Il racconto del diluvio che troviamo nella Genesi è un testo teologico profondo, come tutti i testi biblici d’altronde, che spesso però –prestandosi per il racconto ai ragazzi– viene semplificato e infine un po’ trascurato.
Ora pare proprio che, al tempo biblico, esistessero varie antiche tradizioni, fin dai sumeri, con racconti di diluvio e che ad esse fossero collegate spiegazioni teologiche pagane. Gli ebrei dunque vi erano confrontati e gli si poneva un problema teologico.
Comunque sia, non solo sciagure, catastrofi e pestilenze ci sono sempre state, ma ci sono sempre state molte interpretazioni, antiche e moderne, che hanno pensato che la distruzione la mandi la divinità per punire e per distruggere.
Nel racconto della Genesi c’è certo la distruzione terribile voluta da Dio per la diffusa malvagità umana, ma questa vi appare come appartenente ad un tempo remoto, ad un dubbio iniziale di Dio, nella conclusione del racconto invece si dice che la cura provvidente e paterna di Dio rimarrà continua nel non far venire meno la terra e i suoi abitanti.
Infatti, il problema teologico che il testo affronta è l’incongruenza fra il Creatore, perfetto, e la creazione, imperfetta e malvagia. Cioè: Dio crea il mondo e l’umanità e li lascia liberi, ma questo mondo e questa umanità si allontanano dal loro Creatore, anzi hanno caratteristiche di malvagità e di ingiustizia tali da indignare il Signore. Cosa farà allora il Creatore di questa umanità incorreggibile, cialtrona, egoista, bugiarda e assassina?
Non potrebbe distruggerci tutti e fare un’umanità e un mondo ben ordinato, giusto e senza neanche una piccola sbavatura di peccato?
No. La risposta del testo è che Dio si duole profondamente della malvagità umana, della incongruenza della sua Creazione rispetto alla sua santità, si indigna. Ed anche se in un primo tempo pensa di distruggerla, poi infine deciderà di salvarla. E non sorprenda questo cambiamento di idea, infatti, il Signore è un Dio personale, non un principio imperturbabile.
E quindi pone un freno alla distruzione e ciò avviene attraverso un patto di salvezza:
Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo: «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con ogni essere vivente che è con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».
Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole; io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra».
Dio disse a Noè: «Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra».
Genesi 9:8-17
Patto con tutti i viventi
Il patto sarà rinnovato con Abramo, verso tutte le famiglie della terra, con il popolo d’Israele sul Monte Sinai e sarà reso perfetto in Gesù Cristo per tutti, ma qui c’è il suo primo esordio.
Si noti che in questo testo il Signore non è solo il Dio di Israele, ma il Creatore, il Signore assoluto di tutto l’universo e quindi di ogni essere vivente. E infatti quello che Egli annuncia e stipula è un patto con tutti i viventi.
Anche come cristiani dobbiamo ricordarci di questo. Non solo Dio non è il Dio di un solo popolo, ma anche non è solo il Dio dei credenti, di coloro che lo hanno conosciuto in Gesù Cristo, ma di tutte le donne e di tutti gli uomini, anzi di tutti i viventi, che vivono ed hanno vissuto e vivranno sulla terra. E in più Dio ha cura di tutti.
Potremo affermare anche di più, partendo da questo passo: che non solo Dio non manderà più una catastrofe per sterminare l’intero genere umano, ma che non manda più alcuna catastrofe per punire qualcuno.
Il Creatore accetta, l’esistenza dell’incongruenza fra sé e l’umanità, e quindi la libertà umana è una reale libertà. Infatti, c’è libertà proprio perché ci può essere anche peccato, distanza da Dio.
Dunque, Dio non manda più una catastrofe o una malattia per punire qualcuno, ma queste cose fanno parte della vita di questo mondo, che vuol essere libero da Dio.
Se non c’è dunque da pensare ad una volontà divina di punizione, non c’è un castigatore che metta apposto le cose, ma allora c’è da ragionare sulle responsabilità umane verso il Creato e l’umanità, perché libertà fa coppia con responsabilità. E non si può dire a Dio: “pensaci tu…”
Responsabilità umana
Per i cristiani ciò porta a una singolare responsabilità: noi che conosciamo Dio e crediamo in lui, non possiamo rimanere indifferenti alle difficoltà e al dolore di ognuno e della Creazione tutta. E quando pensiamo agli altri popoli e alle altre persone, non possiamo pensare che si debbano arrangiare da soli, ma dobbiamo fare in modo che vivano in dignità e pace, in libertà e sicurezza. E questo vale anche per gli animali e per il pianeta Terra.
Questo mondo interconnesso, globalizzato come si dice, non è solo opportunità di grandi affari economici e di sfruttamento, come spesso avviene, non è solo una interdipendenza generale e sanitaria in particolare, ma può essere una grande occasione per non trascurare gli altri popoli e nazioni, per cercare di favorire la vita e per proteggerci insieme, noi e gli altri, come nel caso di catastrofi naturali e di epidemie.
Ce ne ricordiamo in questo Tempo di Passione ogni anno raccogliendo fondi per Pane per tutti, e quest’anno ce ne ricordiamo anche con il panico da Covid19, quel virus del tipo corona di cui tutti, ovviamente, parlano. L’egoismo non è solo un peccato individuale, ma spesso sociale. E noi seguiamo le regole sanitarie per solidarietà.
L’azione dei cristiani
L’azione dei cristiani nel mondo assume, allora, una rilevanza grandissima. Essi possono e devono annunciare che c’è un Creatore, che si coinvolge con il mondo, che si indigna e che lo ama, e che per questo amore, nonostante tutto, anche lo sostiene, lo preserva e lo salva. Un messaggio di speranza, certo, ma anche di impegno concreto.
I credenti sono chiamati a vivere facendo la differenza rispetto al mondo che nega Dio. Certo l’umanità è folle ed errante, ma si può intervenire da cristiani nella nostra libertà e responsabilità in questo mondo in modo giusto e spesso innovativo.
Noè diviene allora esempio di fede, non solo perché senza parlare, si mette subito al servizio di Dio, ma anche perché nel mondo si è chiamati a fare la propria parte come Noè, anzi i cristiani sono come tanti Noè che salvano, o almeno tentano di salvare, con la loro azione elementi di umanità in questo mondo.
E non è solo un salvare fisicamente qualcuno, e non è solo questione di annunciare la grazia di Dio, che poi è l’unico che salva realmente, ma c’è individualmente e comunitariamente da preservare aspetti realmente umani dell’esistenza, che le persone di questo mondo a volte dimenticano. La solidarietà, la gentilezza, il guardare al prossimo non in termini di utilità…
In ogni tempo infatti c’è bisogno di persone credenti, che abbiamo fiducia in Dio e non nelle ideologie del loro tempo, che salvino umanità, che mantengono umanità nelle varie situazioni. Come in ogni tempo, vediamo oggi alienazione e violenza, persone senza ritegno, assassini che ridono delle loro vittime, dittatori che raggiungono vette di terrore, persone che dimenticano la dignità di esseri umani per gli altri e talvolta anche per loro stessi…
Sì, c’è da salvare l’umanità che è in noi e che è in tutte le persone. C’è da provare a vivere con dignità e amore, ed è ciò che ogni essere umano in fondo desidera, proprio perché così siamo stati progettati e creati dal nostro Signore.
E per far questo c’è da ritornare al Signore come Creatore, che ci ha creati meravigliosamente, e come Salvatore, che ci ha amati per ciò che realmente siamo.
E si ricorda del patto
Dinnanzi alle grandi difficoltà, chi siamo noi? Ci viene sempre da chiederci. Vale la pena allora di dirsi che non siamo affatto soli.
Dio infatti, come annuncia questo passo e altri della Scrittura, si ricorda del suo patto e quindi si prende cura di noi, e si prende carico delle nostre sofferenze ed errori, e per questo ha inviato Gesù Cristo per la nostra salvezza e resurrezione.
È proprio in Gesù Cristo che il prendersi cura di Dio verso noi esseri umani si dimostra completo. L’umanità nonostante tutto non è abbandonata a sé stessa dal Signore, ma Dio sceglie un’altra strada non la sua distruzione, ma il suo riscatto.
E dunque capiamo che, certo Dio non interviene continuamente a rimediare alle situazioni, non sarebbe una Creazione realmente libera, ma quando è troppo pericoloso per l’umanità, si ricorda del patto. Ovviamente non è che lo avesse dimenticato, ma lo mette in pratica provvidente.
Così, in Gesù Cristo, Dio assume su di sé il peccato per superarlo, lascia la libertà umana, prepara una salvezza definitiva e insieme cura provvidente l’umanità. E in ciò è la nostra speranza. Amen