Rinascere con lo Spirito

YouTube player
Versione audio:

In questa quarantena e chiusura e crisi da corona-virus, ci sono stati molti cambiamenti e molti si sono chiesti se i comportamenti individuali e quelli collettivi ne saranno segnati per sempre. Alcuni pessimisti hanno pensato solo a peggioramenti, altri alla possibilità ­–una volta passata la situazione critica– di una specie di rinascita sociale e personale.

Ma il cambiamento tanto per cambiare non conta, e la rinascita è –nell’ottica cristiana– solo frutto dell’azione dello Spirito santo. Ce lo spiega nell’evangelo di Giovanni l’incontro di Gesù con uno dei capi di Israele: Nicodemo.

Quale Regno

Nicodemo è stupito della potenza dimostrata da Gesù, vuole chiedergli qualche informazione in più su di lui e forse vuole sapere se sarà il Re, il Messia che ridarà l’indipendenza ad Israele. Infatti, il dialogo con Nicodemo (lo si capisce dal tu e dal voi di Gesù, che parla con Nicodemo, ma come rappresentante di tutti i capi) non è solo un dialogo strettamente personale, ma anche politico e sociale. Ed in effetti essere cristiani non è mai solo questione personale, ma della comunità e della società, con buona pace di chi vuole la fede come un fatto strettamente privato.

A quest’uomo, dunque, Gesù dice subito che per vedere il Regno di Dio, non serve una battaglia politica, il Messia guerriero o gli intrighi dei capi politici, ma bisogna nascere di nuovo.

Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». Giovanni 3:3

Piccola osservazione: in realtà nel testo greco c’è un gioco di parole, che Nicodemo non capisce affatto, il gioco di parole è fra “di nuovo” e “dall’alto”, nascere nuovamente o dall’alto, cioè da Dio. Ma i due significati sono complementari: ovviamente dall’alto indica l’azione di Dio e di nuovo un profondo rinnovamento, un rinascere appunto. Vuole significare che è necessario l’intervento dello Spirito santo per riconoscere Gesù Cristo come Messia e Signore.

È interessante vedere che quando si parla dello Spirito santo, da una parte c’è l’assoluta libertà e iniziativa del Signore, ma dall’altra una apertura che si deve avere per accoglierlo. Non spegnete lo Spirito dirà addirittura l’apostolo Paolo. Ebbene questo è un primo insegnamento. Per un cambiamento vero e buono c’è bisogno di restare aperti all’azione dello Spirito e ciò sarà personale, e poi magari avrà implicazioni sociali.

Comparazione esplicita

Poi il dialogo va avanti fra incomprensioni e Gesù ad un certo punto dice:

Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». Giovanni 3:8

Anche qui c’è un gioco di parole fra vento e Spirito (in greco, ma si avrebbe anche in ebraico), ma ciò che è importante è che qui venga fatta una similitudine esplicita, venga istituita una corrispondenza fra il fatto che dello Spirito non capiamo bene da dove nasca e dove vada, ma ne udiamo il suono o il rumore e coloro che sono raggiunti dallo Spirito, rinati grazie allo Spirito ad una nuova vita.

Da una parte ciò è banale, in quanto quando lo Spirito raggiunge una persona è sempre lo stesso Spirito del Signore all’opera nel mondo, si può capire che era all’opera, forse che sta passando, ma senza poterlo afferrare del tutto, senza poterlo oggettivare. Così quindi dovrebbe essere per quelle persone che grazie allo Spirito agiscono, testimoniano, vivono. Posso vedere degli effetti, ma non posso dire quella persona ora agisce per lo Spirito… di solito lo posso dire solo dopo gli eventi. L’unica cosa di base che si può affermare è che lo Spirito ci fa confessare Gesù Cristo come Signore, il resto non è automatico.

Però, sappiamo bene che molte sono le chiese e i cristiani che vogliono garanzie sulla spiritualità dei credenti, che desiderano oppure organizzano una specie di certificazione della nuova nascita…

Ciò è sorto ovviamente per restringere gli abusi di chi si definiva spirituale e molte chiese cercano criteri per dire chi abbia lo Spirito e chi no. Ma questa similitudine nel passo di Nicodemo, ci dice che in fondo la nuova nascita non è qualcosa di verificabile.

Azioni fatte grazie allo Spirito santo, cioè, sono qualcosa di reale, di autentico, qualcosa che si può testimoniare, che puoi dire sì lo Spirito è proprio intervenuto, ma non dimostrabile. E tanto meno puoi dire di una persona che sia sempre mossa dallo Spirito.

A mio avviso allora le chiese e i cristiani non dovrebbero subito pensare agli abusi, ma invece concentrarsi sull’annuncio “incredibile e spettacolare” che:

  1. i cristiani ricevono lo Spirito santo
  2. ciò produce una rinascita, un rinnovamento
  3. anzi, questa azione dello Spirito non è solo una volta nella vita, ma è un rinnovamento che avviene varie volte e per vari aspetti nell’esistenza, a seconda delle cose che succedono o della nostra situazione.

Rinascita e ripresa

In questa crisi della quarantena da Corona-virus, come dicevo è stato detto da molti che saremmo cambiati come singoli e come società, non so se questo sia vero in profondità e se tutti più o meno torneranno alla vita di prima, ma anche in generale sappiamo che nella vita siamo legati da un certo status o lavoro, pensiamo di essere in un certo modo, ed è difficile cambiare, ma poi al cambiare di situazioni, iniziamo già a cambiare…

Il problema è però non il cambiamento per il cambiamento, ma cambiare secondo lo Spirito, secondo l’evangelo, nel fare la volontà del Signore. E non è solo questione di cambiamento superficiale e nemmeno di un po’ più sostanziale, ma di una nuova nascita, di una rinascita e quindi un rinnovamento profondo dell’animo, della vita, delle prospettive e idee.

Non solo alle volte non è facile dire come dovremmo cambiare, ma forse non è neanche corretto, bisogna rimanere aperti al soffio dello Spirito santo; la ridefinizione di come siamo, passa attraverso l’ascolto dello Spirito.

Ho visto persone arroccarsi in pregiudizi profondi, altre che sanno sempre come si dovrebbe fare, ho visto persone spaventate ed altre che minimizzavano o che volevano chiudere gli occhi perché tutto fosse come se niente stesse succedendo…

Ebbene, lo Spirito che soffia ci parla contro la paura: la paura di perdere la vita e il futuro, perché ci dice che il Signore è il Signore della nostra esistenza e ce lo fa udire. Ed anche parla contro la paura di cambiare, come se cambiando non fossimo più noi, ci dà coraggio per accogliere le novità che lo Spirito ha per noi.

Perché, comunque sia, la rinascita è una conversione profonda dai sentimenti egoistici o dalla mentalità di questo mondo al Signore, che poi cambia anche almeno in parte questo mondo.

Speranza e rinnovamento, fiducia e conversione, apertura e riflessione critica sul passato: anche per tutto questo preghiamo lo Spirito santo. Amen


Pubblicato

in

da