Van Gogh Bibbia

Scrittura

I racconti su Gesù, le sue parole e le parabole che raccontava, le lettere degli apostoli e le storie del popolo di Israele, l’Antico e il Nuovo Testamento, la Bibbia insomma, ecco che parla proprio a noi, e ci parla di Gesù Cristo, che ci salva dalle tenebre del dolore o della solitudine.

Abbiamo un tesoro, allora, andiamo a scoprirlo non lasciandoci scoraggiare dalla lunghezza e dalla complessità di alcuni testi.

È un tesoro che se letto cercando di capirne il messaggio, con apertura mentale è una parola viva per ognuno di noi.

Cosa imparo nella Scrittura?

Moltissime cose, ma soprattutto il messaggio che Dio ha per ognuno di noi.

I libri della “Bibbia”, cioè la raccolta delle Scritture ebraiche (o Antico Testamento), di quelle cristiane (Nuovo Testamento), sono stati scritti da molti autori, lungo un lungo arco di tempo.

Però per i cristiani questi libri, anche se scritti dai loro rispettivi autori, con tutta la loro personalità, cultura, problemi e linguaggio, sono ispirati da Dio, cioè ci portano il suo messaggio. E dunque divengono la base e il criterio per la vita cristiana. Ed il messaggio biblico porta grazia e riscatto: la buona notizia di Gesù Cristo, vero Dio e nostro Salvatore.

Possiamo fidarci?

Forse avete sentito molte teorie che minano la verità della Scrittura. Anch’io le conosco, anzi le ho ben studiate, però avevo già fatto studi scientifici e vi posso dire che spesso non hanno quella qualità scientifica che dicono di avere (si veda dopo per i criteri di lettura scientifica della Bibbia). Al contrario le affermazioni storiche riportate negli evangeli sono state confermate da ritrovamenti archeologici.

Certo se da un punto di vista storico posso essere certo dell’esistenza di Gesù, non posso dimostrare che Egli sia realmente risorto, questo è un atto di fede. Però posso anche dire che la credibilità del Nuovo Testamento come documento storico è alta. Alle volte sembra proprio che solo con dei pre-giudizi la si possa negare.

Voglio farvi un esempio. In Matteo si legge:

Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata». (Matteo 24:1-2)

Questo brano viene usato da alcuni studiosi per affermare che queste parole sono state messe in bocca a Gesù da qualcuno successivamente. La loro dimostrazione si basa sul fatto che la distruzione del tempio di Gerusalemme, cui si riferiscono, avvenne nel 70 dopo Cristo.

Si parte dal presupposto, cioè, che Gesù non avesse potuto predire qualcosa. È chiaro che questo sia un pre-giudizio, Gesù viene considerato una persona che non può fare predizioni, ma non solo, viene anche negato che Gesù avesse potuto fare una predizione generale, che poi si fosse avverata, oppure fosse risultata vera anche solo per sbaglio!

Certo che non tutto nella Bibbia è verosimile. Ma una poesia non è una cronaca giornalistica, un libro sarcastico è ovviamente pieno di esagerazioni, un messaggio cifrato non è subito comprensibile. Ecco perché per capire la verità della Bibbia bisogna anche capire che tipo di testo abbiamo di fronte.

La lettura scientifica della Bibbia

I vari metodi critici, nel senso di disanima scientifica della Bibbia, sono i seguenti.

  • Critica testuale.
  • Critica letteraria. Individuare le pericopi e la struttura del testo e le fonti orali o scritte da cui sono derivate.
  • Critica delle forme. L’analisi delle forme nello studio della Bibbia consiste nell’identificazione e classificazione dei generi letterari e del loro stile. Qualcosa di fondamentale nella vita di tutti i giorni, si pensi agli equivoci che si hanno se si prende per vera una pubblicità, che vale anche per la base dell’esegesi. Chiaramente questo ha portato ha notevoli conseguenze anche nel cercare di capire l’intenzione, lo scopo originario del testo.
  • Critica storica. Cercare di capire chi ha scritto, e perché, un libro. Sitz im Leben storico e religioso.
  • Critica della tradizione e della redazione. Vedere cioè che il testo non è scritto di getto, ma si hanno fonti differenti e quindi anche uno o più redattori del testo.

Interpretazione

Fondamentale per leggere e comprendere il messaggio di vita della Scrittura è l’interpretazione biblica. Mi soffermo qui solo su alcuni aspetti che paiono più urgenti.

Letterali e non letteralisti

Uno dei fattori che portano a non fidarsi della Scrittura è da una parte chi la discredita, dall’altra chi nel tentativo di difenderne l’autorità (come se ce ne fosse bisogno), gli fa dire cose piuttosto singolari.

Certamente il significato di passo un biblico non è da ricercarsi in difficili e arbitrarie allegorie, ma per capire realmente il messaggio del testo bisogna capire che tipo di testo sia, cioè come si dice in linguaggio tecnico di che *genere letterario* sia.

Su questo punto anche chiese letteraliste sono in parte d’accordo, la Dichiarazione di Chicago ad esempio, all’articolo 15 dice:

Affermiamo che è necessario interpretare la Bibbia secondo il suo senso letterale o naturale. Il senso letterale è il senso storico-grammaticale, cioè quello espresso dall’autore. L’interpretazione secondo il senso letterale tiene conto di tutte le figure di stile e di tutte le forme letterarie del testo.

Le figure di stile e le forme letterarie del testo non sono sempre semplici da capire. Spesso un autore biblico non dichiara esplicitamente di che genere è il suo testo, anche perché alla sua epoca era piuttosto chiaro quale fosse. E quindi bisogna stare attenti a non essere fuorviati. Per fare un esempio extra-biblico, in Italia per alcuni scritti pubblicitari, però scritti come fossero articoli scientifici nel giornale, è fatto obbligo di riportare l’indicazione di “informazione pubblicitaria”. Questo per non confondere il lettore.

Quindi il “vero alla lettera” è già un’interpretazione, è già dire questo testo è del genere letterario: “resoconto fedele di un fatto avvenuto”. Alcuni evangelici però spaventati dalla possibilità di molte interpretazioni, hanno aggiunto il postulato che tutti i testi biblici siano proprio del tipo “resoconto fedele di un fatto avvenuto”, a meno che non sia dichiarato esplicitamente dal testo stesso.

Di solito parlano di inerranza della Bibbia, di infallibilità della Scrittura. Ora però inerranza biblica significa che la Scrittura non sbaglia, non significa che l’interpretazione di chi dice che non sbaglia sia quella giusta. Per quanto mi riguarda è vero che la Bibbia non sbaglia, ma bisogna comprendere sempre bene che genere letterario sia il testo che leggiamo.

Ad esempio, per insegnare qualcosa su di un problema alla maniera orientale, si racconta una storia, non si è astratti. Lo fa anche Gesù, in questo vero maestro orientale, raccontando parabole. Per esempio si consideri come per parlare del problema del peccato umano venga raccontato di due progenitori nel giardino di Dio. Se poi successivamente è stato considerato un racconto storico, non è detto che dobbiamo fidarci degli esegeti del passato.

Ma che dire di tante interpretazioni fantasiose? Naturalmente non tutte le interpretazioni sono accettabili. Non si può far dire ad un testo ogni cosa se si seguono dei criteri di base con onestà intellettuale, quindi la libertà di lettura ha comunque dei limiti.

L’uso dell’analogia

Per parlare del divino si usano spesso analogie con il nostro mondo. Dio è luce. Il buon pastore. Il Padre nostro, sono tutte analogie che comunicano molto del carattere di Dio, ma sono pur sempre analogie per comunicare qualcosa di chi non possiamo sperimentare direttamente.