Come figli amati

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Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.

E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.

Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.

Romani 8:14-17

(Versione audio)

Figli di Dio

Qui non si parla, come a volte si sente dire, di essere figli di Dio nel senso di essere creature di Dio. Ma in un senso particolare: quello dei cristiani, che sono “creati” dallo Spirito, che grazie allo Spirito sono figli di Dio, come il Signore Gesù Cristo, ma come adottati.

Il termine di “adozione”, non sembri riduttivo, infatti nell’antichità, ancor più che oggi, il figlio adottato è pari agli altri figli, anzi è sicuramente scelto e voluto. L’adozione è dunque da intendersi che siamo Figli di Dio scelti e voluti e amati.

Si può anche dire con altri passi, che siamo servitori di Dio, per sottolineare il porsi al servizio di Dio, ma siamo più propriamente figli. Nel senso che i figli sono sempre amati dai genitori, dai buoni genitori, anche quando i genitori non condividono le scelte e le azioni dei figli.

Questa adozione si realizza attraverso lo Spirito santo e attraverso lo Spirito ne veniamo a conoscenza. Un dono di Dio, come fede, che ci fa comprendere la salvezza e ci fa vivere rinnovati dall’azione del Signore.

Niente paura

Questo Spirito, ci dice l’apostolo, ci fa chiamare il Signore, il Creatore di ogni cosa, l’Onnipotente: “papà”. Questo infatti significa quell’Abbà in aramaico, dunque non solo Padre (nostro), ma “papino” nostro, come un vezzeggiativo. Ciò ci parla di affettuosità e di grande familiarità. Per questo lo Spirito di adozione, per questa grande e se vogliamo disinvolta familiarità con il Signore, ci toglie la paura di Dio.

La paura di Dio o degli dèi o del destino, visto anch’esso come una divinità, ha sempre contraddistinto l’umanità. Ed anche spesso la chiesa stessa, come la chiesa nel Medioevo ha individuato nella paura di Dio il modo in cui gli esseri umani avrebbero seguito i comandamenti, e –nella versione peggiore– ha anche costruito sulla paura di Dio un potere: civile e politico, oltre che religioso.

L’annuncio dell’evangelo, invece, rinnovato nel tempo dalla Riforma, scopre invece una fiducia in Dio, un guardare al Signore, che non è secondo l’idea umana del dare e dell’avere, ma la conoscenza di Dio per come è: santo e misericordioso insieme.

Non avere più paura di Dio ha due conseguenze importanti. a) Le nostre paure, divengono timori limitati per una o un’altra cosa, ma non una paura assoluta, una disperazione esistenziale. b) E poi liberati dalla paura possiamo vivere nel cercare la realizzazione autentica della nostra esistenza. “Non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura“.

Il Signore ci invia nel mondo, con uno Spirito di libertà e non di servitù, ci dà la possibilità anche di sbagliare, ma di prendere da noi le nostre decisioni, e ci ama anche se compiamo errori.

glorificati

Ciò non ci salverà dalle sofferenze, ma infine saremo glorificati con Lui.

Non solo coloro che non temono il futuro, ma coloro che in ogni tempo, anche oscuro e pieno di ansie, ricevono questo messaggio di gloria di Dio in cui entriamo, messaggio che rafforza il cuore e libera la mente. Sicuri, fino in fondo, dell’amore e dell’accoglienza di Dio, nostro padre. Amen


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