Lo scritto, che tradizionalmente è detto “lettera agli Ebrei”, di cui non conosciamo né l’autore, né la chiesa a cui era indirizzato, sembra parlare ad una chiesa disorientata da «diversi e strani insegnamenti», cose che sente dire in giro e che vive nel quotidiano. Di fronte a questa situazione l’autore le rivolge un forte e grande annuncio su Gesù Cristo, e verso la fine scrive:
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia (Ebrei 13:8-9b)
Anche noi viviamo in un’epoca in cui ci vengono proposti tanti insegnamenti e tante suggestioni differenti. Alcune sono palesemente contrarie al cristianesimo, ad esempio alcuni di altre religioni parlano di reincarnazione e confondono le idee sulla resurrezione, altre visioni sono meno dirette contro l’evangelo, ad esempio in questo inizio di anno nuovo sentiamo tanti oroscopi, ma l’astrologia, idea non cristiana, fa riporre la propria fiducia in elementi del mondo, distraendola dal nostro Signore. Ma ci sono anche attacchi alla religione cristiana, in base ad una visione di scienza non rettamente intesa.
Ed in questa confusione ci si mettono alle volte anche i pastori. Si propongono nuove teorie, o nell’inseguire la popolarità o i giovani, nuove liturgie e simboli sconosciuti. Oppure nuovi modi di fare, a volte spregiudicati, che lasciano però la comunità interdetta, confusa ed infine a chiedersi: qual è il senso della nostra esistenza come singoli cristiani e come chiesa?
«Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.»
Dice l’autore del nostro testo. Già: il Cristo predicato dai primi cristiani, colui che si è presentato a noi sulla terra è proprio lo stesso oggi e domani. Non conta un anno che passa, e non contano neanche tanti secoli. Egli, il risuscitato, è il nostro Signore e Salvatore sempre. È dunque da Gesù Cristo che dobbiamo ripartire ogni volta.
Il mondo sembra alle volte andare avanti, fa parte della sua pubblicità: il mito del progresso, ed invece va solo qua e là, erra, va in avanti e torna indietro, certo sempre diverso, ma spesso sempre uguale a sé stesso nell’intima sua natura di ingiustizia e di prevaricazione. È da Gesù Cristo, fattosi uomo, crocifisso e risorto, che dobbiamo ripartire per scoprire il senso della nostra vita come singoli e come chiesa in questo nostro tempo.
E di questo Cristo, cosa dobbiamo comprendere più di tutto? La grazia, risponde il nostro autore.
Si è nutriti/si vive per grazia, non per le regole alimentari dei farisei, non per i modi conformistici o meno di comportarsi. La “benzina” della chiesa non sono diversi e strani insegnamenti, non sono nuove luci e nuovi colori, e non sono regolamenti o grandi spiegazioni razionali, ma è la grazia.
Ma è un messaggio moderno? No, il messaggio della salvezza per grazia è sempre stato non moderno. Perché è nella natura umana pagare per ogni cosa, è della natura umana il suo egoismo da non riuscire a comprendere come sia possibile che il nostro Signore sia morto per la nostra salvezza senza che noi lo pagassimo in alcun modo, veramente gratis. Ed insieme è nella nostra natura umana l’orgoglio per non ammettere che non meritavamo salvezza in alcun modo, che non abbiamo fatto nulla eppure il Signore ce l’ha concessa.
Però è questo messaggio della grazia che è veramente nuovo, e che veramente rinnova la nostra mente e la nostra vita, quando lo Spirito santo ce lo fa conoscere e ci dà intelligenza per capirlo. È questo messaggio che ci trasporta dalla paura e dalla schiavitù alla fiducia ed alla preziosa libertà dei figli di Dio.
Allora «è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia». Quando siamo disorientati da ciò che ci succede o succede ai nostri cari, quando siamo perplessi di fronte ai tanti slogan del mondo e non siamo più sicuri di cosa dobbiamo fare e dire e pensare, ritorniamo a Gesù Cristo e alla sua opera di grazia. Sentiamo come la sua grazia ci rinsalda e si prende cura del nostro cuore e pretendiamo questo Cristo dalla chiesa e annunciamo questo Cristo al mondo. È lui che dà vita e dà futuro e mentre le mode e le epoche passano come fossero fumo al vento, Gesù Cristo resta in eterno il nostro Signore e Salvatore.