L’evangelo di Giovanni ha delle caratteristiche uniche rispetto agli altri tre vangeli.

Le differenze che si possono vedere sono relative all’ordine dei dati storici, Gesù viaggia per almeno tre anni e va a Gerusalemme più di una volta e i miracoli presentati non sono gli stessi che i sinottici oppure sono presentati differentemente, inoltre Gesù è presentato inequivocabilmente come il Figlio di Dio è glorioso, e i suoi discorsi sono poi differenti.

Come si spiega questo enigmatico evangelo? Se agli inizi del novecento si pensava che fosse scritto in un tempo molto posteriore, contro l’affermazione che si trova nel testo che chi l’ha scritto è stato uno dei testimoni oculari, oggi dopo il ritrovamento di un frammento di Giovanni in un papiro datato nel 125 d.C., si hanno altre idee.

Per me l’apostolo Giovanni lo ha scritto non subito, ma in vecchiaia. Si vede infatti che conosce e presuppone la conoscenza dei sinottici, che in qualche modo corregge.

Inoltre lo scopo dichiarato è di mostrare che Gesù è il Figlio di Dio. Dunque si prendono quei miracoli e quei discorsi che servono a questo. E degli avvenimenti se ne fa una descrizione dopo la riflessione e la scoperta degli elementi simbolici, che fanno emergere il Figlio di Dio che si manifesta nel mondo.

E i discorsi di Gesù divengono nella riflessione meravigliata e sempre più approfondita dell’apostolo discorsi suoi su Gesù, senza quasi soluzione di continuità.

L’aspetto storico quindi non è preminente, preminente è vedere nella storia che si è vissuta quegli elementi veramente importanti, che svelano la verità della storia, tralasciando elementi secondari, che a distanza di anni ormai non interessano più, perché interessa mostrare chi fosse il Cristo.

Alcune meditazioni sull’evangelo di Giovanni: