Conosciamo la via!

Come si può arrivare a Dio, come conoscerlo? La domanda sulla via da percorrere verso la divinità è stata sempre presente nella storia umana.

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Grandiose filosofie, ardite immagini, spesso sbagliate, hanno cercato di descrivere l’aldilà, altri più semplicemente ne parlano come di un mistero insolubile. Certamente il mistero rimane per tutti noi, piccoli umani dinnanzi al Creatore di ogni cosa, su come sia la vita dei risorti presso Dio. Ma non c’è mistero sulla via: Gesù Cristo è la via.

Da un certo punto di vista anche l’ateismo è una risposta negativa alla stessa questione. E oggi sappiamo che molti si dicono atei, e proprio per questo Tommaso è fra gli apostoli quello che appare ai nostri contemporanei come il più moderno.

Tommaso, infatti, è quello che a Pasqua non crede: se non vede e tocca il Risorto. E sempre Tommaso, qualche tempo prima, aveva avuto anche dubbi verso il suo maestro, quando Gesù aveva annunciato la resurrezione e l’accoglienza dei risorti presso il Signore e aveva aggiunto che di quel luogo sapevano anche la via per andarci. Allora:

Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?»

Tommaso lega il fatto di non sapere come sia il luogo della vita eterna, il Regno di Dio, il Paradiso, al dubbio sul come andarci. Vorrebbe conoscere la meta prima di vivere, per essere sicuro della via da prendere. In questo è moderno, le sue domande assomigliano a quelle che si sentono oggigiorno. “Come faccio a fidarmi prima di vedere?” “Quali sono le prove?” Però:

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto».

Giovanni 14:5-7

Gesù, dunque, afferma che non c’è altro modo di andare al Padre e conoscerlo se non attraverso di lui, che invece conoscono da vicino, e chiede di riporre piena fiducia nella sua persona come la via. Tommaso, dunque, dubitava della via per andare da Dio, ma invece l’aveva lì dinnanzi a lui.

Quanto è moderno Tommaso, dicevamo, ma sarebbe meglio dire quanto sono come noi le persone i cui ricordi sono negli evangeli, avranno usanze o modi di dire differenti dai nostri, ma il loro animo è spesso il nostro animo. La Bibbia, la Scrittura, è così avvincente perché una volta che superiamo le difficoltà di linguaggio e le differenze superficiali, essa parla dei nostri sentimenti ed emozioni, dei nostri interrogativi e delle speranze umane, cose sempre contemporanee.

E verso Tommaso e verso tutti noi Gesù Cristo afferma di essere la via.

È come se il nostro Salvatore dicesse: “non state a disquisire dei cieli e della terra, dell’oltretomba o di quello che nei secoli hanno detto i teologi, ma invece la via c’è, hai già saputo tutto ciò che dovevi sapere su questa terra circa Dio, adesso incamminati per la via, vivi la vita che ti insegno con verità”.

Per i tanti Tommaso che incontriamo, e a volte siamo, è una via fin troppo semplice da essere presa sul serio.

Oppure la ricerca della via di Gesù Cristo in questo mondo complesso è una scelta che non si vuol prendere per conformismo a questo mondo.

Oppure, ancora, si dice che Gesù Cristo non ce l’abbiamo davanti per seguirlo… Già non è facile, ma ciò che sappiamo dai vangeli è sufficiente e solo vivendo lo capiremo meglio, grazie alla vicinanza dello Spirito. E proprio quel maestro, che noi ammiriamo per i suoi insegnamenti e per come ha vissuto, chiede di aver fiducia in Lui e di incamminarci per la via che ci insegna per darci fin d’ora il dono più bello: la vita eterna, che ci libera dalla paura.


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