Il Tempo passa, scorre e a volte vola, ma si attende sempre qualcosa. Il Messia che doveva arrivare, per noi è già arrivato! E sappiamo che era il Salvatore. Ce lo ricordiamo in ogni Avvento e ad ogni Natale. Ma allora adesso che aspettiamo? Le cose alle volte non sembrano poi così cambiate, c’è ancora l’attesa del suo ritorno glorioso, ma come dobbiamo vivere l’oggi? L’apostolo Paolo scrive:
Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge.
E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno, perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze, senza immoralità e dissolutezza, senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri.
Romani 13:8-14
Amare il prossimo
«Ama il tuo prossimo come te stesso». Di tutte le parole e i comandamenti ebraico-cristiani (infatti è questo un comandamento del Levitico, libro dell’Antico Testamento) questo è quello che per primo giunge alla mente delle persone.
È ovvio. Perché una cosa è parlare in modo astratto di Dio, un’altra è avere il suo insegnamento così ben sintetizzato per la vita di ogni giorno.
In più, è un comandamento vicino al nostro cuore, alle nostre emozioni e conoscenze, in quanto si parla di amore. Non è la legge in primo piano, non è usato il termine di peccato o di dovere, ma l’amore, anzi l’amare, l’amore in azione.
E l’amare ha a che fare con cosa siamo noi, profondamente, amore che ci fa subito comprendere che qui abbiamo a che fare con un Dio che è altro, rispetto ad arcigne e strane rappresentazioni pagane o del generale vittorioso o medioevali o tenebrose.
Ora, l’apostolo Paolo inserisce l’ama il tuo prossimo in mezzo a questo annuncio di ritorno del Signore, certo perché come dicevamo Gesù è il Messia della pace, giustizia e amore. Ma in più man mano che passa il tempo siamo sempre più vicini alla salvezza. E siamo chiamati a vivere in linea con ciò che ci riserva il futuro.
Svegliatevi
La notte è avanzata, scrive l’apostolo. “Passata è la tempesta”, scriveva Leopardi, per indicare un nuovo stato d’animo che ci viene dalla natura che si risveglia dopo il temporale; “è passata la nuttata”, recitava Eduardo con la speranza del dopoguerra… Quante speranze e quanta voglia di vivere c’è dopo che c’è stata una svolta nel mondo.
Ebbene “la notte è avanzata”, scrive l’apostolo e aggiunge “svegliatevi!”
E svegliarsi però non è per lui un “ricordati che devi morire”, non è la sveglia per andare al lavoro, non è la scadenza della bolletta, ma è svegliamoci perché è ora di fare il bene, anzi: è ora di amare.
Ah! Come è meraviglioso il messaggio dell’evangelo, perché ci dice quanto sia grande l’amore di Dio e quanto futuro, pieno di speranza e di gioia, abbiamo.
Gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Siamo infatti pronti per vivere amando, sostenuti dalla grazia di Dio.
E ciò vale per tutti, quando siamo bambini, curiosi del mondo che ci circonda; come giovani impazienti di provare ad essere adulti; ma anche come persone mature o cariche di anni, perché il Signore che ci ha soccorso fin qui, ci soccorrerà ancora, e ci fa vivere cose nuove senza abbandonarci.
Onestà
La notte è passata, cioè le cose negative già fuggono via. Anche se ancora non è tutto nuovo, pure il Signor Gesù ha vinto sul male ed allora l’apostolo specifica, l’amare il prossimo con: comportiamoci onestamente!
(Ci sono varie traduzioni possibili: dignitosamente, in modo degno o in modo conveniente alla luce del giorno, cioè dinnanzi a tutti, onestà in italiano può racchiudere i vari significati).
Non dice di essere perfetti, ma onesti! Sembra proprio un po’ poco! Non ci sono grandi proclami, ma non gozzovigliate, non pensate solo a mangiare e a consumare… e siate, anzi siamo, onesti.
È il minimo? E poi l’onestà è un termine che sembra fuori moda?
Sembra qualcosa che tutti pretendono, dagli altri, ma che poi si possa limitare, onesti sì: ma fino in fondo? Ma, a ben guardare, l’onestà non ammette eccezioni e ha tante facce.
C’è l’onestà ad esempio, nel lavoro. Fare bene il proprio lavoro, non tralasciare questo aspetto o un altro, “perché tanto non importa”. Magari come in Italia c’è da controllare la tenuta dei ponti dell’autostrade…
C’è anche l’onestà intellettuale. Il riconoscere il contributo di altri per il proprio lavoro, idee, benessere come anche il riconoscere di aver sbagliato in ciò che si credeva giusto (come la questione degli affidi coatti).
L’onestà di riconoscere i propri limiti. Siamo cristiani, ma viviamo delle contraddizioni del nostro tempo, delle idee del mondo, delle convenienze della società umana.
E l’onestà di dire sempre la verità… Si potrebbe continuare a lungo, l’immagine dell’apostolo vuol dire che dobbiamo vivere in modo da non vergognarci quando le cose vengono alla luce del giorno. Vivere in modo conveniente, nient’affatto una visione moralistica, ma anzi sostanziale, al cuore dell’azione cristiana. Un altro modo di descrivere l’amore per il prossimo, trattando il nostro prossimo con considerazione e rispetto, riconoscendogli dignità, i suoi diritti.
La vera onestà, quella ispirata da Dio, cambia il nostro mondo e lo rende migliore.
A volte però ci viene da scoraggiarci. Le cose sembrano non migliorare, anzi…
In quei momenti vale la pena ripetere con l’apostolo: il giorno è vicino, la notte è passata, e il futuro è di Dio. E anche noi siamo di Dio e grazie a Gesù Cristo saremo sempre insieme al Signore. Amen