Esultare, non solo gioire

StefanoMeditazioneVideo1 Dicembre 202422 Views

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Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell’asina.

Io farò sparire i carri da Efraim, i cavalli da Gerusalemme e gli archi di guerra saranno distrutti. Egli parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da un mare all’altro e dal fiume sino alle estremità della terra. (Zaccaria 9:9-10)

(Sul podcast)

Ecco il tuo re, profetizza Zaccaria. Il Messia infatti è un re. Un re definitivo, il vero e unico re.

Oggi che la monarchia è quasi folcloristica, non come ai tempi dell’antico Israele, forse perdiamo la potenza dell’annuncio che arriva un Salvatore, ma che è anche il nostro Re, il nostro Signore.

Uno dei temi dell’Avvento, dunque, è l’attesa di quel Messia annunciato dagli antichi profeti, che finalmente si conclude. Infatti, tutte le profezie sul Messia dell’Antico Testamento sono per noi cristiani concluse e direi perfezionate con l’incarnazione di Gesù Cristo. Perfezionate perché Egli è più di quello che i profeti avevano immaginato.

Dunque, questa attesa per i cristiani è dunque finita: Gesù Cristo è giunto e noi sappiamo bene chi sia il Salvatore, il Liberatore, il Messia: il Figlio di Dio.

Alcuni dubbiosi –e a volte lo siamo purtroppo anche noi cristiani- potrebbero dire che anche noi aspettiamo il suo dominio completo di pace e giustizia, anche noi aspettiamo il futuro perfetto di Dio, perché questo in cui viviamo non è ancora il Regno di Dio. E come sarebbe cambiata allora la nostra situazione rispetto agli antichi?

Ebbene l’annuncio dell’incarnazione, l’avvento del nostro Signore Gesù Cristo ci fa non solo riflettere, ma trasforma il nostro tempo di attesa in qualcosa di sostanzialmente diverso rispetto al tempo prima di Cristo. Perché conosciamo già chi sia il Messia e cosa ha fatto il Cristo per noi.

Come conosciamo

(In questo nostro tempo in cui tutti sanno tutto, in cui tutti sono esperti, si hanno molte persone che pensano di sapere tutto, o almeno ciò che c’è da sapere, di Gesù Cristo. Troviamo idee di un buon uomo, di un politico utopista e finito male, e a volte che noi neanche sappiamo bene chi sia stato Gesù Cristo.

Proprio leggendo la Scrittura e meditandola, vedendo cosa hanno detto i profeti, noi possiamo conoscere meglio chi sia Gesù e affidandoci al Signore in preghiera possiamo capire come i tanti annunci cristiani e quello dell’incarnazione a Natale siano vitali per la nostra esistenza e la nostra speranza.)

Cosa conosciamo

Il profeta Zaccaria, ad esempio, qui ce ne dà alcuni tratti. Gesù Cristo è vittorioso e umile e parlerà di pace alle nazioni.

1) È vittorioso perché è il Figlio di Dio.

Qui si inserisce la novità portata da Gesù Cristo. Gli antichi pensavano infatti “solo” ad un re terreno, politico accorto, vittorioso, lungimirante, pacifico e giusto (certo già questa era un’utopia). Ma solo un uomo. Mentre quando arriva il Salvatore Gesù Cristo Egli è, ed è questo che festeggiamo a Natale, il Figlio di Dio.

Gesù Cristo è vero uomo e vero Dio ha cambiato radicalmente la questione dai tempi del profeta Zaccaria.

Se guardiamo al re Davide conosciamo la sua infedeltà, oltre la sua fede. Se pensiamo a personaggi del nostro mondo, sappiamo che alle volte sembrano dei veri e propri messia, ma rischiamo cose orribili seguendoli. Solo la persona divina che si è incarnata ci garantisce che il sommo bene per noi è realizzato e non ci sia imbroglio. Ma di più: solo il Signore vero uomo e vero Dio, può andare dal Padre e donarci vita eterna e farci accogliere dal Signore nel suo Regno, effettivamente di pace, giustizia e gioia.

2) È proprio al di sopra di tutti i re e potenti della terra, anche perché umile. Ed il suo parlare di pace non è un trucco o politica.

Il dominio di Gesù Cristo non vuole essere un’imposizione e quindi non arriva a cavallo come il generale vittorioso di un esercito.

3) Inoltre, non solo, il Messia, ci dice il profeta porterà pace a tutti e che regnerà su tutta la terra. L’annuncio di pace va oltre i confini del popolo di Israele, è l’annuncio che ci mostra come il Signore si preoccupi di tutta l’umanità e non solo di alcuni.

I cristiani dovrebbero per questo sentire la responsabilità per ogni persona, e avere ben presente che il Signore si preoccupa di tutti, e dunque si preoccupa e interviene anche per me, per ognuno di noi.

E la sua pace è forte, non una cosa debole come noi pensiamo della pace del mondo.

A questo Salvatore vogliamo ubbidire, e dunque cerchiamo di seguire gli insegnamenti e la via che ci indica.

Esultare

Nella profezia di Zaccaria, c’è solo la promessa del Liberatore, eppure, egli invita ad esultare. E a maggior ragione vale per noi cristiani che sappiamo chi è Colui che è arrivato.

Già sapere che se si sa che sta arrivando il Messia è motivo di gioia, ancora di più sapendo che è arrivato e ha realizzato la nostra salvezza dovrebbe essere motivo della nostra gioia. Anzi il fondamento della nostra esultanza.

Abbiamo gioia per il sole che splende? O per la neve che cade? Non c’è forse da esultare per un brano musicale gioioso? Per un piatto appetitoso? Per un amico che ci viene a trovare? Per l’amore nostro che ci è vicino? Per una cosa giusta che siamo riusciti a fare? Per un bimbo che nasce? Per una riconciliazione? O solo perché siamo ancora vivi?

E dunque possiamo ben esultare per il dono di grazia di Gesù Cristo giunto sulla terra e poi risorto, come primizia di vita eterna.

Esultare però non è solo avere gioia, ma anche manifestarla, comunicarla a chi ci è intorno, anzi a tutto il mondo.

Nell’avvicinarsi al Natale non possiamo dimenticare questa realtà così profonda e non dovremmo non estenderla esultanti al nostro prossimo. Infatti, è l’esultare che è contagioso, che parla del Salvatore, non tante disquisizioni teoriche.

E la gioia non è solo per i bambini rapiti dalla magia del Natale. Ma per tutti coloro che conoscono il Cristo.

Esultiamo dunque, basta con il piangersi addosso, asciughiamoci le lacrime per vedere il Signore all’opera e per ascoltare le sue parole di pace, di amore, di fraternità e di gioia per tutti noi. Amen

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Blog personale di Stefano, pastore evangelico riformato. Nelle pagine varie informazioni sul cristianesimo. © 2005-2025 Stefano D’Archino CC-by-nc-nd
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