La prima lettera di Giovanni è scritta dall’apostolo a delle chiese che sono confrontate con la predicazione di falsi profeti, così vengono definiti. Nel testo che leggiamo ci sono tre affermazioni precedute dalla frase “se noi diciamo”, queste sono probabilmente le affermazioni che facevano questi falsi profeti, queste affermazioni vengono poi seguite dalle confutazioni dell’apostolo e da una sua affermazione in positivo.
Prima però, Giovanni inizia sintetizzando il messaggio di Gesù con «Dio è luce». E questo testo, infatti, diviene allora non solo una polemica, ma una rassicurazione e una esortazione per i cristiani: un messaggio di entusiasmo.
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre.
L’immagine di Dio come luce, senza tenebre, senza aspetti contradittori o oscuri è fondamentale. L’essere luce riguarda sia il modo di essere sia quello di agire di Dio. Il Signore non ha aspetti nascosti, è come lo abbiamo conosciuto in Gesù Cristo, e Dio agisce senza sotterfugi o scorciatoie o compromessi.
Ciò è rassicurante, ma essendo Dio luce, anche noi come credenti non dobbiamo essere nelle tenebre. Il problema e il confronto con i falsi profeti è tutto qui: come essere nella luce nella nostra esistenza. La lettera allora continua dicendo:
Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
Ma se camminiamo nella luce, com’egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
La prima tesi da confutare è che noi potremmo essere in comunione con il Signore e vivere però in modo opposto al suo messaggio di verità. È l’idea che conti solo l’idea e non la pratica, una buona dottrina e non anche un buon agire, anzi probabilmente c’è sotto l’idea che l’agire sia indifferente.
Notate che l’apostolo non risponde come se noi fossimo perfetti, ma che camminano, viviamo, nella luce, in quanto riceviamo purificazione per poter essere in comunione con il Signore.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.
La seconda affermazione forse di altri falsi profeti era più drastica, diceva non solo che si poteva vivere in comunione con il Signore pur essendo nelle tenebre, ma addirittura che siamo perfetti, che non c’è proprio niente da farci perdonare. Mentre invece l’apostolo insiste che i nostri errori vanno riconosciuti, confessati, per poter essere perdonati.
Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.
Anche se diciamo di non aver peccato, cioè di essere riusciti in certe situazioni a non peccare è una bugia e quindi ci allontaniamo dalla parola del Signore, per la quale infatti Gesù Cristo è morto per noi, per la nostra redenzione.
E infine la risposta conclusiva non è, ovviamente, un incoraggiamento a peccare, ma invece proprio a rivolgersi a Gesù Cristo per il perdono e per la vita.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.
Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. I Giovanni 1:5-2:2
Tutto bianco o nero?
Dio è luce e noi dobbiamo camminare nella luce. In Giovanni, alcuni dicono, è tutto “o bianco o nero”; sembra che non abbia mezze misure. Ciò non ci deve sorprendere, infatti, l’apostolo si riferisce a Dio. Quando invece si riferisce a noi la situazione è più complessa.
Infatti, come dice l’apostolo, coloro che seguono la luce, che vi camminano, non sono esenti dal peccato, anzi in questi pochi versetti viene detto: Gesù ci purifica da ogni peccato, ci perdona e ci purifica dall’iniquità, è un avvocato e il sacrificio propiziatorio.
Dunque, non siamo perfetti, anzi abbiamo la necessità di riconoscere i nostri peccati, errori, meschinità per essere sulla giusta strada. Però, se scegliamo di essere dalla parte di Dio, riconoscendo di avere bisogno del suo perdono, quando ci affidiamo a Dio come a colui che ci fa misericordia in Gesù Cristo, allora sì, che veniamo purificati. Allora siamo nella luce, per sua grazia.
Infatti, Egli è fedele e giusto da perdonarci: Dio è fedele alle sue promesse di vita per ognuno di noi e ci salva dalle conseguenze mortali dei nostri errori ed è giusto, in quanto Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, colui che era senza peccato è morto sulla croce, realizza la giustizia per la quale possiamo avere vita.
Dietro alle affermazioni dei falsi profeti c’era infatti probabilmente (1) l’idea che Gesù Cristo non fosse il Figlio di Dio, che invece fosse un maestro di morale o di illuminazione e i suoi seguaci dovessero seguire con sforzo la sua via e riuscissero a raggiungere infine una perfezione o comunque una loro giustificazione…
Si potrebbe allora dire che (2) chi vedeva “tutto bianco o nero” per le possibilità umane, fossero proprio i suoi avversari che non vedevano o non consideravano le proprie ambiguità o difetti.
Ne veniva fuori (3) una specie di cristianesimo per iniziati, ma anche potremmo dire farisaico, qualcosa di élite in cui non aveva valore la croce di Cristo, ma solo il proprio valore o il valore del proprio impegno, e quindi anche un’assenza di reale amore verso il prossimo, se non s’impegnava abbastanza a loro giudizio.
Senza peccato?
Ci sono predicatori di questo tipo oggi? Certo, a parte casi estremi, no; ma queste posizioni si ritrovano nella pratica.
C’è la posizione (a) che afferma che non esista il peccato, perché tutto è relativo, oppure (b) che si possa vivere senza peccato. Incontriamo questa posizione quando si vive pensando che l’evangelo non sia fondamentale per la propria condotta o esistenza, quando sentiamo dire che “ciò che conta è il fine e non i mezzi”. Conterebbe allora solo lo scopo ultimo, le idee, la propria fede in Dio o un’ideologia. Non quel piccolo furto che si è compiuto; quel po’ di indifferenza con cui abbiamo trattato il nostro fratello; quella bugia che però era a fin di bene; quel far soffrire, ma comunque guadagnarci…
Invece, l’evangelo e la Scrittura sono proprio la lampada al nostro piede, ciò che ci indica come camminare nella vita, anche se ciò è a volte estremamente complesso da interpretare nelle situazioni reali, dove spesso è impossibile far tutto giusto.
Alcuni dicono (c) che bisogna essere “uomini di mondo’’, cioè coloro che sanno con cinismo come funziona il mondo e vi si adeguano. No, il cristiano non è uomo di mondo. È invece creatura e figlio di Dio. E sa che sbaglia e che serve il perdono di Dio, ma non per questo si arrende all’ingiustizia e a come va il mondo.
Nessuno è perfetto
A forza di dire “nessuno è perfetto”, “tutti peccano”, “chi siamo noi per dire sì, sì e no, no” sembra quasi che vada bene così, che in fondo non ci sia proprio speranza di migliorare. Si è finiti così per instillare una sfiducia totale ai cristiani e produrre immobilismo. (È ciò che rende inutile la chiesa agli occhi di molti),
Al contrario, l’apostolo Giovanni vuole dare una certezza a tutti i credenti in Cristo Gesù: la certezza del perdono di Dio quando si faccia una scelta di campo verso Dio, una scelta di vita con l’impegno all’amore per il prossimo con fiducia nel Signore.
Dio ci invita a scegliere di vivere seguendo Gesù Cristo, nel cercare di praticare la giustizia, di avere uno stile di vita secondo Cristo, di prendere sul serio i comandamenti e il comandamento dell’amore in particolare.
Poi certo sbaglieremo e peccheremo, poi certo potremmo essere contraddittori, alle volte saremo anche nel compromesso e a volte confusi e irretiti dal mondo, però avremo il perdono, forte, completo.
Dio è luce
Infine, c’è qualcosa forse di più sottilmente maligno che penetra nei nostri cuori e menti. A forza di dire che “nessuno è perfetto”, che tutti sbagliano, tutti presi da grande modestia certo, finiamo per credere che Dio sia modesto, non solo finiamo nelle tenebre dove tutti i gatti sono neri, ma anche perdiamo fiducia nella sua potenza.
C’è invece da sapere che il Signore interviene in maniera rigenerante, che Dio ci rinnova, che anche se questo mondo è pieno di ingiustizia e odio e violenza e quindi dolore e tristezza, il Signore non ci lascia essere sopraffatti.
È un messaggio di entusiasmo che Giovanni comunica a tutti noi, siete stati chiamati dalle tenebre alla luce, ora vivete in quella luce, ora andate nel mondo non piangendovi addosso, ma lottando per l’evangelo sicuri della potenza del Signore.
Per tutti
Ovviamente, essere dalla parte di Dio implica non solo non essere superbi, ma anche estendere la propria considerazione e azione verso tutti, perché «Gesù Cristo… è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.»
Solo scegliendo di essere dalla parte di Dio e avendo fede in Lui noi possiamo vedere in ogni nostro prossimo colui che soffre e che è amato da Dio, e dargli una mano a risollevarsi se è caduto.
Qui sta in realtà proprio il difficile del vivere cristiano, ma anche la grandiosità della via del Dio che è luce. Amen