E ora a voi che dite: «Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo»; mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest’altro». (Giacomo 4:13-15)
Quando si dice: “A Dio piacendo” o “Dio volendo” ci si sta riferendo implicitamente a questi versetti della lettera di Giacomo. Era così, ad esempio, negli antichi contratti commerciali dei puritani in cui si citava esplicitamente la “clausola di Giacomo” oppure c’era dal latino “D. v.” o “Deo volente“. Certamente bisogna stare attenti che questa clausola non diventi solo un’abitudine, una specie di intercalare.
Oggi però, che le persone sono effettivamente meno religiose non si usa più, anzi, dato che sono anche o meglio –ancora– superstiziose non si dice più “a Dio piacendo” anche per scaramanzia.
Ma per noi, che siamo cristiani e quindi non siamo superstiziosi, pensarlo o dirlo, non è altro che essere credenti e insieme realisti. E quando si apre l’anno sappiamo che riusciremo a realizzare i nostri buoni propositi non solo grazie al nostro impegno, ma solo se a Dio piacerà aiutarci, in tutte quelle che per noi sono buone iniziative e progetti.