(Predicazione per la Domenica della Trinità 2025)
La II lettera ai Corinzi, è una lettera che parla ad una comunità fortemente divisa, a causa di molti problemi di fedeltà agli insegnamenti di Cristo, e termina con queste frasi (13:11-13):
Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi. Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. (II Corinzi 13:11-13)
Del resto, inizia così questo brano, come a dire: lasciando da parte tutte le varie discussioni, ci si rivolga a Dio. Nel rallegrarsi, nel ricercare la perfezione, nel consolarsi o incoraggiarsi, così infatti si potrebbe anche tradurre, e nell’avere un solo sentimento, cioè essendo una unione e non un coacervo di parti diverse, e stando in pace.
Ad alcuni è sorta la domanda se questi versetti fossero proprio l’autentica conclusione della lettera. Ma perché no! Nonostante le contrapposizioni e anzi, proprio per quelle, c’è bisogno di queste parole. Perché la chiesa è comprensiva di tutti coloro che riconoscono in Gesù Cristo il loro Signore. E dunque non dovrebbe esserci contrapposizione così aspra, da separarsi.
Infatti, l’apostolo scrive: “rallegratevi”. Insieme. Rallegratevi insieme perché tutti hanno ricevuto salvezza dal nostro Signore Gesù Cristo. E quello è il più grande dei doni per tutti i cristiani. E possiamo anche consolarci perché è anche annuncio di vita eterna nel Signore.
L’apostolo invita anche, addirittura, a ricercare la perfezione. Dovrebbe essere l’obiettivo della vita cristiana, che gli dà la direzione il senso e in questo obiettivo c’è il vivere in pace con un unico sentimento.
Per questo serve, però, l’intervento di Dio ed ecco infine la conclusione con quest’ampia benedizione, che usiamo di solito alla fine del culto.
benedizione completa
La benedizione, che è anche una preghiera, finale rende esplicito che la grazia e l’amore, doni del Signore, portino in dono anche la comunione, l’essere comunità.
Infatti, sono le potenze del mondo, il modo di ragionare del mondo che ci portano alla morte e ci rendono schiavi. Possiamo però essere staccati dalle potenze che ci signoreggiano, solo se abbiamo un altro Signore e questo per sua grazia è Gesù Cristo, che è anche Salvatore, Liberatore.
La grazia (nominata non a caso al primo posto), cioè la misericordia e la remissione dei peccati in Gesù Cristo, fa in modo che possiamo essere vicini a Dio e quindi al suo amore. E l’azione dello Spirito ci mette in comunione gli uni con gli altri.
Siamo però dentro un processo, in cui Dio interviene sempre, ma che non è senza il nostro agire. Anche perché nella vita reale le cose non avvengono di colpo. Ricercando la pace e la perfezione noi otteniamo come dono quella comunione e quell’amore e quel bene che cerchiamo in Dio.
Qui si vede l’azione trinitaria di Dio come benedizione completa per i credenti. Ciò vale in ogni tempo. Tutto Dio, nelle sue tre Persone, è concorde per operare a nostro beneficio.
L’annuncio della domenica della Trinità è dunque sì un annuncio della maestà di Dio su ogni cosa, ma anche annuncio che in ogni cosa Egli è Colui che fa grazia, che ama, che entra in comunione con noi. Amen