Patto eterno

L’inizio della storia della salvezza che inizia da Abramo e si realizza in Gesù Cristo, è nel patto che il Signore fa con Abramo. Se non diamo tutto per scontato, è un testo molto sorprendente:

Genesi 17:3-7 Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: «Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni.  Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.

Potenza di Dio

Prima di tutto sappiamo che Abramo non ha ancora un figlio ed è, come si usa dire, avanti negli anni. Ciò parla della potenza di Dio, che non è solo qualcosa che possiamo valutare umanamente, ma che trascende la nostra intelligenza e le nostre previsioni.

Patto universale

In secondo luogo, il patto con il capostipite del popolo ebraico, è un patto che comprende una moltitudine di nazioni, potremmo dire tutte le nazioni della terra. E non solo come moltitudine di persone, ma anche come popolazioni vere e proprie, con la loro struttura sociale e i loro governanti, ecco il riferimento ai re.

Ciò è sorprendente, perché noi siamo abituati a pensare all’Antico Testamento come qualcosa di legato al popolo eletto, senza tanta attenzione agli altri popoli. Ed invece ci sono molti testi, oltre a questo, universalistici.

Certo il patto di Abramo nella comprensione ad esempio di alcuni salmi sembra spesso limitato al popolo ebraico. Non è così sempre nella Scrittura, ma certo sembra esserci alle volte un’interpretazione nazionalistica. Ciò fa riflettere che, sebbene in modo differente, abbiamo anche noi, come cristiani, una visione alle volte ristretta dell’amore di Dio: “le varie nazioni citate sono solo gente cristiana? L’amore di Dio non è anche per chi non è cristiano?”

Certo non è cosa semplice da comprendere e vivere, ma il significato di essere cristiani nel mondo non si può esaurire nel pensare di essere i soli destinatari della cura del Signore… E in effetti quando Gesù Cristo, con la sua morte in croce, rende stabile e sempre valido il patto fra noi e Dio, lo estende ad ogni essere umano (Dio ha tanto amato il mondo…).

Patto eterno

Infine, il patto è eterno. Non è qualcosa che avrà fine. È chiaramente un patto che il Signore onorerà e curerà, fino alla fine dei tempi e oltre.

Ciò è sorprendente perché, anche se Abramo è Abramo, egli è comunque solo un essere umano. Eppure, il Signore fa un patto eterno con lui, non solo considera qualcosa che va ovviamente oltre la sua morte, ma considera degno un essere umano di essere partner di una alleanza eterna, di questo patto per sempre.

Non solo il patto è eterno, ma è un patto, ciò implica un intervento attivo del Signore, che ci viene detto ci raggiunge di generazione in generazione.

L’estensione del patto non è dunque inclusiva solo verso le altre persone, ma anche verso le altre generazioni. La fedeltà del Signore di generazione in generazione assicura la sua cura, nonostante i problemi e le incognite del futuro.

Quando diciamo o sentiamo dire che “tutto si sta complicando” e che “niente è come prima” e che “chissà come vivremo noi domani” e “come vivranno le nuove generazioni”, noi sentiamo tutta la preoccupazione, la tristezza e in certo modo la disperazione di questi tempi che viviamo… non solo però dobbiamo sentire solidarietà e fare la nostra parte per le nazioni e per le generazioni future, ma dobbiamo anche confidare nella cura del Signore per l’umanità di generazione in generazione.

E questa non una cura generale, globalmente intesa: “il sole e la luna e le stagioni che vanno avanti”, ma di più è una cura personale, come quella che Dio ha per Abramo, per la sua persona, per le sue esigenze.

L’aspetto infatti più sorprendente, se volete, è che questo patto eterno non è stretto con un popolo, ma con una persona, e solo dopo sarà nazionale e umano, partendo però sempre da ogni persona singola, in concreto, con la sua specificità.

Un patto generale, certo, ma che parte da Dio che ti conosce per nome. In questa è dunque la nostra fiducia nel domani, perché Dio ha stretto un patto con ognuno.

Vivere nel patto

I cristiani hanno usato giustamente quindi l’immagine del patto, per parlare dell’amore di Dio e insieme per la sua rilevanza per la vita dei cristiani e non solo. Il patto di Gesù Cristo, considerando quello di partenza di Abramo, è un patto eterno inclusivo, verso tutte le nazioni.

E in fondo fa parte del patto non certo il rispettarlo, perché è Gesù Cristo che lo rispetta per noi, quanto annunciarlo: il patto va proclamato e esteso in questo modo il più possibile verso gli altri. Ciò implica pensarsi all’interno delle generazioni e dei popoli, in una dimensione di condivisione umana, di avanzamento dell’umano e della sua dignità, battezzate tutti i popoli dice il Risorto, perché uno solo è Il Creatore e il Salvatore.

E in quest’annuncio ci siamo ovviamente anche noi, che dobbiamo essere consapevoli che il Signore non è lontano da noi, ma è per sempre in ascolto e in azione, in squadra, in connessione, in alleanza con noi, come con tutti gli uomini e le donne di questa umanità, che è l’umanità creata ed amata da Dio. Amen


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