L’uso di ricordare nel giorno dell’Epifania la visita dei Magi d’Oriente al piccolo Gesù, è associato anche al passo del profeta Isaia che leggiamo adesso. In questo testo profetico il manifestarsi al mondo del Messia è associato all’omaggio da terre lontane di re con doni adatti a un re: oro e incenso.
Inizia con una visione di tenebre su tutta la terra, immagine che descrive un fosco futuro, situazioni di ingiustizia e precarietà. Situazioni che si ritrovano spesso nella storia umana. Ma la scena è illuminata dalla luce che splende sul Messia che è arrivato.
«Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria del SIGNORE è spuntata sopra di te! Infatti, ecco, le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te. Le nazioni cammineranno alla tua luce, i re allo splendore della tua aurora.
Alza gli occhi e guàrdati attorno; tutti si radunano e vengono da te; i tuoi figli giungono da lontano, arrivano le tue figlie, portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, il tuo cuore palpiterà forte e si allargherà, poiché l’abbondanza del mare si volgerà verso di te, la ricchezza delle nazioni verrà da te. Una moltitudine di cammelli ti coprirà, dromedari di Madian e di Efa; quelli di Seba verranno tutti, portando oro e incenso e proclamando le lodi del SIGNORE.
Isaia 60:1-6
Messaggio universale
Il Re Messia annunciato da Isaia è il Messia di tutte le genti, come poi sarà effettivamente Gesù Cristo. Da tutte le parti della terra, in questa visione, tutti si radunano per adorare Gesù, per andare da Colui su cui si vede la gloria del Signore, da Colui che illumina ogni cosa.
Per questo il cristianesimo è, o dovrebbe essere, una religione missionaria, nel senso che annuncia dovunque e a tutti il Salvatore.
Oggi la situazione appare cambiata, per lo meno in Europa. Non solo le persone che non credono e/o si allontanano dalle chiese sono sempre più numerose, ma alcuni cristiani pensano che il messaggio cristiano sia solo per alcuni e non per tutti, che non sia universale, ma questione di cultura.
Oppure si pensa che ormai tutti abbiano sentito il messaggio dell’evangelo e quindi sono stati messi in grado di scegliere. Però:
a) Siamo sicuri che i cristiani abbiano fatto tutto il possibile per presentare Gesù Cristo al vero ai loro conoscenti come ai loro concittadini? E abbiamo in particolare parlato realmente della grazia di Dio?
b) Siamo sicuri che sia buona educazione non parlare di religione, come spesso si fa? Certo non bisogna imporre la propria presenza ed opinione, ma a volte saremo in grado di annunciare la parola che vince la disperazione, che illumina le tenebre. Non stiamo facendo preferenze o pregiudizi a nostra volta?
c) La fede è un fatto privato, come si dice!?! Davvero il messaggio del Cristo è qualcosa solo di privato e non è pure un messaggio che smuove l’intera società umana?
Messaggio luminoso
Annunciare Gesù Cristo, dunque, non è qualcosa che dovremmo fare per noi o per le nostre chiese. Ma perché «una fitta oscurità avvolge i popoli».
Certamente noi riceviamo per primi questo annuncio, che coinvolge e illumina la nostra esistenza. Po questo ci invita a darci da fare per la diffusione di un autentico messaggio di amore, di pace e speranza, qualcosa di gioioso e universale, per tutti, non solo in lontani paesi, ma anche vicino alla porta di casa o anche per noi e i nostri cari.
Certamente parlare di Gesù Cristo,come dicevo non va imposto e per far questo si deve proporre di far conoscere e incontrare una persona.
Parlare di Gesù Cristo, questa luce che illumina il mondo, è intervenire per l’umanità. In quanto le persone sentiranno quanto sia vera la loro vita e quanta dignità gli riconosca il Signore. E quella Parola suscita un grande azione per l’amore verso il prossimo e per la giustizia.
Sì, annunciare Gesù Cristo non solo non è un fatto privato, ma è motore per un rinnovamento delle nazioni, anzi l’inizio di una rigenerazione della società.
oro e incenso
Infatti con la pace e la giustizia è scritto: la ricchezza delle nazioni verrà da te.
Ad un commentatore di Isaia, la ricchezza, il tributo favoloso delle nazioni, sembrava un po’ fuori luogo dinnanzi alle tenebre con cui si apre il passo.
Nulla di meno vero, a mio avviso. La terra non è povera, viene resa povera da ingiustizia e sfruttamento, da guerra e da ignoranza e da cupidigia estrema. Se ci fosse il Regno di giustizia e pace ci sarebbero ricchezze esuberanti.
E chi è stato povero di fronte all’abbondanza avrebbe sì di che far festa e di che ringraziare con gratitudine.
E, ovviamente, non è solo di cose materiali che qui si parla. Il riconoscere che Gesù Cristo ci dona vita e riscatto, nuove possibilità e un futuro, fa sì che si proclamino le lodi a Dio. Soltanto a Dio si rende gloria, perché solo a Lui dobbiamo la nostra ricchezza e pace.
allora, e adesso?
Quell’attesa del Messia è terminata quando si è rivelato nell’umanità Gesù Cristo. Ci possiamo chiedere se è cambiato però, effettivamente, qualcosa.
Certo che è cambiato! Il primo aspetto è che la manifestazione del Cristo ci fa conoscere (ci rende manifesto) realmente il piano di salvezza di Dio, salvezza anche dalla morte. Quando si parla di religioni tutti chiacchierano di ipotesi, di costruzioni più o meno filosofiche, quando invece incontri Gesù Cristo tutto è diretto, vero e luminoso.
Il secondo aspetto è che proprio dalla predicazione a tutti e nella società della buona novella, dell’evangelo di grazia incondizionata di Dio in Gesù Cristo, le situazioni cambiano e si trasformano positivamente.
La vita, personale e sociale, è certo una dura lotta, e spesso cadiamo e torniamo indietro, ma noi abbiamo Gesù Cristo come Signore e Salvatore, conosciamo la sua Parola e sappiamo che lo Spirito santo è all’opera giorno per giorno, a volte in maniera discreta, in tutto il mondo e vicino a noi. E dunque possiamo rialzare la testa, dal dolore e dalla sconfitta, e andare con fiducia verso il domani, che è del Signore. Amen