Benedizioni (Gen 12:2)

Spesso si dimentica di applicare a noi stessi una parte di ciò che promette il Signore ad Abramo:

sarai fonte di benedizione (Gen 12:2)

Certo non siamo come Abramo, ma essere di benedizione riguarda ogni singolo essere umano. Perché l’umanità va avanti solo con il concorso di tutti.
Spesso si dimentica nella nostra società piuttosto individualista e spesso dominata solo da criteri economici che  il singolo da solo è niente. Un capo d’azienda viene idolatrato e guadagna mille volte di più dell’ultimo dei dipendenti, come fosse da solo a mandar avanti la ditta e non ci fossero altre migliaia di dipendenti  che vi lavorano con dedizione. Si dimentica alle volte che  quello che abbiamo oggi viene da quello che hanno fatto in passato -spesso con fatica- quelli che ci hanno preceduto , e ciò che possiamo fare e avere dipende da quello che altri fanno in contemporanea nel mondo.

In questa visione di corresponsabilità, di mutua dipendenza, che non esclude nessuno, anzi vivifica il ruolo di ognuno e di ogni dono di ognuno, che comprende la dignità di ogni essere umano, si inizia a capire di poter essere sempre di benedizione agli altri.

Questo vale per ogni persona, ma quando parliamo di cristiani, ecco che il senso di benedizione diviene anche quello di annunciatori di grazia, con parole e con l’esempio. È la grazia di Dio in Gesù Cristo che ci segue e ci sostiene, che realizza la promessa per ognuno di noi. E l’annuncio di questa grazia è la molla per il futuro e il nuovo, del non arrendersi di fronte alle difficoltà e all’ignoto, ma invece dell’essere di benedizione.
E questa parola di gioia e di grazia per il nostro domani, qualunque esso sia, vogliamo farla nostra oggi e in futuro, ricordandoci d’Abramo nostro precursore, che ebbe fiducia nelle promesse meravigliose di Dio. Amen


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