Il perdono misericordioso

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Il libro del profeta Michea parla dell’ingiustizia che regna in tutte le fasce della popolazione sia in Israele, il regno del Nord, sia in Giuda, quello del Sud.

L’ingiustizia che regna indisturbata ha infranto l’alleanza con il Signore. E per questo, come altri profeti del tempo, annuncia distruzione e morte ed esilio.

Nel capitolo conclusivo, però, dopo una descrizione angosciante in cui non ci si può fidare di nessuno, in cui tutti cercano di rubare e imbrogliare, passa al rifugiarsi verso Dio e si apre alla speranza, confidando nella misericordia del Signore, che porterà salvezza.

Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità?

Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia.

Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.

Michea 7:18-19

(Versione audio)

Chi è come Te?

Il brano inizia con questa domanda retorica. “Quale Dio è come Te?” Che è un po’ il nome di Michea = Chi è come il Signore?

La domanda non era a quel tempo strana come per noi. Infatti, c’erano una serie di altri dèi con cui si veniva confrontati.

Ed anche gli altri credenti pensavano che il loro dio fosse giusto, ma non era anche misericordioso. Nel senso che si vedeva l’assoluta necessità della giustizia, ma non si conosce la possibilità del perdono e della misericordia. Oggi, ciò ci fa riflettere sulle concezioni di Dio che si possono avere.

La misericordia del Signore, non significa affatto che tutto vada bene. Anzi le tante ingiustizie commesse, come detto da Michea stesso, portano alla condanna da parte del Signore. Però la misericordia del Signore si potrà ancora avere, visto lo stato pietoso in cui Israele è ridotto, c’è forse ancora spazio per il perdono.

Il libro di Michea non si esprime se la distruzione avverrà e dopo ci sarà misericordia o scamperanno alla distruzione.

Noi sappiamo, dalla storia, che Israele, sarà distrutto, e non ancora Giuda. E sappiamo che la situazione di ingiustizia e non era cambiata dopo la predicazioni di Michea e di altri profeti in tal senso. In fondo non hanno dato ascolto ai loro profeti.

stato pietoso

Perché? Penso perché le persone non si rendevano conto del loro “stato pietoso”, cioè di cui aver pietà.

Solitamente si usa questo termine per parlare di una persona che ha una malattia o non ce la fa proprio più ad andare avanti. Ma non era quello lo stato pietoso, per il quale serviva la pietà del cuore di Dio.

Ai contemporanei di Michea non gli sarà sembrato uno stato pietoso vivere nell’illegalità e nell’ingiustizia, avere indifferenza per i miseri e violare il diritto. Forse lo avranno capito nella distruzione. Ma prima, invece, eccoli, li vediamo: tutti contenti con i loro drink in mano, con i tessuti preziosi, con le feste sontuose, con le loro furbizie, i loro contratti vantaggiosi…

Ci si rende conto del proprio stato pietoso, se gli affari vanno alla grande? Se seguendo il mondo ci sentiamo di successo o vittoriosi, pensiamo di aver bisogno di perdono?

accettare misericordia

Infatti, il Signore è misericordioso, ma chi vuole la sua misericordia? Certamente potevano anche rendersi conto della necessità del perdono ascoltando i profeti, ma avrebbero accettato la sua misericordia.

Cioè, non basta chiedere perdono, bisogna accettare che quel perdono sia per misericordia, e non per un qualche diritto.

Spesso la pietà di Dio non la si vuole, perché ci si vuole sentire un po’ giusti. Cioè più che l’errore, è la superbia umana che condanna gli esseri umani alla distruzione.

La distruzione arriverà per loro proprio perché non si rendono conto del male che fanno e pensano che se la caveranno, perché comunque infine non si sentono così ingiusti, ma sempre un po’ migliori di altri.

getterà via i nostri peccati

Eppure, una volta che si comprende di avere necessità di un Salvatore e del perdono, già tutto cambia: è terapeutico per noi e il nostro vivere e per gli altri che ci sono vicini.

E non solo: tutti i nostri peccati saranno gettati via. Cioè tutte le conseguenze nefaste del peccato saranno allontanate, depotenziate, risolte.

Questo è il mistero della croce di Gesù Cristo: nonostante le tante ingiustizie in questo mondo, così irreparabili, sulla croce e con la resurrezione nel Regno di Dio ogni ingiustizia con le sue nefaste conseguenze sarà cancellata. Un mistero, perché con i nostri ragionamenti terreni non sappiamo bene come sia possibile, ma un annuncio limpido e meraviglioso.

È così che la misericordia del Signore non diviene un’accettazione di fatto dell’ingiustizia, ma un rendere giustizia e grazia insieme.

Ciò dà una grande pace al nostro cuore. Sappiamo, infatti, che i nostri errori e ingiustizie e le loro conseguenze, saranno sanate per grazia di Dio.

E pace per noi perché ciò vale anche per i torti e gli orrori del mondo, che riceveranno una soluzione e una giustizia. Tutto sarà reso perfetto nel Regno di Dio, con giustizia e amore.

Sì, la misericordia del Signore interverrà e interviene, mentre Egli realizza la giustizia, per farci vivere ancora. La riconciliazione con il Signore apre all’avere pace e speranza per ogni situazione in cui noi viviamo e in ogni tempo. Amen