Rallegratevi

Prima di Natale la gioia sembra un dovere, almeno per la pubblicità. Però alle volte non abbiamo proprio la forza di rallegrarci. Eppure l’apostolo Paolo ce lo ordina!? Infatti la gioia è la base costante della vita cristiana.

Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. (Filippesi 4:4-7)

Gioia

L’apostolo dice spesso in questa lettera, come in altre di rallegrarsi, di aver gioia: di rallegrarsi nel Signore. È come un invito che ci costringe a fermarci, a fermarci in mezzo alla vita che corre, a fermarci dal lamentarci o dal piangere, per concentrarci sul Signore.

Rallegrarsi nel Signore vuol dire, infatti, considerare la propria situazione tenendo presente Dio, e quindi data la salvezza portata da Gesù Cristo ciò è fonte di allegria.

Si tratta, dunque, non di una gioia momentanea: oggi per un fatto, domani per qualcosa d’altro, ma di una condizione di base del credente. È una stabile gioia che deriva dalla consapevolezza dell’opera di Cristo per noi. È la felicità dovuta all’opera di salvezza di Cristo per noi che garantisce tutta la nostra persona.

Avere salvezza in Cristo significa, ad esempio, che non è importante neanche la nostra vita terrena, che in Cristo siamo vincitori sulla morte e quindi su ogni altro dolore, che Cristo prepara per noi un universo rinnovato in cui il dolore non esisterà più, mai più. È questo che dà la possibilità di vivere con una fiducia di base ed avere occhi nuovi con cui vedere il giorno che passa.

In questo senso la gioia del credente non è per niente consolatoria, nel senso che correntemente si dà a questo termine. Non è qualcosa che ti consola, nel senso che ti fa sopportare la perdita della vita, la perdita di un tuo caro o solo di un’occasione o della giovinezza. No, l’annuncio di Cristo dice che: le perdite non sono vere perdite, ma che ritroveremo amori, amici e noi stessi. E ritroveremo il nostro tempo “perduto”.
Bontà

Per questo possiamo essere mansueti, buoni. Parola che al mondo attuale fa orrore.

Buoni perché abbiamo una riserva infinita per non dover trattare gli altri come bestie.

Questo non significa, o non dovrebbe significare mai, che siamo anche compiacenti con l’ingiustizia o gli ingiusti. Ma essere mansueti vuol dire avere una maniera non vendicativa di affrontare i problemi. E significa avere –verso tutti– un atteggiamento aperto e cordiale, non sospettoso e egoista.
Preghiera

Certo alle volte si dimentica tutto questo. Siamo presi dalla tristezza e dalla paura. Alle volte abbiamo proprio bisogno di riudire le parole dell’evangelo e, perché no, di un culto in cui risuoni forte e chiara la buona notizia di un grande gioia che tutto il popolo avrà. Abbiamo bisogno del Natale e della Pasqua.

Ma forse, più spesso, abbiamo proprio bisogno di pregare.

È quel che dice l’apostolo. Non angustiatevi, ma pregate. E nella preghiera non solo fate conoscere tutto ciò che turba il cuore, gli inutili dolori, come canta un nostro inno. Ma soprattutto ringraziate.

Già, ricordatevi, ricordiamoci dei grandi doni fatti da Dio alla nostra esistenza, e soprattutto di quella notizia che ci dà grande gioia, e quella fiducia per il tempo che viene: il Signore è vicino.
Pace

È allora che abbiamo pace.

Vera pace, non una pace desolata e senza ricordi, ma una pace che viene dal Signore che ci è vicino, che ci custodisce, pur se siamo in mezzo alla tempesta.

Una pace che ci fa sorvolare le fasi difficili della vita e le nottate insonni; che fa crescere e maturare; che fa superare le asperità.

Una pace che ci fa essere insieme e non da soli. Pace che fa in modo che diveniamo una comunità con gli altri. Pace che fa in modo che il popolo di Dio si alzi –finalmente– e non rimanga nei lamenti o nell’indifferenza, ma con mansuetudine cammini per sentieri di giustizia.

Forse facciamo fatica a crederci, per questo l’apostolo ci avverte che la pace che dà Dio supera ogni nostro desiderio e attesa, è al di sopra dei nostri pensieri, come i pensieri di Dio lo sono.

È una pace che il Signore stesso custodisce, con la sua forza e il suo vegliare. E che fa fuggire il dolore e la paura, l’ansia e l’egoismo.


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