Chi ascoltare?

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La profezia di Geremia è strettamente collegata alla situazione politica, economica e sociale dei suoi tempi. In particolare, c’era un’ideologia legata alla monarchia e al Tempio di Gerusalemme, che affermava che le promesse del Signore assicuravano per sempre la vita e la presenza del Tempio in Gerusalemme e quindi della monarchia che era ad esso associata. Queste promesse erano ritenute valide in qualunque situazione.

(Versione audio)

Geremia invece richiama l’attenzione che le promesse erano legate al Patto del Sinai e quindi al restare fedeli a quel patto. Quindi a perseguire la giustizia in pubblico e in privato. E proprio per la loro ingiustizia diffusa annuncia la distruzione di quello Stato corrotto.

Chi avesse ragione si capì chiaramente dopo la distruzione e l’esilio, e mostrò come Geremia riportasse la Parola del Signore, al contrario dei cosiddetti profeti asserviti al potere. Per questo il suo testo fu conservato. Ne leggiamo alcuni versetti.

Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano; essi vi nutrono di cose vane, vi espongono le visioni del proprio cuore, e non ciò che proviene dalla bocca del SIGNORE. Dicono a quelli che mi disprezzano: “Il SIGNORE ha detto: ‘Avrete pace’; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore: ‘Nessun male vi colpirà’”.

Infatti chi ha assistito al consiglio del SIGNORE, chi ha visto, chi ha udito la sua parola? Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l’ha udita? Ecco, la tempesta del SIGNORE! Il furore scoppia, la tempesta imperversa, scroscia sul capo degli empi. L’ira del SIGNORE non si placherà, finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore; negli ultimi giorni lo capirete appieno.

Io non ho mandato quei profeti, ed essi corrono; io non ho parlato a loro, ed essi profetizzano. Se avessero assistito al mio consiglio, avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo; li avrebbero distolti dalla loro cattiva via e dalla malvagità delle loro azioni.

Geremia 23:16-22
Vera e falsa profezia

Quale fosse la vera profezia non era del tutto chiaro per i contemporanei di Geremia. Così oggi quale sono le interpretazioni della Scrittura valide almeno in parte e quali quelle abusive vorremmo saperlo. E non possiamo aspettare nel prendere la strada della vita. Ci serve allora un criterio o almeno delle indicazioni lungo le quali muoversi. In questo testo ne noto quattro.

1) La Parola del Signore indica la giustizia, come sinonimo di aderenza al Patto del Signore. La dimensione sociale ed individuale di ricerca della giustizia, secondo quanto indica il Signore è fondamentale.

2) Inoltre, “tutto andrà bene comunque” è falso. Si vorrebbe cioè un Signore incondizionatamente a favore dell’agire di un gruppo o di un popolo, qualunque cosa facciano. Ebbene questa è un’immagine di Dio, che è in realtà fabbricata dagli esseri umani. Anche senza scomodare la profezia di quei tempi, sappiamo che come società e individui persistere nell’ingiustizia, sovvertire il diritto è deleterio, mina la collettività, fa crollare la fiducia, porta prima o poi al disastro.

3) Notiamo che Geremia è contro un’ideologia. L’ideologia a quel tempo aveva il suo centro nella monarchica (il potere) associata ai rituali Tempio (la religione). Ancora oggi le ideologie sono connesse al potere e a giustificazioni che si legano alla religione o a qualcosa di simile. L’ideologia ha due conseguenze a) asservisce ed usa le persone concrete b) si stacca dalla realtà e ciò è sempre foriero di disastri.

4) In fin dei conti, Geremia si richiama a quanto era nel Pentateuco, in fondo alla Scrittura di allora. Non in un modo rituale, ma nel senso profondo del Dio liberatore, che per la libertà afferma la necessità della giustizia.

Mi direte: “la predicazione di Geremia è sociale, politica. Ma non per i singoli… ” Le cose che dice però valgono comunque, anzi si legano strettamente alla nostra esperienza e ci mettono in guardia dall’approfittarci degli altri: “tanto il Signore è misericordioso… ”.

Con l’avvento di Gesù Cristo?

Ci si può domandare: l’annuncio della grazia ai peccatori, la realizzazione del nuovo patto in Gesù Cristo cambia la situazione?

Cambiano certamente varie cose e l’ottica della salvezza finale. Però non viene meno la richiesta di ubbidienza. La fede è anche ubbidienza. Non solo perché l’ingiustizia a livello personale e sociale –come dicevo– è distruttiva, ma anche perché per essere uniti a Gesù Cristo dobbiamo rimanere nell’amore del prossimo, che è la realizzazione più alta della giustizia. Ed in più l’amore non è inquadrabile in ideologia, e non è asservito a facili ricette o moralismi.

Solo una volta che abbiamo tentato e siamo caduti innumerevoli volte sulla via della giustizia ha senso chiedere perdono e ricevere la grazia del Signore.

Ascolto

E come facciamo a districarci in un contesto di innumerevoli voci e di tante situazioni contraddittorie in cui come facciamo sbagliamo? Come se ne esce? In breve, seguendo Geremia in generale nelle sue pagine, con l’ascolto della Scrittura, di quei profeti che ha mandato il Signore.

L’ascolto della Parola del Signore, che è anche ascolto degli altri fratelli e sorelle che la leggono e interpretano con noi, ci distoglie dalla malvagità e dall’egoismo e ci riconduce in una prospettiva comunitaria (che allora come oggi si era persa di molto).

E l’ascolto della Scrittura avviene anche guardando a cosa succede e ci succede per opera dello Spirito santo che viene e opera nella nostra vita. Ascoltare il Signore è, con la guida della Scrittura, riflettere e poi riflettere ancora sul presente e vedere dove il Signore ci indirizza.

Ciò ci distoglie dalle cattive vie dove in mondo ci pone. E noi, al pari di Geremia, con umiltà e costanza siamo chiamati ad annunciare di ascoltare e seguire il Signore per vivere.

Perché Egli vuole che viviamo e la nostra salvezza. Ciò ci sorprende a volte, ma è per questo che lo lodiamo in eterno. Amen


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