Vivere alla gloria di Dio sembra proprio una di quelle affermazioni ecclesiastiche, da comportamento pio, però non è così, venerdì 28 ottobre è crollato un ponte sulla Statale vicino a Lecco, è venuto giù con responsabilità che saranno chiarite dalla magistratura, fra rimpalli burocratici, peso del camion… Pensate che vivere alla gloria di Dio non riguardi anche in negativo quel crollo, come tante cose che avvengono in questo mondo? C’entra invece, è il mettere in pratica la nostra fede cristiana…
Nella II lettera ai cristiani che sono in Tessalonica, c’è una preghiera per i tessalonicesi, che può essere ben estesa a tutti i cristiani, e che invita a vivere alla gloria del Signore.
II Tessalonicesi 1:11-12 Preghiamo continuamente per voi, affinché il nostro Dio vi ritenga degni della vocazione e compia con potenza ogni vostro buon desiderio e l’opera della vostra fede, in modo che il nome del nostro Signore Gesù sia glorificato in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e Signore Gesù Cristo.
Dunque la fede, non è qualcosa di passivo, che solo si riceve dal Signore, ma anche qualcosa di attivo, che si mette a frutto nella propria vita. Vivere per fede, vuol dire dunque operare in questo mondo grazie al sostegno e la guida del Signore.
E questo vivere per fede ha un fine: quello di glorificare il Signore. Anzi il testo dice che il Signore sia glorificato in voi, non solo dunque qualcosa che si fa, ma qualcosa che diviene proprio di noi stessi, del nostro essere.
E questa è la preghiera dell’apostolo è che il Signore sostenga con la sua potenza, cioè con il suo Spirito, l’operare dei cristiani, cioè quelle cose, quel comportamento, quelle decisioni che i cristiani sono chiamati a compiere dalla loro fede, cose che cercano di fare in modo da dare gloria al Signore, e che dà in Gesù Cristo gloria anche a loro.
Glorificare vuol dire esaltare, rendere gloria, lodare, benedire il Signore. Ebbene non è una questione di parole, ma della vita stessa del credente. La vita stessa sia dunque un rendere gloria al Signore.
Certamente vivere alla gloria di Dio vuol dire, fra l’altro, che le persone che vedono questo glorificheranno Dio (ma non tutti, anzi alle volte quasi nessuno approverà perché si è andati contro il mondo), cioè che vedendo come vivono, cosa compiono e realizzano i cristiani, si darà gloria a Dio, si ringrazierà Dio e si sia riconoscenti a lui. In questo si realizza quel e voi in lui, quel ricevere anche gloria di riflesso.
Ma questo potrebbe portare al rischio della gloria personale, infatti l’apostolo parla dell’essere glorificati in Cristo, cioè non c’è da riferire ciò che si riesce a fare a sé stessi, ma si deve sempre dare onore e gloria a Gesù Cristo, si deve riportare sempre l’attenzione di chi ringrazia sul Signore, che questo o quello ha permesso e sostenuto, non sulla persona che ne è stato tramite.
Ma c’è in più: vivere alla gloria di Dio è qualcosa che non si fa per gli altri, per un’approvazione e in fondo neanche per l’utilità per il prossimo, anche se per vivere alla gloria del Cristo implica vivere con amore e attenzione al nostro prossimo. Vivere alla gloria del Signore è qualcosa che vale in sé, è la maniera di essere cristiani.
Quando qualcuno per disattenzione, negligenza non si preoccupa della costruzione o dello stato d’usura di un ponte, anche se non è la sua primaria responsabilità, anche se è al di fuori delle responsabilità penali, pensate che stia vivendo alla gloria di Dio? Pensate che questo porti qualcuno a ringraziare il Signore? Certo che no.
Ora vivere alla gloria di Dio è anche un modo per realizzare la propria vocazione (citata nel nostro testo). Per mettere a frutto pienamente i propri doni, certo doni che sono a favore della società, della comunità, ma anche doni per realizzare ciò per cui siamo stati creati.
Esempi se ne possono fare tanti. Ai genitori al battesimo chiediamo di allevare i figli alla gloria di Dio, di fare il loro mestiere di genitori, che per i cristiani è una vocazione, una chiamata di Dio, con tutte le loro capacità ed energie positive.
Ad un lavoratore di fare bene il proprio lavoro, se no spreca la sua vocazione, come colui che pur nella condizione di farlo non ferma la circolazione del ponte prima che cada… Esempi negativi se ne possono far tanti: che pensare di una cantante con una bella voce, dono di Dio, che invece di allietare la vita del prossimo fa brutte canzoni solo per soldi?
E che pensare di quelle persone che divengono bene o male dei punti di riferimento, non solo artisti o sportivi, ma anche maestri o uomini di chiesa, e che deludono i giovani che guardano a loro?
Vedendo tanti esempi negativi ci chiederemo: come è possibile vivere alla gloria di Dio? Non sarà troppo difficile? Prima di tutto ovviamente occorre impegnarci, non tirarsi indietro o trovare facili e false giustificazioni. Poi c’è per noi tutti la preghiera dell’apostolo.
Perché insieme all’impegno personale, ci sarà anche l’azione di Dio che con la sua potenza, con lo Spirito santo, ci renderà degni della vocazione e compirà in noi l’opera della nostra fede.
Sia solo a Dio gloria, significa dunque non solo vivere solo per la gloria del Signore e non anche per gloria e guadagni umani, ma anche vivere grazie al suo Spirito, e in questo avremo una vita vera e piena. E dunque: solo a Dio sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen