dominato ci rende come schiavi, l’azione di Gesù Cristo è descritta come una liberazione. E questa libertà è un dono dato per essere vissuto.
Aggiungere qualcosa, in vista della salvezza, un dover fare, come in particolare la circoncisione, è un ritornare alla schiavitù, perché il tentare di seguire la Legge ebraica non consente vera salvezza.
In che senso si può parlare di ritornare alla schiavitù per i galati che erano di origine pagana? Non erano mai stati ebrei né circoncisi… dunque l’apostolo si riferisce a tutte le osservanze legalistiche, e non solo, ad ogni tipo di religiosità, che dà un valore a riti, azioni, prescrizioni, che guadagnerebbero questa grazia. Pertanto, questo testo è realmente attuale in ogni tempo, oltre il contesto in cui nasce.
Infatti, l’apostolo si oppone a tutte le ricerche di una propria giustificazione, di una auto-salvezza, di una illusoria libertà, che si basano sulla fiducia nelle capacità e possibilità umane. Ritornare indietro a pratiche, magari anche giudicate buone e meritevoli, è ridivenire schiavi di quelle pratiche e infine schiavi del peccato da cui mai ci possiamo liberare da soli.
Invece, la sola grazia di Dio realizzata sulla croce da Gesù Cristo è invece ciò che dona la salvezza e ci rende liberi di vivere con fede, con fiducia assoluta solo nel nostro Signore e quindi di poter vivere con amore.
Questo evangelo della grazia non tollera alcuna aggiunta. Infatti, o l’evangelo della grazia è sufficiente di per sé o –se bisogna aggiungere ancora le opere della legge– è inutile.
Dipendenza da Cristo
L’apostolo afferma che si diviene separati da Cristo e decaduti dalla grazia se si vogliono seguire le opere della legge, perché fanno ancora rientrare in campo l’auto-sufficienza umana e non invece una totale dipendenza dal Cristo come Salvatore.
La grazia invece rende possibile vivere liberi. Liberati di poter vivere secondo l’amore, affidandosi totalmente alla grazia di Gesù Cristo. Ciò è avvertito spesso come un rischio, perché non si hanno altri punti di appoggio che fidarsi di Dio. Ma ciò non porta ad un immobilismo, al contrario, perché la fede liberata dalla paura è operante essa stessa, per mezzo dell’amore.
Libertà in azione
Nonostante il rispetto che possiamo avere per l’ebraismo e per l’Antico Testamento, come anche per le varie cerimonie e riti religiosi cristiani, quelli sembrano ben poca cosa rispetto al dono di grazia dei Gesù Cristo e al seguire il comandamento dell’amore, cioè al vivere nella libertà di Cristo. Infatti, la vita non è in una liturgia. E come si può pensare che fare un bel culto possa essere più gradito a Dio di fare qualcosa di buono e giusto verso il nostro prossimo?
Proprio per questa liberazione da tutte le osservanze legalistiche, rituali e moralistiche ci fa ancora e sempre ben riflettere, e discutere fra cristiani.
Sappiamo, infatti, del significato salvifico di una cerimonia come l’eucarestia per i cattolici romani. Ma anche dell’importanza fondamentale del parlare in lingue per gli evangelici pentecostali. Ma anche come sentiamo spesso, nelle chiese cosiddette libere, il dover dimostrare con un comportamento legato alla morale tradizionale la propria salvezza. Non è questo spesso un vanto personale e quindi una limitazione della fede in Gesù Cristo?
E più in generale, c’è certo da discutere e confrontarsi sempre, pensando al nostro mondo moderno e al riflesso che la libertà cristiana ha comunque nella società e nel comportamento personale e pubblico dei cristiani, pur non occupandosi affatto di questo l’apostolo nella lettera.
C’è da discutere, perché la libertà fa paura!
Certamente l’apostolo Paolo darà poi una guida per usare bene questa libertà. Ma se libertà deve essere, deve essere libera. La vera libertà, sostenuta dallo Spirito santo è imprevedibile, multicolore, fa cose grandiose e suscita doni e vocazioni differenti. Alle volte mette in crisi, molte volte sbaglia, ma alle volte si pone al servizio del prossimo senza se e senza ma, in un autentico amore fraterno, anche nella critica.
Noi siamo per il rispetto e la fraternità fra cristiani differenti e abbiamo da imparare moltissimo dagli altri, ma non possiamo arretrare, sull’annuncio della grazie e della libertà del cristiano da vecchie consuetudini. Come diceva Lutero: qui sta o cade tutta la chiesa.
È per questo che penso che le nostre chiese fino a quando proclameranno l’evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo staranno in piedi e avranno futuro.
Non teoria
L’apostolo Paolo introduce il tema della liberazione per la vita concreta e non per farne una trattazione teorica, e inoltre proprio perché stiamo parlando di libertà non ci sono molte cose da dire, oltre che Cristo ci ha liberati, e va scoperto come vivere di questa libertà.
Certo c’è un binomio stretto: libertà e insicurezza. Questo rende timorosi, ma di nuovo non posso avere regole e rituali, che mi rassicurino, ma devo prendere la mia responsabilità nel vivere e correre il rischio di sbagliare, sapendo che in una o più cose sbaglierò sicuramente. Poi posso solo sperare con tutto me stesso, per me e per gli altri, nella grazia di Dio, posso solo fidarmi di Gesù Cristo, non di altri maestri, non di quello che dicono altri. Qui, in questa fiducia nell’evangelo, è il nocciolo della vita e della libertà cristiana. Amen