Ei solo è il nostro re

Quando Gesù Risorto lascia i discepoli sulla terra, ecco che assegna loro il compito di essere suoi testimoni; con la promessa, che si realizzerà a Pentecoste, dell’invio dello Spirito santo come sostegno e aiuto.

Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra».

Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

Atti 1:8-11

Perché state a guardare verso il cielo vuole dunque sottolineare che come testimoni, si deve intervenire in prima persona come credenti nelle vicende del mondo, in generale per essere di aiuto al nostro prossimo.

Sovranità e ubbidienza

In che modo dobbiamo essere presenti in questo mondo? Quando gli uomini vestiti di bianco dicono del Risorto che è stato elevato in cielo, significa –come si esprime il Credo– che Gesù Cristo “siede alla destra di Dio”.

Cioè, Gesù Cristo, come si dice è il suo braccio destro, significa che è Colui che agisce in nome e per conto del Signore, come succedeva nelle corti di un tempo. Questa immagine del re era subito compresa ai tempi degli antichi, così nei vecchi inni ottocenteschi si canta spesso che il vero re è Gesù Cristo. Ma oggi il senso forse un po’ sfugge.

Invece però si può anche dire che proprio il sistema democratico (dalla chiesa agli stati) trova il suo fondamento religioso proprio nel fatto che se c’è un unico vero Re che domina su tutti, non ci può essere un altro re, o può esistere, ma sullo stesso piano degli altri cittadini.

La dimensione democratica che va così bene per dei pari, non si applica però al rapporto con il Signore, Egli è il Re assoluto. E questo potere con l’Ascensione è di Gesù Cristo risorto. Infatti, con l’Ascensione Gesù diviene insieme non solo Profeta e Sacerdote, ma diviene anche Re assoluto.

Gesù Cristo è la fonte del diritto e Colui che comanda, che assegna un compito, un lavoro a ognuno dei sudditi.

In questo senso l’invio dei discepoli è un ordine, non un dolce invito. E la fede non è solo pia orazione, ma ubbidienza a Gesù Cristo.

Dunque, siamo inviati nel mondo come sudditi del Cristo. Questo senso di ubbidienza verso il Cristo sembra alle volte mancare ai cristiani.

Si dipinge Gesù come -se mi passate l’espressione- un bonaccione, uno che si è fatto mettere in mezzo su una croce per salvarci, per darci un qualche aiuto, ma invece proprio perché ci riscatta dalla morte, acquista una sovranità su di noi che va rispettata.

Alle volte invece Dio c’è solo per qualche vicenda della vita. Lo si prega nella difficoltà, ma poi?

Chi vive come soldato del Signore? Chi si interroga in questo mondo su cosa il Signore ci chiede di fare della nostra vita, in un certo giorno, in una data situazione?

Non è infatti solo questione di quello che sento e che vorrei, ma anche di ciò che il Signore mi ordina di fare nella e della mia vita.

Fraternità

Il fatto di dover tutti insieme ubbidire all’unico Signore, porta al dovere della fraternità nella chiesa, non solo una bella speranza, ma una conseguenza della testimonianza dell’unico Signore. Ecco invece cristiani che vanno per una strada, altri per un’altra, persone che non collaborano o peggio disprezzano altri. Ecco chiese che si dicono ecumeniche, che non fanno gruppo per portare avanti i progetti dell’unico Signore.

Mi direte che ognuno interpreta a suo modo, che ognuno ha il suo carattere e le sue specificità. Sì, va tutto bene, ma quanti fratelli e sorelle nel mondo pensano che tutti insieme, pur nella pluralità, dobbiamo portare avanti la stessa battaglia, lo stesso progetto di testimonianza e di evangelizzazione datoci dal nostro unico Signore?

Crisi?

Più in generale si parla di crisi, la crisi del senso della vita, una crisi di valori, nel senso che non sappiamo più bene il vero valore delle azioni e delle cose e delle persone, in cui non sappiamo quali sono le priorità dell’esistenza. Ebbene se siamo capi a noi stessi, seguiamo infine i primi che capita.

Se noi vediamo invece che siamo chiamati, nelle tante vocazioni e doni che il Signore ci dà, a vivere per il Signore, non solo saremo più solo solidali, ma ritroveremo anche un senso della nostra vita.

Ognuno di noi infatti ha tante vocazioni, tante chiamate e tante possibilità, fino a quando siamo vivi siamo al servizio del Cristo e questo rende importante la nostra vita in ogni tempo.

dignità

C’è una seconda dimensione dell’Ascensione: la dignità del “fisico umano”, della nostra carne, direbbe la Bibbia.

Infatti, Gesù risorto con la nostra umanità e accolto presso il Padre, è la garanzia dell’accettazione di Dio verso la nostra umanità nel suo Regno, per come siamo.

La resurrezione di Cristo è la primizia per ognuno di noi e l’Ascensione è la garanzia della nostra accoglienza nel Regno di Dio come risorti. Questo significa, non solo una salda speranza nella resurrezione, ma anche un riconoscimento della dignità di ogni essere umano nella sua concretezza, essendo l’umanità assunta in cielo in Gesù Cristo, e quindi il combattimento cristiano è per l’umanità nel difenderne la dignità e il futuro. È un combattimento contro i principati mortiferi del mondo, e non contro carne e sangue.

In questo senso la dimensione di sudditi dell’Iddio vivente non è una guerra agli altri esseri umani, ma un essere al loro servizio, come peraltro Cristo stesso lo è stato.

La nostra vocazione avrà allora il senso di adoperarsi per gli altri, non dimenticando che i nostri errori e i dolori della vita saranno superati dal ritorno del nostro signore Gesù Cristo.

Non staremo allora a guardare il cielo, ma ci rivolgeremo alle tante persone del nostro tempo che stanno aspettando con urgenza la parola di vita del nostro Salvatore e il nostro intervento come inviati di Cristo. Amen


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