5 solo con spartito

5 Sola

Al tempo della Riforma furono rimessi in luce alcuni aspetti del messaggio cristiano originario, che erano stati travisati o coperti da aggiunte, specie medioevali.

Nel tempo si è venuto affermando, come escamotage didattico, il riassumere le caratteristiche di base della Riforma e quindi degli evangelici, in cinque punti facili da memorizzare: i cinque solo o meglio (visto che erano detti in latino) i cinque sola della Riforma.

È chiaro che questi punti non riprendono tutta la dottrina cristiana, lasciando ai Credo e alle Confessioni di fede questo compito, ma sottolineano in particolare quegli aspetti del messaggio cristiano originario che con la Riforma furono rimessi in luce. Quest’ultima affermazione sul carattere originario forse non sarà del tutto condivisa da altre confessioni cristiane, ed infatti i 5 solo vengono presentati come un elemento distintivo delle chiese evangeliche, alle volte anche in contrapposizione con le altre confessioni cristiane.

Però, non solo per essere ecumenici bisogna sapere ciò che è proprio per una confessione cristiana, ma ad esempio il Consenso cattolico-luterano sulla dottrina della giustificazione del 1999, mostra come ci siano dopo vari secoli convergenze, sorprendenti, anche su alcuni di questi principi.

Da quale iniziare? Ora se da un punto di vista didattico possiamo iniziare con il Sola Scriptura, quasi fosse una specie di postulato da cui derivare gli altri quattro, in realtà da un punto di vista teologico il primo articolo non può che essere il Solus Christus.

Infatti come cristiani leggiamo la Scrittura perché parla del Cristo, perché è lì che si va a cercare ciò che è testimonianza a lui vicina e quindi non ricoperta da idee posteriori. Anzi il Nuovo Testamento è stato così definito (si veda il processo della formazione del canone in cui la Chiesa dei primi tempi in un processo rigoroso e valido ancor oggi ha individuato gli scritti considerati ispirati, rispetto ad altri che non lo erano) proprio partendo dalla testimonianza che dava al Signore Gesù Cristo.

Inoltre leggiamo la Scrittura (Antico e Nuovo testamento) partendo dal Cristo. Egli ne è il criterio. Dunque ne è criterio antecedente e non subordinato alla Scrittura. Credo a quanto è scritto perché credo in Gesù Cristo e non viceversa. Anche l’affermazione di una Scrittura come Parola di Dio, ha senso solo se si interpreta come riflesso della Parola di Dio fatta carne in Gesù Cristo (Giov. 1:14). La Scrittura ha dunque il ruolo di rendere testimonianza al Cristo.

Un’ultima osservazione rigurada l’esclusività del solo. Tutte le confessioni cristiane hanno Gesù Cristo come Signore e considerano la Bibbia come Scrittura ispirata da Dio, e via dicendo. La specificità protestante sta nel richiamare con quel solo l’unicità di queste questioni teologiche, senza accostarvi altro

Solus Christus

cioè Solo Cristo. Il nostro Signore e Salvatore, Colui nel quale il Signore di ogni cosa si è voluto rivelare e far conoscere, e si rivelato come Colui che ci ama fino a morire per la nostra salvezza, è solamente Gesù Cristo.

Cristo Gesù quindi è il centro della Scrittura, Egli ne è insieme il criterio di lettura. Egli è il Capo della Chiesa, che vive per annunciare il suo messaggio.

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono-infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio- ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Romani 3:21-24

Unico mediatore

Apprendiamo così, che la salvezza che ci dà Gesù Cristo riguarda sia la nostra vita presente sia quella dopo la morte (I Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti). Nel presente Gesù ci guida ad una vita che abbia senso e dignità, dopo la morte ci fa essere cittadini di un regno in cui non ci sarà più morte, né dolore e riabbracceremo i nostri cari.

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo

I Timoteo 2:4

Con il Solus Christus ci si oppone al fatto che altri possano essere visti come apportatori di salvezza o come mediatori, facilitatori di questa salvezza come ad esempio i santi.

Ma questo vale anche filosofie o ideologie anche religiose.

Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

I Corinzi 1:21-25

Questo predicare Gesù Cristo crocifisso è contro la teologia della gloria. Teologia della gloria che è sempre risorgente. Dunque quell’esclusivismo cristologico che a volte viene rimproverato ai protestanti, è in realtà fondamentale per non inserire nuovi e spuri elementi.

Il discorso si estende anche contro la teologia naturale e le altre costruzione dogmatiche che cercano di presentare Dio al di fuori di Gesù Cristo. Si pensi ad esempio ai problemi dovuti al parlare di onnipotenza di Dio indipendentemente da Gesù Cristo!

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.

Giovanni 1:18

Ed anche:

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giovanni 14:6

Quindi è l’unico mediatore in senso lato.

Unico Salvatore

L’unico mediatore però non è solo Colui attraverso il quale pregare e conoscere Dio, ma è soprattutto il Salvatore.

Considerando solo Gesù Cristo come Signore e Salvatore, si comprende anche in che modo si è cristiani, in quale modo si “edifica” o “non si edifica” partendo da Gesù Cristo.

Da questo criterio si capisce che la fede non è adesione ad un dogma o ad una particolare chiesa, ma la fiducia nella persona di Gesù Cristo.

Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato

Romani 10:9

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.

Atti 4:12

Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia».

Atti 16:31

Unico Signore

Colui che ci salva, da cui riceviamo parole di vita è anche l’unico Signore della nostra esistenza.

Filippesi 2:8-11: Trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Affermazione che compendia in sé l’essere di Gesù Cristo il solo Maestro, Cristo come Paola di Dio che ha verità e che insegna a noi tutti, il solo Sacerdote, siamo tutti laici, ed il solo Re, nel governo della nostra vita anche sociale è l’ultima autorità.

Sola Scriptura

Cioè: solo la Scrittura. Ma anche solo con e tutta la Scrittura, sia l’Antico sia il Nuovo Testamento. (Si può vedere un articolo più approfondito qui)

Nello studiare la Scrittura (seguendo anche il principio umanistico ad fontes), inteso come ritorno alle fonti classiche. Lutero, Zwingli e gli altri riformatori scoprirono che nella vita della chiesa si erano aggiunti secoli di “incrostazioni” che contraddicevano o aggiungevano cose che non erano presenti nella Bibbia. Il messaggio cristiano non era del tutto fedele a quello che avevano predicato Gesù e i primi apostoli. E insieme la vita della chiesa del tempo era compromessa, mentre le persone erano in grande difficoltà e in miseria spirituale.

Fu allora che i riformatori scoprirono che proprio il messaggio originale della Scrittura era il messaggio che ogni persona aspettava. Un messaggio vivo, pieno di grande speranza, riscatto, dignità per ogni persona, e dunque era questo messaggio che andava predicato. La Scrittura stessa, si può dire, si impose alla loro attenzione come l’unica base e criterio della fede e vita cristiana.

Gesù Cristo è il solo Salvatore e leggiamo la Scrittura perché crediamo in Gesù Cristo e vogliamo sapere le informazioni originali su di lui ispirate, contenute solo nella Scrittura. Non solo Cristo diviene il centro cui tende la Bibbia, per i riformatori, ma anche l’Antico Testamento viene riferito a lui, come ad esempio le leggi dei sacrifici.

Vediamo qualche versetto che nella Bibbia stessa è in accordo con questa visione.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.
Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

II Timoteo 3:14-17

In questo testo, che viene rivolto dall’apostolo Paolo (non cambia molto se, come alcuni studiosi sostengono, Paolo non ne è l’autore, abbiamo qui non solo quasi una venerazione per le Scritture apostoliche, ma sopratutto questa è Scrittura canonica al pari delle altre) a Timoteo, c’è il principio che nelle Scritture abbiamo la base della vita del cristiano. Inoltre troviamo qui anche l’affermazione che vi si trova la via di salvezza: mediante la fede in Cristo Gesù, cioè altri due solo della Riforma.

Perché si può avere questa fiducia nelle Scritture? Per due motivi:
Il primo sta in una ispirazione delle profezie riportate, dunque le cose dette in nome del Signore sono proprio da lui ispirate:

Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. (II Pietro 1:20-21)

Inoltre lo scopo degli evangeli è quello di presentare Gesù Cristo e far credere in Lui.

Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome. (Giovanni 20:30-31)

Tutta la Scrittura

Il principio del Sola Scriptura, va integrato, o meglio presuppone, il Tota Scriptura, cioè tutta la Scrittura.

Se tutta la Scrittura, infatti, è ispirata, tutta la Scrittura va presa in considerazione e non solo alcuni libri o versetti. Così facendo, non solo si evitano pericolosi abbagli e settarismi, ma si riesce a comprende meglio il messaggio biblico nel suo complesso.

Conseguenze: Questo principio è contro l’idea che un’autorità umana possa aggiungere o togliere parti alla dottrina cristiana biblica. Oppure che vi si possa affiancare qualche altro principio, come la tradizione di un magistero o altro libro ritenuto ispirato o normativo.

Le chiese evangeliche, ad esempio, hanno confessioni di fede e riconoscono la validità dei primi sette Concili ecumenici, ma generalmente nelle confessioni di fede della Riforma si ritrova una clausola in cui ci si dice pronti a cambiare sulla base di una prova scritturale (Si esclude però una dimostrazione su base allegorica o che contraddica il senso diretto della frase.)

Inoltre, dato che la Parola è viva, cioè non è interpretata una volta per tutte, ma va ascoltata in ogni epoca, si arriva al principio «ecclesia semper reformanda», vale a dire “la chiesa è sempre da riformare”, va sempre trasformata per essere fedele alla Parola al mutare delle situazioni.

Dalla scoperta della vitalità del messaggio biblico deriva l’impulso alle traduzioni della Bibbia in lingua corrente, l’istruzione di base obbligatoria (per poter leggere la Bibbia), il culto nella lingua del posto (e non in latino), culto basato sulla spiegazione della Scrittura e sulla sua importanza per la situazione attuale.

Ci sono anche dei possibili pericoli. Uno è quello del letteralismo (anche se questo termine si può usare anche con un altra accezione, più positiva}. Pretendere che la Scrittura sia vera alla lettera, nel senso che vada interpreatat come descrizione di come i fatti si sono realmente svolti, come se dettata direttamente da Dio stesso. Ma sopratutto una verità che ignori i generi letterari. C’è infatti un dovere d’interpretazione, e dire non c’è niente da interpretare è già una interpretazione.

Però l’interpretazione deve partire dall’interno della Bibbia stessa, non partendo da altri presupposti, che equivarrebbe ad elevare un altro criterio al di sopra della Bibbia. Infatti il pericolo opposto al primo è quello di partire da criteri esterni alla Bibbia, criteri scientifici o culturali.

Sola Gratia

Solo per grazia. Se l’unico Salvatore e mediatore è Gesù Cristo (Solus Christus), come si realizza la salvezza? È solo per grazia di Dio, risponde la Scrittura. La salvezza di Dio è «gratis» per noi perché Gesù Cristo ne ha pagato il prezzo per noi sulla Croce.

Per Martin Lutero questo è l’articolo di fede fondamentale, senza il quale tutto è perduto (Articoli di Smalcalda n. 200) su cui sta o cade la chiesa.

Romani 3:21-28: Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono-infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio- ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.

Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge.

Romani 11:6: Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.

Efesini 2:4-10: Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Parlando di sola grazia ci si oppone alla concezione che qualcuno possa guadagnare con i suoi “sforzi” o con quelli di un altro la salvezza. E fra questi sforzi si consideravano opere di pietà o buone azioni, oppure i meriti dei santi (si combatte con questo criterio pratiche come quelle delle indulgenze).

Da qui viene che la chiesa non è dispensatrice di grazia (in questo modo si toglie potere alla gerarchia della chiesa per restituirlo al popolo di Dio.). La predicazione e i sacramenti (battesimo e Cena del Signore) annunciano “solamente” l’evangelo (la buona notizia) di Gesù Cristo.

Questa è spesso considerata un’affermazione pericolosa, in quanto aprirebbe ad una vita senza etica. Al contrario, se intesa rettamente, ci fa vivere senza paura di sbagliare, ma consapevoli fino in fondo sempre della grazia di Dio per la nostra salvezza, senza poterci sentire giusti da noi stessi.

Sola Fide

Solo per mezzo della fede. La grazia di Dio regalataci in Gesù Cristo, si conosce per fede, avendo fiducia in Gesù Cristo come Signore e Salvatore. La fede è ancora un dono di Dio. È l’altro aspetto della salvezza per grazia, per così dire il lato umano, non perché la fede sia creazione umana, ma perché è tramite la fede che conosciamo la grazia.

Galati 3:11 e 3:24: E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.

Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede.

Con la fede capiamo quale dono di grazia ci ha fatti Gesù Cristo e con la fede se ne gode piena efficacia nella vita.

Efesini 3:17-19: e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Qui ci si oppone al fatto che insieme alla fede occorrano delle buone opere per avere o conservare la salvezza, e dunque che si debba in qualche maniera cooperare con la grazia.

C’è da osservare che la fede certo cambia la nostra vita, le nostre scelte i nostri comportamenti, ma non si è santi. Nell’anabattismo si andava oltre questa sola grazia affermando di una completa santificazione. Nella Riforma invece si sostiene che, pur con l’azione dello Spirito, noi siamo sempre peccatori, fino alla morte, ma giustificati, visti come giusti da Dio per il sacrificio di Cristo Gesù.

Infine, da qui viene la liberazione dalla paura di perdere la salvezza: «credi nel signor Gesù Cristo e sarai salvato». Possiamo qui notare che la discussione sulla predestinazione è una conseguenza del Sola Gratia, in Calvino ad esempio era una maniera per ribadire la certezza della salvezza per grazia di Dio.

Ebrei 11:1: Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

Romani 1:16-17: Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».

Da fede a fede. La potenza della predicazione è l’unica cosa che fa viaggiare la salvezza. La predicazione è allora il compito essenziale della Chiesa. La chiesa non deve mai riunirsi, diceva Lutero, se non per ascoltare predicare la Parola di Dio.

Soli Deo Gloria

Soltanto a Dio siano onore e gloria. Se in nessun modo siamo autori della nostra salvezza, l’unico vero onore e l’unica vera gloria vanno resi a Dio: Padre, Figlio e Spirito santo.

La vita cristiana diviene, quindi, un rendere gloria a Dio in tutto ciò che si fa (È anche il tema della gratitudine, ad esempio domanda 86 del Catechismo di Heidelberg del 1563). Ricevuta grazia e fede si è chiamati ad agire secondo la volontà di Dio e per la sua gloria.

La gloria va resa al Signore:

I Timoteo 1:17: Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

per ogni cosa che abbiamo:

Geremia 9:23-24: Così parla il SIGNORE: «Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio», dice il SIGNORE.

Ma soprattutto va data gloria a Gesù Cristo per la salvezza ricevuta:

II Pietro 1:17: Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».

I Pietro 1:20-21: Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.

Filippesi 2:9-11: Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Egli ha il primato su ogni cosa o persona.

Colossesi 1:13-20: Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

Apocalisse 5:12: Essi dicevano a gran voce: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode».

Da questa impostazione della vita deriva anche un impulso ad una comprensione cristiana della vita sociale, politica ed economica.

Filemone 1:6: Chiedo a lui che la fede che ci è comune diventi efficace nel farti riconoscere tutto il bene che noi possiamo compiere, alla gloria di Cristo.

Si vive, consapevoli dell’amore di Dio, una vita che vuole accrescere con il nostro lavoro e tempo libero, con l’ingegno e con arte, la bellezza del creato, la riconciliazione fra le persone, la gioia del vivere alla gloria di Dio. La sigla S.D.G. (Soli Deo Gloria) si trova ad esempio alla fine dei manoscritti di J. S. Bach e di F. Händel (come quello riportato in sottofondo della foto).

Questo anche per fare in modo che tutti rendano gloria a Dio. E visto al contrario è il non dare scandalo. I Corinzi 10:31-32: Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio.

Matteo 5:13-16: «Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.

Con questo solo ci si oppone al vivere in contrasto con la Parola di Dio pur dichiarandosi cristiani, ci si oppone al rendere gloria a un personaggio umano (santi, ma anche predicatori, guaritori, grand’uomini).

È anche contro il considerare alcune attività umane più “sante” e dunque importanti di altre. Anche contro la gloria della chiesa.

Ci si oppone al vivere solo per sé stessi, senza considerare che tutto ciò che abbiamo lo dobbiamo al nostro buon Creatore e Salvatore.

Etica evangelica

Il Sola fede, il soli deo gloria portano ad un’etica dell’ubbidienza a Colui che ci ha salvati. È un’etica di testimonianza, di vocazione quotidiana, di servizio nel mondo agli altri, di libertà e responsabilità personale.

Anche il tema della dignità di ogni lavoro e lo svolgerlo per il prossimo e per la bellezza del Creato derivano da questo vivere cercando di rendere sempre gloria a Dio.