Domenica della Trinità

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La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

II Corinzi 13:13

Questo è il saluto finale della II lettera ai Corinzi e uno dei testi trinitari che troviamo nella Scrittura.

Come molti sapranno i Credo trinitari non si trovano nella Scrittura, ma sono stati elaborati successivamente, ma proprio a partire dai testi biblici.

E come molti sapranno le nostre chiese evangeliche (protestanti), come la maggioranza delle chiese, sono trinitarie, seguono cioè l’impostazione trinitaria dei Credo antichi. Infatti, i Riformatori non intesero creare una nuova chiesa, ma ridarle forma, riformarla da ciò che non aveva fondamento biblico. Mentre i Credo, oltre le divisioni e le varie interpretazioni, identificano la Chiesa universale (cattolica dal termine greco).

La domenica dopo la Domenica di Pentecoste è dedicata, nell’anno liturgico, alla Trinità.

Spesso fra i cristiani si trova un atteggiamento di distanza dal tema trinitario, per via della sua difficoltà nella storia e nella teologia, alla fine viene ritenuta un’inutile complicazione. È certamente vero che le controversie dell’antichità, basate sul pensiero ellenistico, a volte con ipotesi ardite o poco sostenibili, è poco comprensibile.

Però, quando si cerca di comprendere a fondo il messaggio evangelico, occorre una guida sia per approfondirne la conoscenza, sia per non sviarsi rispetto a cosa sia centrale per la Chiesa cristiana. I Credo rispondono a questo scopo e quello detto apostolico è semplice radunando in una formula sintetica l’essenziale. E certo non introduce nessuna particolare complicazione.

Torniamo, però, prima al saluto finale della lettera dell’apostolo Paolo. Vedete come l’aspetto trinitario sia utilizzato per parlare della sollecitudine divina verso ognuno di noi. Infatti, qui non si cerca di investigare la natura divina, ma è annunciata nei suoi effetti verso i credenti.

Dunque, al primo posto troviamo la grazia. Solo con la grazia di Gesù Cristo noi riceviamo salvezza e diveniamo credenti. Così conosciamo l’amore di Dio, che è sempre presente, ma che con la grazia si rende a noi evidente e ci permette di vivere con speranza. Ed entriamo in comunione per lo Spirito santo, da cui riceviamo aiuto costante, con il Signore e con gli altri credenti.

Recitare il Credo apostolico, allora, vuole ricordarci chi sia il nostro Salvatore, darci fiducia che l’amore del Padre mai si separerà da noi ed essere un segno di comunione con tutte e tutti i cristiani nel mondo.

Credo apostolico

Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra.

E in Gesù Cristo, suo Figlio unigenito, Signore nostro, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese nel soggiorno dei morti, il terzo dì risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la resurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen


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