Palme, isolati ma non soli

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La meditazione per la Domenica delle Palme

Festeggiare le Palme isolati, ma non soli

La Domenica delle Palme rappresenta una domenica gioiosa nel Tempo di Passione, un modo di essere come comunità insieme alla folla festante che plaude all’arrivo del Messia.

Certamente in questo tempo di isolamento, è difficile sentirsi parte di una folla, ma in modo ideale, come cristiane e cristiani siamo parte del popolo del Signore. Questo popolo è rappresentato anche dalla folla delle Palme.

Chi erano innanzitutto?

È la folla, ci dice l’evangelista Giovanni, che aveva visto Gesù far tornare in vita Lazzaro. Non tutti si erano convertiti per questo gesto straordinario, ma molti –insieme a quelli che già seguivano Gesù– ne avevano visto la prova definitiva del suo essere il Messia che doveva venire.

Immaginiamo di intervistarne qualcuno. Perché onorate Gesù, perché lo seguite?

Un giovane Perché seguo Gesù? C’è da chiederlo?! L’altro giorno ha riportato in vita Lazzaro, un mio paesano. Lazzaro era morto, il suo corpo nella tomba puzzava già, e oggi: è a tavola in famiglia… una cosa simile non l’avevo mai neanche immaginata… Qualcuno che può fare così è … come Dio. Dio si è ricordato di noi, per questo sono qui ad onorare Gesù: è il Messia che doveva venire. (Si veda Gv 11:45)

Una donna Seguo Gesù perché sono stata guarita da lui, avevo un male cronico da anni, ero sempre più debole e sempre più disprezzata. Non è solo questione di essere stata guarita, ma di come mi ha accolta Gesù! Lo seguo da allora ogni volta che posso. So che non devo temere più niente finché sono con lui, che pace! Per questo rendo lode al Signore. (Si veda Luca 8:46-48)

Un uomo Mio figlio aveva fin da piccolo una malattia che lo gettava per terra e anche nel fuoco, non avevo gran fiducia, ma l’ho voluto portare anche da lui. Gesù mi ha chiesto se avessi fede, “sì” gli ho risposto subito… “ma anche no”, ho subito aggiunto. Ed ho anche detto: “però aiutami ad aver fede, se è la fede che serve per guarire mio figlio”. Lui lo ha guarito e poi mi ha dato anche fede. C’è un patto fra me e lui adesso, per sempre. Lode al Signore! (Si veda Marco 9:24)

Cosa fa la folla e Gesù?

Il giorno seguente, la gran folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme, uscì a incontrarlo e gridava: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!» (Giovanni 12:12-13)

La folla lo festeggia con rami di palme e con quell’Osanna, ciò significa riconoscere Gesù Cristo come il Re di Israele messianico che tutti attendevano.

Però molti, in quella folla, aspettano un re guerriero, un generale vittorioso. Invece:

Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, montato sopra un puledro d’asina!» (Giovanni 12:14-15)

I generali non arrivano in groppa ad un asinello, ma su un focoso destriero, né solo con una folla che acclama, ma hanno anche schiere di soldati e di armi.

Presto parte di quella folla lo abbandonerà, anzi gli sarà contro. Proprio perché non c’è solo vittoria nel seguirlo, ma anche di impegno e sopportazione. Perché è una folla, è volubile, preda di facili entusiasmi e di scarsa responsabilità.

Ci vorrà la resurrezione di Gesù e il suo apparire ai discepoli, ci vorrà poi la discesa dello Spirito santo per far della folla una comunità, delle cristiane e dei cristiani un popolo.

Insieme

Ed ecco allora perché possiamo celebrare le Palme, pur se siamo isolati, non da soli. Perché siamo spiritualmente, cioè grazie allo Spirito santo, insieme a tutti gli altri cristiani, quelli di quel tempo, del nostro tempo e quelli che verranno, con tutte le loro storie personali a volte difficili. Cioè siamo parte del popolo del Signore non virtualmente, o non solo, non idealmente, o non solo, ma ciò che è fondamentale è che lo siamo spiritualmente.

Le Palme ci ricordano che c’è un tempo per far festa insieme.

Certo ci sono tempi per fare cordoglio. E purtroppo questi tempi che viviamo lo sono. Ma sappiamo che i tempi tristi non sommergono i tempi gioiosi, che il dolore non ci distrugge perché il Signore è venuto a cambiare la storia umana e la nostra storia personale, perché è il Risorto che è vicino a noi.

C’è un tempo per far festa, dunque. Ma oserei dire che il tempo di far festa è il tempo dei cristiani! Amen


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