La guida del buon pastore

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In questi tempi di incertezza e preoccupazione per il Corona Virus, per i lutti, per la possibilità di ammalarsi e anche per le ricadute sociali ed economiche, ci si sente un po’ spaesati, spersi. Anche perché anche se moltissimi sono responsabili, competenti e umani, incontriamo persone irresponsabili o che non vogliono sentir ragioni e alle volte a livello mondiale compaiono persone che dovrebbero guidare nazioni che sono invece superficiali oppure ci si chiede che fine perseguano effettivamente.

In questo scenario l’immagine del buon pastore delle pecore usata da Gesù è per me di grande aiuto.

Gesù, infatti, si presentava come il buon pastore, con l’immagine cioè tradizionalmente riferita al Signore, a Dio, con due obiettivi.

  1. Rassicurarci. Presentandosi infatti come il buon pastore per noi, visti come pecore intimorite ed erranti, Gesù ci assicura che sarà vicino per guidarci e prendersi cura di noi, nonostante tutto ciò che accade.
  2. Contrapporsi ai cattivi pastori, cioè a tutti coloro che vogliono presentarsi come guide per gli altri e per la società, ma ovviamente non lo sono, per incompetenza e mancanza di umiltà.

Entrambi i motivi sono necessari in questi momenti di incertezza dovuta alla pandemia, sia la vicinanza e la cura personale, sia avere una guida della società, per l’umanità.

Infatti, non sappiamo bene come progettare il nostro domani, siamo dunque come pecore smarrite che non sanno dove andare. E Gesù Cristo ci indica un modo di concepire la vita e la società, decisivo specie quando siamo confrontati con una perdita di valori umani validi da cui ripartire.

Infatti, Gesù disse:

Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.

Giovanni 10:10b-11

Gesù Cristo, il buon pastore, dà la sua vita per noi sulla croce, per il nostro perdono e salvezza. Ma vuole anche darci vita e, sottolinea, in abbondanza. Gesù ci vuole dare fin da oggi cioè una vita buona e positiva, un’esistenza autentica e vera, non di spreco ma nemmeno di privazione, come invece pensavano alcuni nel Medioevo.

Gesù Cristo non parla infatti né di ascesi né di sofferenza, anche se per seguire la sua strada soffrirà come anche molti suoi discepoli, ma parla di vita abbondante!

Affidandoci allora alle parole del nostro Salvatore Gesù Cristo, cercando di seguirlo giorno dopo giorno, Egli ci guida in questa esistenza, ci sostiene e illumina nelle nostre scelte, ci insegna un vivere mai superficiale.

E questa vita autentica e realizzata, ci mostra come ripartire e non vale solo per i singoli.

I credenti nelle nostre chiese cercano di seguire Gesù Cristo, mettendo in pratica ciò che hanno capito del suo insegnamento e confrontandosi con gli altri, in modo che la direzione e l’assistenza del buon pastore sia personale e comunitaria insieme.

E nella società i cristiani sono chiamati ad agire similmente, sapendo che il buon pastore vuole una vita autentica e abbondante per tutta l’umanità. I cristiani allora devono operare nella nostra società, democratica e pluralista, con la necessaria umiltà e apertura, con efficacia per risolvere i problemi, avendo una reale simpatia umana.

Portare idee, soluzioni, atteggiamenti e discorsi nati dal conoscere il buon pastore, sarà ciò che farà la differenza in positivo per la nostra società. E ci farà sentire la guida e la cura del nostro buon pastore verso tutti gli esseri umani.


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