Esultare, non solo gioire

Uno dei temi dell’Avvento è che l’attesa del Messia finalmente si conclude con l’arrivo del nostro Salvatore.

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L’attesa del Messia, di un Salvatore, di un liberatore, c’era da tempi immemorabili per l’antico Israele. Perché basata sulle profezie di vai profeti. Fra cui quella scritta dal profeta Zaccaria, che annuncia:

Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell’asina.

Io farò sparire i carri da Efraim, i cavalli da Gerusalemme e gli archi di guerra saranno distrutti. Egli parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da un mare all’altro e dal fiume sino alle estremità della terra.

Zaccaria 9:9-10

Tutte le profezie sul Messia dell’Antico Testamento sono per noi cristiani concluse e perfezionate con l’incarnazione di Gesù Cristo. Dunque, questa attesa per i cristiani, al contrario che per gli ebrei, è dunque finita: Gesù Cristo è giunto e noi sappiamo bene chi sia il Salvatore, il Liberatore, il Messia: il Figlio di Dio.

Alcuni dubbiosi –e a volte lo siamo anche noi pur cristiani- potrebbero dire anche noi aspettiamo il suo dominio completo di pace e giustizia, anche noi aspettiamo il futuro perfetto di Dio, perché questo non è ancora il Regno di Dio… E non solo in questo nostro mondo noi attendiamo tante e tante cose… sempre… e allora: come è cambiata la nostra situazione rispetto agli antichi?

Ebbene l’annuncio dell’incarnazione, l’avvento del nostro Signore Gesù Cristo ci fa non solo riflettere, ma trasforma il nostro tempo di attesa in qualcosa di sostanzialmente altro rispetto a prima di Cristo. Perché conosciamo già chi sia il Messia e cosa ha fatto il Cristo per noi.

Come conosciamo

In questo nostro tempo in cui tutti sanno tutto, in cui tutti sono esperti, si hanno molte persone che pensano di sapere tutto, o almeno ciò che c’è da sapere, di Gesù Cristo. Troviamo idee di un buon uomo, di un politico utopista e finito male, e poi c’è chi dice che per essere cristiani bisogna fare così e cosà più che sapere…

Ebbene, non c’è è vero bisogno di essere scienziati o scribi, ma c’è bisogno in realtà:

1) di leggere la Scrittura e di meditarla, di non avere negli occhi quello che dice la gente, ma aprirli per leggere gli evangeli da sé stessi, direttamente

2) c’è da pregare Gesù Cristo di farsi conoscere effettivamente e personalmente da noi, per esserne in contatto.

Una volta fatto questo non avremo certo una conoscenza perfetta del Cristo, ma sapremo l’essenziale e avremo una conoscenza personale del Cristo, non dei sentito dire…

Cosa conosciamo

 Il profeta Zaccaria qui ce ne dice alcuni tratti, vale a dire: che è vittorioso e umile e che parlerà di pace alle nazioni.

Riguardo a quest’ultima caratteristica, il profeta Zaccaria parla di un re, di un Messia, che porterà pace a tutti e che regnerà su tutta la terra. L’annuncio di pace che va oltre i confini del popolo di Israele, annuncio che ci mostra come il Signore si preoccupi di tutta l’umanità e non solo di alcuni. È il compito se vogliamo del sentire da parte dei cristiani la responsabilità per ogni persona, ma prima di tutto del sapere che il Signore preoccupandosi di tutti, si preoccupa e interviene per me, per ognuno di noi…

La questione dell’umiltà è perché Gesù Cristo si fida di Dio Padre, il suo dominio dipende da Dio e dunque non ha bisogno di arrivare a cavallo come il generale vittorioso di un esercito.

Qui si inserisce la novità portata da Gesù Cristo. Gli antichi pensavano infatti “solo” ad un re terreno, politico accorto, vittorioso, lungimirante, pacifico e giusto (certo già questa era un’utopia). Ma solo un uomo. Mentre quando arriva il Salvatore Gesù Cristo Egli è, ed è questo che festeggiamo a Natale, il Figlio di Dio.

Il fatto che Gesù Cristo sia vero uomo e vero Dio ha cambiato radicalmente la questione dai tempi del profeta Zaccaria.

Se guardiamo al re Davide conosciamo la sua infedeltà, oltre la sua fede. Se pensiamo a personaggi del nostro mondo, sappiamo che alle volte sembrano dei veri e propri messia, ma rischiamo cose orribili seguendoli.

Solo la persona divina che si è incarnata ci garantisce che il sommo bene per noi è realizzato e non c’è imbroglio. Ma di più: solo il Signore vero uomo e vero Dio, può andare dal Padre, come ad esempio dice il salmo 24, e donarci vita eterna e farci accogliere dal Signore nel suo Regno, effettivamente di pace, giustizia e gioia.

Esultare

Nella profezia di Zaccaria, c’è solo la promessa del Liberatore, eppure, egli invita ad esultare.

Già sapere che se si sa che sta arrivando il Messia è motivo di gioia, ancora di più sapendo che è arrivato e ha realizzato la nostra salvezza dovrebbe essere motivo della nostra gioia. Anzi il fondamento della nostra esultanza.

Esultare non è solo avere gioia, ma anche manifestarla, comunicarla a chi ci è intorno, anzi a tutto il mondo.

Nell’avvicinarsi al Natale non possiamo dimenticare questa realtà così profonda e non possiamo, o non dovremo, non estenderla esultanti al nostro prossimo. E non solo ai bambini rapiti dalla magia del Natale.

Altro che timidi testimoni di Gesù, certo siamo umili ancor più di Lui, ma anche esultanti per estendere la nostra gioia in modo contagioso a favore degli altri…

Saper ciò che si ha

Come si fa?

Bisogna riconsiderare ciò che si è avuto e che si ha da parte del Signore oggi e nella nostra vita.

Abbiamo gioia per il sole che splende? O per la neve che cade? Non c’è forse da esultare per un brano musicale gioioso? Per un piatto appetitoso? Per un amico che ci viene a trovare? Per l’amore nostro che ci è vicino? Per una cosa giusta che siamo riusciti a fare? Per un bimbo che nasce? Per una riconciliazione? O solo perché siamo ancora vivi?

Mi si dirà cosa c’entra? C’entra perché non solo sono doni che il Signore ci ha fatto, ma anche grazie a Gesù Cristo giunto sulla terra e poi risorto tutto ciò non sarà perduto, grazie a Dio.

Esultiamo dunque, basta con il piangersi addosso, asciughiamoci le lacrime per vedere il Signore all’opera e per ascoltare le sue parole di pace, di amore, di fraternità e di gioia per tutti noi. Amen


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