Credo Nicea-Costantinopoli

Semplice spiegazione del Credo di Nicea-Costantinopoli, tenuta in occasione del culto ecumenico per la Festa Federale del 21 settembre 2025 a Bellinzona.

una premessa

Siamo a 1700 anni dal Concilio di Nicea del 325, in cui si iniziò il percorso di definizione trinitaria che portò alla definizione poi del Credo di Nicea-Costantinopoli. Il movimento ecumenico nella sua azione di fratellanza fra cristiani si basa sulle affermazioni dei primi Concili, espresse nei Credo antichi. Così è del CEC nato nel 1948 che raggruppa le chiese ortodosse, anglicane, cristiano-cattoliche e evangeliche, come le riformate. E dopo il Concilio Vaticano II anche la Chiesa Cattolica Romana riconobbe come base dell’ecumenismo l’aderire a questa visione trinitaria.

Credo, crediamo

Il Credo inizia con il credere. Si può dire insieme “Noi crediamo”, per sottolineare l’essere in comunione oppure “Credo” o più enfatico “Io credo” per sottolineare che la fede è comunque personale.

Credere o non credere, non è qualcosa che si impara, ma una questione di fede, un’esperienza, però -come dice l’apostolo Paolo- la fede viene dall’udire. Quindi per credere o non credere, bisogna ascoltare e sapere di cosa si sta parlando.

Il Credo è pensato allora per ricordarci le basi della fede cristiana e servirci da guida nel leggere la Bibbia e nella nostra vita da cristiani.

I parte sul Padre

La prima parte, piuttosto breve è dedicata a Dio Padre.

Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

È piuttosto breve perché non c’erano molte discussioni a quei tempi su questo punto.

Dicendo Dio, ci si riferisce all’unico e solo Dio, che è Padre, Figlio e Spirito santo, come si comprende dopo.

Parlare del Creatore con l’immagine del Padre, è reso possibile da Gesù Cristo, che ha permesso che noi ci rivolgessimo al Signore, come ad un buon padre. Non era affatto ovvio. E ciò ci fa riflettere: fin dall’inizio il Credo sottolinea la cura di Dio per noi, come quella di un buon padre.

Dire che Dio è il Creatore di ogni cosa, anche di cose che non conosciamo e non sono visibili, rappresenta una affermazione fondamentale. Anche nel periodo della scienza e della tecnica (e qui osservo che la scienza contemporanea non nega Dio e la spiritualità), ci viene ricordato che questo universo è una Creazione di Dio, ed insieme che la nostra vita ed il nostro mondo hanno un senso perché non sono nati dal caso, ma dalla volontà santa di Dio.

Quello che alle volte crea imbarazzo è onnipotente, ma vuol dire che può ogni cosa di ciò che vuole. Non significa che possa fare cose ingiuste o per capriccio. E non vuol dire che risponderà a tutte le nostre richieste. Ci si fanno domande su ciò che accade, sul tanto male che è nel mondo. Ma nessun umano conosce i perché di tutto ciò che succede. Però sappiamo che il Signore ha deciso che fossimo liberi con tutti i guai che ne seguono, ma anche salvati. Ecco dunque la seconda parte del Credo, che non si può staccare ed è sullo stesso piano delle altre.

II parte sul Figlio

La seconda parte sul Figlio è la più lunga, perché le controversie erano più accese e piene di sottigliezze, in cui non entriamo. Gesù Cristo non è figlio nel senso naturale, ma è usato dallo stesso Gesù per indicare la sua relazione speciale con Dio.

La prima parte tratteggia la natura divina di Gesù Cristo. Egli è vero Dio.

Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Il riferimento è all’inizio dell’evangelo di Giovanni e non solo, lo dico perché chiaramente tutto il Credo si basa sulla Scrittura e non come alcuni dicono su altre teorie. Anche se il linguaggio del Credo è quello del suo tempo, ad esempio parlare di “sostanza” è tipico per la cultura di quel periodo. Il Credo quindi è un modo sintetico per esprimere il messaggio che leggiamo nella Scrittura.

Poi c’è la parte del vero uomo.

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto Uomo.

Gesù Cristo è una persona vera, umana ma anche Dio. Questa per chi non crede è la “follia” del cristianesimo.

Il nome Gesù in ebraico significa: Dio salva. Ed in effetti è sceso dai cieli, si è incarnato per la nostra salvezza. Proprio per questo non deve sorprendere che nel Credo non si parli della vita di Gesù, ma subito della sua crocifissione e morte:

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato. Morì e fu sepolto.

La croce, la morte umana di Gesù Cristo porta infatti la salvezza ed è il centro dell’annuncio della buona novella, dell’evangelo. Gesù Cristo fu crocifisso per noi, per darci salvezza. E se non fosse stato vero Dio e vero Uomo non sarebbe stata una morte redentiva. Ecco perché i discorsi, le parabole e le guarigioni operate da Gesù, sono importanti, ma qui si va subito al punto centrale.

La croce di Cristo realizza il giusto giudizio di Dio contro tutte le ingiustizie umane, comprese le nostre, e ci riscatta dalle potenze di questo mondo, donandoci salvezza.

“Morì e fu sepolto” indica che la sua fu una vera morte, con tutto lo strazio che la precede, e “sotto Ponzio Pilato” equivale a dire quando esattamente si sono verificati dei fatti. Non un mito, ma una persona vera, storica fu crocifissa.

Gesù Cristo nella sofferenza è allora fratello con tutta l’umanità che soffre. Ma poi ci si apre alla speranza cristiana, con la resurrezione.

Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine.

Il terzo giorno (come contavano gli antichi) risuscitò. Come scrive l’apostolo Paolo: «se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede». La vittoria sulla morte parla di autentica salvezza.

E salì al cielo, quindi non solo come Dio, ma anche come uomo, è accolto da Dio. Garanzia che anche noi lo saremo.

E Gesù dunque ritorna alla destra del Padre, come suo “braccio destro” diremo noi. E quindi come Colui che terminerà la storia umana e giudicherà ogni cosa. Il giudizio (che ci potrebbe spaventare) sarà di sua spettanza e in questo vediamo che il giudice è anche il nostro Salvatore e quindi non temiamo, anzi guardiamo con gioia al Regno che verrà.

Avendo conosciuto il Signore e Salvatore siamo rinfrancati, ma come affrontiamo il difficile presente? Ecco la terza parte del Credo.

III parte sullo Spirito santo

La terza parte del Credo, è quella dello Spirito Santo e del risultato dell’azione dello Spirito. Questa terza parte non è meno importante delle prime due. Perché, le persone del Padre, del Figlio e dello Spirito santo sono un unico Dio pur differenziato, e ciò indichiamo con il termine Trinità, che è derivato dal latino.

Infatti si dice crediamo nello Spirito Santo e quindi anche lo Spirito è Dio.

Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.

È Dio insieme e allo stesso livello del Padre e del Figlio. E ci interessa sapere della sua azione verso di noi. Il Credo si conclude allora con:

Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati, aspettiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

La santa chiesa universale, (o cattolica termine dal greco che significa universale), la Chiesa di Cristo è una sola ed è presente in ogni nazione e popolo è santa in quanto appartiene a Dio, cioè è messa a parte rispetto al mondo (santo aveva quel valore a quei tempi) e si professa un solo battesimo, infatti il battesimo della varie confessioni cristiane ha un mutuo riconoscimento.

Quindi la vita cristiana è insieme agli altri cristiani, o dovrebbe esserlo, in un cammino come di fratelli e sorelle, che si aiutano e si sostengono gli uni con gli altri.

E quando guardiamo avanti, grazie al perdono dei peccati, realizzato dalla Croce di Cristo, possiamo aspettare con cuore saldo la nostra resurrezione e il mondo che verrà. La resurrezione dei morti, cioè come per Gesù Cristo ci sarà anche la resurrezione di tutte le nostre persone, non solo qualcosa di ideale.

Pur nella difficoltà dunque, del linguaggio del tempo antico, il Credo è un annuncio di grazia del Signore.

Ritornando a quanto detto all’inizio, diciamo che certo i mali del mondo sono tantissimi, che c’è una lotta senza fine dei credenti per il bene contro i principati di questo mondo. Ma pur soffrendo e pur vivendo cose tristissime sappiamo che riceviamo coraggio e sostegno e infine nel Regno di Dio saremo accolti e ci sarà la risposta ai mille perché della nostra vita e dell’umanità.

E l’Amen finale vuol dire “è verità”, “è proprio vero”, “è così”.

Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto Uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato. Morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine.

Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati, aspettiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.