Lo Spirito intercede

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I versetti della predicazione di oggi sono inseriti in un capitolo della lettera ai Romani, che parla della vita e delle sue difficoltà e della nostra debolezza e dell’aiuto del Signore.

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Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

Romani 8:26-27

L’apostolo ci dice che anche nel pregare siamo deboli e insufficienti, «non sappiamo pregare come si conviene», ed allora uno dei modi di aiutarci (non l’unico) è che lo Spirito santo interceda per noi. Si può interpretare sia che lo Spirito intercede per noi direttamente, sia che preghi con noi, i due sensi sono complementari.

Lo Spirito che intercede per noi garantisce che la preghiera sarà ascoltata e presa sul serio dal nostro Signore. Ma non solo, visto che pregare è rivolgersi al Signore nei vari momenti della propria giornata, nelle varie attività, cioè è un dialogo con il Signore, visto che pregare è dunque il modo per essere alla presenza del Signore, questo garantisce che siamo alla sua presenza benigna, anche se non preghiamo bene o non preghiamo affatto.

Questo vale in vari casi.

1 Non coscienza. Non vi nascondo che l’unica volta che ho già predicato questo testo era in una casa per anziani, in cui per anni ho visto persone affette da demenza. Quando leggo dei “sospiri ineffabili” mi capita di pensare in effetti a malati di Alzheimer, che perdono parole e pezzi della memoria e capacità, non riescono più a riordinare le idee… e magari hanno pregato tutta una vita, ma adesso non riescono più a farlo coerentemente…

Ebbene anche i loro sospiri, o la loro confusione mentale è ascoltata come preghiera dal Signore e ascoltata perché formulata grazie allo Spirito.

Questo testo ci rassicura sull’ascolto delle nostre preghiere e sospiri più accorati ed intimi. E vale anche quando siamo trascinati dalla vita con le sue urgenze e non preghiamo, magari perché ci sentiamo abbastanza forti per farcela da soli.

2 Non abbastanza pii. Il testo ci toglie dal timore che non è dalla convinzione con cui preghiamo che le cose si realizzeranno. Un esempio, che spesso faccio, perché per me è stato molto istruttivo, era di un gruppo di preghiera di una chiesa evangelica, che riunitosi giorno dopo giorno per pregare per una sorella ammalata, cadde in una grande disperazione quando questa morì. Auto-accusandosi di non aver pregato con abbastanza fede.

Questo è stato molto istruttivo perché porta alla luce un pensiero latente di alcuni.

Vale anche in un altro senso, per quelle persone che non si sentono così fedeli, così pie di fronte al Signore, o non all’altezza, da rinunciare a pregare come se fosse cosa riservata ad altri. Invece, come sempre non conta tanto la propria fede, ma la grazia del Signore. E si può sempre andare dal Signore.

3 Non teologici. “Sospiri ineffabili” oppure tradotto anche con “gemiti non espressi” ci parla di quando la dimensione intellettuale della fede diviene purtroppo assoluta, nel senso che anche nella preghiera si sente il bisogno di un pregare rettamente. Lo tradisce anche la richiesta dei discepoli: insegnaci a pregare.

Come se il Signore non accettasse semplici preghiere, magari anche un po’ sbagliate quanto a teologia, come se non fosse in grado di vedere il buono che c’è in loro. Per questo, il signor Gesù rispose con quell’esempio di preghiera che è il Padre nostro e che mostra che si può chiedere per sé e per gli altri, con semplici e dirette parole.

La piaga del clericalismo si ritrova anche in quel delegare ad altri il compito di pregare per sé stessi, nel chiedere guarigione o sostegno; e non pensare di poterlo fare anche da se stessi.

Amore grandioso

Tutto questo per dire che, se anche non abbiamo così tanta familiarità con la preghiera, oppure, per qualche motivo, c’è una situazione che crea agitazione, ci sono tante cose che ci succedono e non riusciamo a pregare il Signore, non siamo comunque lontani da Dio. E il Signore in tutti i casi, non ci abbandona, anzi ci fa essere vicini a Lui attraverso la preghiera più profonda, che crea familiarità e presenza insieme a Lui. E possiamo trovare il modo di pregare e sentire il balsamo della presenza di Dio verso di noi.

E ciò che scrive l’apostolo vale in generale, non è solo per casi di grande difficoltà, ma anche nei casi più semplici il Signore stesso viene in nostro aiuto, anche nel pregarlo!

È un amore grandioso quello che ha per noi il nostro Signore, anche se non sappiamo come rivolgerci a lui, anche se siamo fuggiti un tempo (o sarebbe meglio dire abbiamo tentato di fuggire un tempo dalla sua presenza), ecco che viene in aiuto alla nostra debolezza.

Ed anche se siamo stati superbi contro il Signore quando siamo nella debolezza, di chi non sa come fare ad affrontare una situazione, la forza del Signore giunge presto a nostro favore.

Realizzata

La domanda se la preghiera sia realizzata, si presenta sempre. Il nostro testo afferma che la preghiera verso il Signore è realizzata ed ascoltata certamente perché formulata grazie allo Spirito. Questo ci rassicura sull’ascolto delle nostre preghiere più accorate ed intime… ma non nel senso che tutto si risolverà come noi vorremmo, ma nel senso che tutto si risolverà infine secondo quello che conosce il Signore, cioè che globalmente sarà più giusto e buono per la nostra intera esistenza.

Però voglio fare un passo avanti, rispetto a questa affermazione generale.

Intercede

È scritto che lo Spirito intercede per noi, per i santi, cioè per i cristiani. Ciò apre un altro campo di riflessione. Qualcosa che ritroviamo spesso nella Scrittura, ma che non è ben amalgamabile con un discorso teologico astratto.

L’intercedere ci mostra come noi siamo in un processo vitale, in una storia personale ed umana, in cui le cose non succedono per un fato, per come è già scritto, ma sono influenzate dalle nostre azioni e da quelle dello Spirito.

La preghiera diviene allora una necessità, la necessità di un primo passo per combattere in questa vita per la vita. È l’annuncio che nulla è perduto finché non siamo morti o solo rassegnati in questo nostro cammino terrestre. Non è solo guariscimi, ma anche dammi la forza di affrontare la situazione e anzi la forza di guarire.

La forza della preghiera è qui, che non è un’attività solo nostra, ma è lo stesso Signore che prega per noi con la potenza del suo Spirito ed è un’attività dinamica, che ha dei risultati. Per questo pregare significa affidarci al Signore e rimanere nella sua presenza e abitare al suo riparo. Ma anche chiedergli di darci forza, nella nostra debolezza, di modificare quello che sembra il nostro destino, di aprire nuove possibilità per portare avanti il compito che ci è stato affidato e l’esistenza per la quale abbimo vita. Amen


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