L’apostolo Paolo sul finale della lettera ai Romani, fa delle citazioni degli antichi profeti per annunciare che l’arrivo del Messia, l’incarnazione del Cristo, è un annuncio di salvezza per tutti gli esseri umani. Ed è questo che porta gioia e speranza, infatti conclude la sezione dicendo:
Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo. (Romani 15:13)
Siamo a mio avviso in un tempo di scarse speranze. Prima di tutto a livello generale, la guerra, che in forma ibrida è presente anche da noi, mina le speranze del futuro. Inoltre, mi sembra che ci sia già da tempo un senso di vivere in un eterno presente. Nel dopoguerra c’erano tanti problemi, ma c’erano speranze di ricostruzione, di costruire anche il proprio domani, anche se volete in negativo c’erano ideologie fallaci, ma c’era una certa positività verso il futuro: vediamo quello che ci riserva il tempo che viene…
Oggi ciò è meno presente a mio avviso, non solo perché ci sono problemi che continuano a non essere risolti, neanche perché non ci si accontenta, ma perché mi sembra si coltivino piccole speranze individuali, ma non umane in generale. Si spera che le cose non peggiorino e si spera che nei disastri annunciati ce la si possa cavare in quale modo. E ciò lo vedo, purtroppo, anche fra i giovani che dovrebbero essere più sicuri del loro valore e possibilità. A volte non pensano a far figli, anche per questa poca fiducia nel domani.
In questo scenario, in cui spero non sia proprio così e che io sia troppo pessimista, veniamo raggiunti dall’annuncio di speranza che pervade tutta la Scrittura, ma che si “coagula” con l’incarnazione di Gesù Cristo, che festeggiamo a Natale.
Bisogna stare attenti, però, di quale speranza parliamo, non una umana, ma quella di Dio.
Notate prima di tutto che qui il nostro Signore è definito “il Dio della speranza”. Cioè una delle caratteristiche di Dio stesso è la speranza.
Ora, la speranza che l’apostolo richiede pregando per noi è un dono di Dio, attraverso lo Spirito santo, per il nostro vivere. Non è auto-prodotta, non è frutto di un impegno, ma dono.
La speranza cristiana è basata sull’arrivo di Gesù Cristo. 1) Perché l’annuncio del Natale è l’annuncio dell’arrivo del vero e unico Salvatore. Un Salvatore che viene fin nella nostra umanità per salvarci e darci vita eterna, e lo fa mescolandosi alla nostra storia, ai nostri problemi e dolori. Un vero e autentico Salvatore, dunque.
2) Questa speranza, come la gioia e la pace ci viene come dono dello Spirito santo. L’azione per l’umanità, in mezzo all’umanità del Cristo, che ha conosciuto dal di dentro la condizione umana e ne ha pietà, continua per noi grazie allo Spirito santo.
3) Questa speranza, come si vede dalle citazioni degli antichi profeti, è legata al fatto che il Signore si è ricordato della sua promessa, che il Signore è fedele ai suoi annunci di salvezza e misericordia, che si sono realizzati in Gesù Cristo. Non è qualcosa di episodico quindi, ma di permanente, e di universale. 4) È speranza per l’umanità tutta e per tutta la storia umana.
Non è dunque che dobbiamo aspettare altri Salvatori, anzi, in certi momenti in cui non sappiamo come ne usciremo, in cui non riusciamo ad immaginare come sia possibile per noi avere gioia o futuro… non scandalizziamoci del presente, ma ricordiamoci che noi siamo limitati e umani, ma la promessa di vita del Signore per noi è autentica e il Signore è sempre fedele alle sue promesse.
Da quella speranza allora viene quella pace di cui anche parla l’apostolo. La pace, la pace interiore, la serena forza che rassicura, viene dal confidare nel Signore, dall’aver fede, non una fede generica, ma speranza nelle sue promesse di salvezza e di vita eterna, che ci ha elargito Gesù Cristo, nostro Salvatore.
È la certa speranza che l’umanità tutta, e noi in essa, abbia un senso che sarà perfetto e manifesto nel Regno di Dio. Che ci dirà il perché e il per come delle vicende umane e anche che risolverà le nostre contraddizioni e i nostri errori e i nostri peccati.
Allora, in quanto credenti in questo mondo così materialista e in questi tempi in cui la gente è oppressa da pensieri negativi rispetto al futuro, noi come singoli cristiani e come chiese dovremmo essere annunciatori di speranza. Di quella speranza, che viene dal nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che non delude. Sapendo che poi al resto, come al solito, penserà il nostro Signore.
Vorrei allora che parlassimo di speranza, vivessimo con speranza, e che riuscissimo a rispondere a chi sottolinea i tanti problemi che attanagliano la società umana con quella speranza che a volte sembra impertinente, ma che è invece salda e piena di energia. La speranza che dona il nostro Signore, infatti ci fa andare avanti fin d’ora in modo nuovo.
Forse può sembrare poco, allora pensate che la speranza è una delle tre cose che rimangono, insieme alla fede e all’amore, a cui è collegata e da cui è alimentata. Oppure può sembrare troppo, allora pensate che essa è un dono dello Spirito santo che soffia incessantemente, e quindi con speranza diciamo a tutti che, se anche disperano di sé stessi, non dubitate di Dio, che ci riempie di ogni gioia e di ogni pace nella fede, facendoci abbondare nella speranza. Amen