Ascolta: ama il Signore con tutto te stesso

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Al capitolo 6 del Deuteronomio, libro in cui Mosè riassume le vicende e i comandamenti del Signore, lasciandoli come eredità ad Israele, troviamo l’invito a tenere sempre vicino al cuore la Legge e soprattutto a ricordare sempre che il Signore è l’unico Signore.

È lo Shemà Israel l’ascolta Israele che verrà ripetuto due volte al giorno dagli ebrei osservanti. E che è ripreso come prima parte del gran comandamento anche da Gesù. Qui lo leggiamo anche con il seguito che invita a tenerlo scritto anche in casa.

Ascolta, Israele: il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.

Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

Deuteronomio 6:4-9

(Versione audio)

Come forse sapete a Roma c’è una delle più antiche comunità ebraiche del mondo, attestata fin dai tempi di Giulio Cesare. Molti ebrei sono commercianti e quando entrate in un loro negozio trovate, spesso posto in maniera molto discreta, un piccolo rotolino alla porta d’entrata, quello contiene proprio “l’ascolta Israele”.

Non basta l’amore per il prossimo?

Questo testo, che così fortemente comanda di amare il Signore, era fin dall’antichità spesso completato con un mezzo versetto del Levitico, quello che dice di amare il prossimo come se stessi. Lo fa anche Gesù nei vangeli.

Tutta la Legge e i profeti, tutti gli insegnamenti del Signore, potrebbero essere dunque riassunti –e comunque hanno alla base– questi due principi.

L’aggiunta dell’amore per il prossimo è qualcosa che occorre per esser chiari. Perché amando il Signore con tutto se stessi, è chiaro che si debba amare anche le sue creature, in particolare gli altri esseri umani. Come dice l’apostolo Giovanni, infatti, chi non ama il prossimo non ama il Signore.

Quindi è cosa “buona e giusta” che ci sia l’aggiunta esplicativa e vincolante di Gesù contro possibili furbe interpretazioni. Per cui a parole –e a volte con tante e grandi parole– si è per l’amore incondizionato per il Signore e poi si dimenticano tutti i bisognosi e umili della terra.

Oggigiorno, però, molti dicono: “Ma non basterebbe l’amore per il prossimo?” No, non basterebbe. Il comandamento assoluto di amare il prossimo (e dunque è implicito ogni persona cui possiamo dare aiuto) come noi stessi, l’amore per i nemici di cui parlavamo due settimane fa, ha come fondamento e come “pretesa” di assolutezza l’essere comandamento del Signore. Al contrario, si fa presto a trovare aggiustamenti, restrizioni per chi sia il prossimo e su cosa definire per amore, ponendo gerarchie d’intervento in modo che presto tutto sarebbe ridotto a livello umano.

con tutto se stessi

Amare il Signore con tutto se stessi, riassumevo così il comandamento. Invece, il testo dice “con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze“. Non è solo poesia, è un farti fermare a riflettere.

Il cuore è il centro della persona in antichità, regione ed emozione insieme. Ma ancora oggi il nostro cuore, con il suo battito ci ricorda che la nostra stessa vita è legata al suo battere incessante. Se avete avuto l’opportunità di parlare con una persona operata a cuore aperto, vi avrà forse detto dell’incredibile e vertiginosa sensazione di dipendenza verso il Signore, nell’affrontare un’operazione in cui si ferma il cuore e poi si spera che riparta. Ebbene con tutto il cuore è con tutta la vita nostra.

Con tutto l’animo è con tutto ciò che noi siamo profondamente, con tutto ciò che noi sentiamo di essere realmente, insieme a tutte le esperienze che facciamo negli anni e che ci conducono ad essere noi stessi.

E infine, con tutte le forze nostre. L’amore biblico non è solo un sentimento, ma azione, decisione e attuazione, fatica e non arrendersi. Ebbene anche l’amore per il nostro Signore, con tutto ciò che di concreto nella nostra vita significa, anche come amore verso il prossimo, è così. Non si arrende, anche se siamo pieni di dubbi come nel caso della guerra, ci dice di mettercela tutta per comprendere ed agire, per fare la cosa più giusta possibile, anche se sappiamo che avremo sempre bisogno del perdono di Dio, perché non c’è azione esente da errori e implicazioni negative.

C’è, dunque, o dovrebbe esserci, una non rassegnazione al male e al peccato, finché vita avremo, nell’esistenza dei credenti.

Inculcare

Ed ecco che tutto ciò non vale solo per noi, ma per i nostri figli e le generazioni future.

E c’è un termine preciso: inculcare, einschärfen. Questo termine non è affatto moderno, questo termine si usa al giorno d’oggi solo con un’accezione negativa. La pedagogia moderna sembra aliena dall’idea di inculcare alcunché. A volte, anche a tenere la penna in mano si dice che si debba aspettare che sia il bambino a scoprirlo, non che si debba dare la giusta nozione. Nozione?! Ho usato un’altra parola spesso aborrita.

Molte idee sono belle, ma non sono reali. Il nostro mondo, in realtà, inculca ai nostri giovani e ragazzi, ma anche ad adulti e anziani, talmente tante cose a forza di propaganda, pubblicità, messaggi sotto traccia, fake-news, semplificazioni, assenza di conoscenze di base…che il dovere di educare passa anche per inculcare qualche sano e vero principio. Sbaglieremo? Certamente, ma anche a non far niente si sbaglia, e si sbaglia eccome.

E qui stiamo parlando della conoscenza del Signore, non si tratta di inculcare una vuota retorica, non si parla di inculcare il rispetto dei violenti, fossero anche dittatori di un paese di 145 milioni di abitanti, né inculcare una ideologia, che è sempre una cosa negativa, si tratta di inculcare che c’è un unico Signore, che Lui non è solo da rispettare, ma anche da amare. Amarlo in quanto fonte di vita e futuro, in quanto è misericordioso, in quanto nostro aiuto e speranza.

Ma come impareranno ad amare il Signore se non c’è chi testimonia?

E come ricorderanno nella vita di confidare nel Signore, se c’è stato solo un insegnamento sporadico, spesso contraddittorio, che poi con la fretta e le tante cose del mondo passa in secondo piano?

E come potranno reggersi in piedi dinnanzi alla violenza e al nonsenso del mondo, se non conoscono il Signore della vita e dell’eternità?

Ascolta!

Non basta però annunciare l’unico Signore. C’è bisogno di insegnare che occorre ascoltare. L’ascoltare, non è il sentire. È sentire con il nostro profondo la sua Parola al passare dei tempi e meditarla, è a volte rimanere in silenzio per conoscere realmente la sua volontà, è ragionare dentro di noi e valutare le sue indicazioni per il nostro presente.

In Gesù Cristo noi conosciamo realmente Dio, che nessuno ha mai visto. E proprio ascoltare la voce dolcissima del Cristo ci consegna ad un futuro di solida realtà e vita. Amen


Höre, Israel, der HERR ist unser Gott, der HERR ist einer. Und du sollst den HERRN, deinen Gott, lieb haben von ganzem Herzen, von ganzer Seele und mit all deiner Kraft.

Und diese Worte, die ich dir heute gebiete, sollst du zu Herzen nehmen und sollst sie deinen Kindern einschärfen und davon reden, wenn du in deinem Hause sitzt oder unterwegs bist, wenn du dich niederlegst oder aufstehst. Und du sollst sie binden zum Zeichen auf deine Hand, und sie sollen dir ein Merkzeichen zwischen deinen Augen sein, und du sollst sie schreiben auf die Pfosten deines Hauses und an die Tore.

5. Mose 6:4-9

Zusammenfassung der Predigt

1. Es reicht nicht aus, seinen Nächsten zu lieben, wie manche sagen, die Grundlage der wahren Liebe zu den anderen liegt in der Liebe zu unserem Herrn.

2. Liebe zum Herrn muss mit allen selbst zusammen sein: mit unserer ganzen Person (von ganzem Herzen), mit allem, was wir sind und was wir fühlen (von ganzer Seele) und mit all Kraft, denn Liebe ist nicht nur ein Gefühl, sondern Aktion.

3. Es gibt ein altmodisches Wort: ” einschärfen”. Aber wie sollen sie lernen, den Herrn zu lieben, wenn es keine Zeugen gibt? Und wie sollen sie gegen die Gewalt und den Unsinn der Welt bestehen können, wenn sie den Herrn des Lebens und der Ewigkeit nicht kennen? Wir müssen lehren, auf die liebliche Stimme Jesu Christi zu hören, die uns wirklich erkennen lässt, wer der Herr ist.


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