C’era un problema nella comunità dei cristiani di Roma, su cui l’apostolo Paolo interviene con saggezza pastorale. Il problema era se si potessero mangiare la carni sacrificate nei templi pagani
C’era un problema nella comunità dei cristiani di Roma, su cui l’apostolo Paolo interviene con saggezza pastorale. Il problema era se si potessero mangiare la carni sacrificate nei templi pagani
Il testo del profeta Michea, che leggerò e commenterò brano per brano, inizia invitando il suo popolo ad ascoltare la parola del Signore, perché dinnanzi alle tante ingiustizie e peccati
Amos, probabilmente il più antico dei profeti di cui vengono messe per iscritto le parole, si presenta come un non-profeta, nel senso che di mestiere è allevatore, contadino. Ma profetizza,
Geremia per incarico del Signore annuncia la distruzione del Regno di Giuda e la deportazione di buona parte della popolazione come giudizio contro Israele per non essersi attenuto al patto
Se la scorsa domenica avevamo affrontato il testo di Elia e della vedova, in cui pur nella siccità venivano sfamati giorno dopo giorno da un po’ di farina e olio,
La I Tessalonicesi è una lettera lieta, tranquilla, senza grossi contrasti, come invece le altre, dell’apostolo Paolo. Meno male, verrebbe da dire. L’apostolo che aveva nostalgia di quella sua comunità
Non è male che il lezionario dei pastori svizzeri, consigliava questo testo proprio per questa domenica, dopo che ieri era la Festa nazionale della Svizzera. Infatti, anche se parla di
Versione audio: Il profeta Michea ha un nome programmatico, infatti il suo nome significa: “Chi è come YHWH?” Cioè “Chi è paragonabile al Signore? È questa una domanda retorica, perché