Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno.
Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.
I Corinzi 3:11-15
Fondamento
Il porre il fondamento da parte dell’apostolo Paolo si riferisce alla sua predicazione di Gesù Cristo, crocifisso e risorto, come nostro solo Salvatore. Quella predicazione aveva fatto nascere una chiesa cristiana a Corinto e a questo fondamento l’apostolo si riferisce.
Riprendendo l’immagine dell’apostolo, la casa costruita su quel fondamento, fu ribadito al tempo della Riforma protestante usando l’espressione che lì sta la chiesa oppure cade rovinosamente. Nel senso che se non è chiaro il quel fondamento o è snaturato, nascosto non si ha una chiesa ma qualcos’altro.
Dunque, Gesù Cristo crocifisso per la nostra giustificazione e risorto per la nostra speranza è il fondamento della Chiesa e insieme di ogni credente, di ogni cristiano. Infatti, l’apostolo usa l’immagine del costruire questa casa -a mio avviso- non solo più come la costituzione della chiesa, ma anche come immagine della nostra vita cristiana, del nostro vivere terreno in coerenza con il messaggio evangelico.
Al giorno d’oggi, forse perché viviamo in un mondo in cui ci sono intense trasformazioni sociali e culturali, con uno sfilacciamento del tessuto sociale, manipolazioni organizzate in grande stile, la tendenza a trascurare quelli che un tempo erano dei valori…sembra che si possa vivere senza un fondamento. Si dice che si viva con più libertà, ma corrisponde a vivere così come capita o meglio come dice una ideologia, senza consapevolezza del perché si facciano delle scelte o delle azioni, mescolando idee varie, senza coerenza e spinti da quell’opportunismo e quell’egoismo umano che sono sempre all’opera.
C’è anche chi obietta che porre la questione del fondamento è già essere fondamentalisti, nel senso peggiore del termine, fanatici.
Non illudiamoci, c’è sempre questo pericolo, ma due sono le risposte che vanno date.
1) Senza un fondamento chiaro si rischia di essere preda delle idee e mode altrui, di essere volubili senza una direzione chiara nella vita. Si dice di essere liberi, ma in realtà si diviene schiavi del mondo. La libertà reale è solo in Gesù Cristo.
Come protestanti siamo in effetti aperti al dialogo con tutti, abbiamo libertà nell’interpretare e comprendere la Scrittura, come anche nel presentare il messaggio evangelico, e quindi non siamo fanatici o totalitari, ma certamente quando consideriamo Gesù Cristo come il solo Signore e Salvatore, ecco che questo principio non è negoziabile. Su questo punto noi proprio non possiamo trattare.
E perché? Non è tanto questione di teologia né di storia. È perché, come afferma l’apostolo, questo fondamento è stato già posto, perché questa è la fede che ci è stata donata, che è stata messa in fondo al nostro cuore, perché Cristo Risorto è la sola nostra speranza.
2) Il pericolo di fanatismo però permane, come anche come si sviluppi la nostra vita. Tutto dipende in effetti da come si costruisce sopra al fondamento. È chiaro che è una questione centrale e giustamente l’apostolo ne parla subito.
Coerenti a Gesù Cristo
Come si vive dunque partendo dal fondamento in maniera corretta, addirittura preziosa? Come si costruisce sopra al fondamento tutta la nostra esistenza?
L’immagine del fuoco, l’immagine di una casa che brucia di cui non si salvano le parti di paglia o di legno, viene usata dall’apostolo per sottolineare l’importanza del vivere cristiano.
Anche se l’immagine fu usata per parlare dell’inferno, qui l’immagine parla di una prova, di un giudizio del Signore sulle nostre azioni. Va sottolineato che anche chi ha costruito con paglia (e almeno in parte lo facciamo tutti), chi ha costruire in maniera incoerente sul fondamento sarà salvato.
Ma quella parte di vita, pur salvati, può essere non autentica, vana, inutile. Sì, in qualche modo pur ricevendo la grazia di Dio, si può non vivere di questa grazia, si può essere superficiali, così da sprecare parte della vita, del tempo che ci è stato dato. Ci deve essere coerenza, dunque, con il solido fondamento che ci è stato dato: Gesù Cristo.
In che modo
Come si fa però a costruire, in maniera autentica e solida, la nostra esistenza partendo da Gesù Cristo?
Partiamo dal fatto che il vero fondamento, Gesù Cristo, è una persona, non un principio astratto, né gli articoli di una confessione di fede. (Per questo -detto per inciso- possiamo avere un fondamento, ma non essere fondamentalisti). Per vivere realmente a partire dal fondamento già posto dobbiamo avere, o ritrovare, una relazione personale con Gesù Cristo. Se incontriamo il Vivente, se lo riconosciamo come Signore e Salvatore proprio per la nostra persona, possiamo -grazie allo Spirito che Egli ci dona- vivere con consapevolezza e autenticità.
Certo sbaglieremo, ma in questa libertà potremo andare alla concretezza dell’esistenza e del nostro prossimo, “vivere con la fede che opera nell’amore” come è scritto in Galati, ci permette di essere non superficiali nè astratti verso il nostro prossimo.
L’amore per il prossimo è sostanziale per vivere in maniera autentica, perché per costruire sul fondamento è -a mio avviso- importante sapere che in ogni tempo siamo alle prese con la vita e la morte. La serietà dell’esistenza, la realtà profonda della vita vanno prese sul serio, non seriosi, ma sul serio.
Alle volte è proprio questo che sembra dare forza alla superficialità, che non ci sia fondamento e che tutto sia vano, ma invece posso vivere autenticamente e con verità con coraggio e rinnovato entusiasmo perché ho la certezza di avere una base solida: il mio Signore e Salvatore che mi accoglie, mi guida, mi dà speranza, mi perdona, mi fa grazia, sconfigge la morte e mi dona resurrezione. Amen
Zusammenfassung der Predigt Das Legen des Fundaments durch den Apostel Paulus bezieht sich auf seine Predigt von Jesus Christus, dem Gekreuzigten und Auferstandenen, als unserem einzigen Erlöser. Ein Fundament ist notwendig. Ohne ein Fundament laufen wir Gefahr, den Ideen und Moden anderer zum Opfer zu fallen und ohne eine klare Richtung im Leben wankelmütig zu sein. Wir behaupten, frei zu sein, aber in Wirklichkeit werden wir zu Sklaven der Welt. Als Protestanten betrachten wir Jesus Christus als den einzigen Herrn und Erlöser, und über diesen Punkt können wir einfach nicht verhandeln. Warum? Das ist keine Frage der Theologie oder der Geschichte, sondern weil, wie der Apostel sagt, dieses Fundament bereits gelegt ist, weil dies der Glaube ist, der uns gegeben wurde, der in den Grund unseres Herzens gelegt wurde, weil der auferstandene Christus unsere einzige Hoffnung ist. Wie ist unsere gesamte Existenz auf diesem Fundament aufgebaut? Sie muss mit Konsequenz aufgebaut werden. Das Bild des Feuers verweist auf das Urteil des Herrn über unser Handeln. Es muss betont werden, dass selbst diejenigen, die mit Stroh gebaut haben (und das tun wir alle zumindest teilweise), diejenigen, die inkonsequent auf dem Fundament gebaut haben, gerettet werden. Um authentisch auf Jesus Christus zu bauen, müssen wir von der Tatsache ausgehen, dass das wahre Fundament, Jesus Christus, eine Person ist und nicht ein abstraktes Prinzip oder die Artikel eines Glaubensbekenntnisses. Um wirklich auf dem bereits gelegten Fundament zu leben, müssen wir eine persönliche Beziehung zu Jesus Christus haben oder wiederentdecken. Um authentisch zu leben, ist es wichtig zu wissen, dass wir jederzeit mit Leben und Tod konfrontiert sind.