Pensiero d’eternità

La fine dell’anno ci fa pensare al tempo che passa, è ovvio.

Si dice che il tempo passi in fretta, che il tempo scorra senza tregua… ed in questo c’è già una bella dose di ansia. Ma l’Ecclesiaste (vedi il testo in fondo), questo antico saggio, si sofferma nel mostrarci che c’è un tempo per fare delle cose e un altro per farne delle altre. Se si capisce cosa fare del tempo ce n’è, e questo è già un bel messaggio.

L’Ecclesiaste dice che si deve fare una cosa, altre volte magari la cosa opposta o quasi, e ci fa riflettere così sul fatto che ci sono cose giuste da fare in una certa situazione, ma che le stesse azioni sono sbagliate in un altro tempo. Riconoscere il tempo, la stagione, la situazione in cui si è, comprendere che è giunto un momento per un’azione o un’altra, cioè interpretare correttamente la strada da intraprendere è qualcosa da saggi e che ci rende non solo meno ansiosi, ma che fa rendere meglio ciò che facciamo, che dà più successo.

Proprio perché il tempo passa e non ritorna, dunque, si può esser saggi solo se si impiega il tempo nella cosa giusta da fare in quel momento. Sprecare il tempo, che è la risorsa più preziosa è da stolti. Anche se capire in quale tempo si sta vivendo non sempre è ovvio.

Detto così questa è una saggezza razionale e qualcosa di ovvio, perché che il tempo sia limitato dovrebbe essere una conoscenza di tutti gli esseri umani.

Il pensiero dell’eternità

Eppure per il credente che sa che il tempo finisce, non solo il proprio tempo terreno, la propria vita, ma anche il tempo del mondo ha una conclusione,la riflessione sul tempo è qualcosa di religioso, perché è riflessione sull’infinito, sul Signore del tempo.

L’Ecclesiaste ci dice che c’è un senso di eternità posto in ogni cuore umano da Dio. Alcuni lo vogliono negare, lo vogliono rimuovere dalla loro mente, dal loro pensiero, ma questo pensiero di eternità che non si sa spiegare, che ignora certo l’insieme dell’opera di Dio, è ciò che ci fa vivere, che non ci fa disperare del tempo che passa, della vita che finisce…

Questo senso di eternità ti fa riconoscere che i vari tempi che viviamo sono tutte occasione per fare la volontà del Signore, e quindi capire il tempo per capire cosa vuole il Signore in quel tempo.

Per l’Ecclesiaste non è che fare la volontà di Dio sia far digiuno oppure intristirsi, ma, anzi, riconoscere nelle occasioni e cose che riceviamo dal Creatore la sua benignità e dunque del poterle mettere a frutto e condividerle e goderne, perché ciò rappresenta un dono di Dio.

La domanda “che profitto trae dalla sua fatica”, non va allora interpretato come un totale pessimismo , nel senso che non c’è profitto perché tutto poi passa e va via. Invece il profitto che se ne ricava è intimamente collegato al tempo che si vive, o meglio al saper vivere il tempo che ci è dato.

Nel fare la cosa giusta con gioia e riconoscenza, sta un profitto nella esistenza che la riempie e la rende leggera.

Non attendere

Alle volte però si vive attendendo. Ho una buona cosa da fare, ma non ne godo in quanto forse domani ce ne sarà una migliore. Ecco i bambini a Natale che attendono i regali e vorrebbero arrivare subito a Natale, poi da grandi ricordiamo quanto era bello quel tempo d’attesa, era tutto da vivere, non era magica e bella in fondo quell’attesa?

Oppure faccio una telefonata ad una persona cara, la sento, certo che sarebbe migliore vedersi, ma perché non godere della possibilità adesso, comunicando la nostra gioia e i nostri pensieri? Non devo vivere sospeso come se tutto dovesse succedere solo domani o fra un certo tempo, ma c’è il tempo per godere della vita che ho adesso. Ciò non significa non fare progetti, ma saper apprezzare il presente.

E questo non attendere vale anche per le cose negative. Gesù diceva “basta a ciascun giorno il suo affanno”, voleva dire di non attendere con ansia il domani, ma vivere le cose belle dell’oggi, e non preoccuparsi di quello che potrebbe succedere l’indomani.

Vivere nel tempo

Infine il tempo che passa ci permette di vivere la nostra esistenza, non solo un istante, un punto, ma una linea. Possiamo svolgere la nostra vita, i nostri pensieri, i contatti con gli altri solo nel tempo, vivere nel tempo è proprio degli esseri umani. Noi spesso ci pensiamo persone, però siamo in realtà esistenze.

E in mezzo a tutto questo tempo che passa, chi si prende cura delle nostre esistenze è la Parola del Signore, quella che dura in eterno. Il Signore si prende cura di noi, della nostra esistenza, in ogni momento e situazione. C’è un tempo per ogni cosa, ma è sempre tempo per la Parola di grazia e di verità di Gesù Cristo. Per questo ogni anno è un anno di grazia del Signore. Amen

Ecclesiaste 3:1 Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: 2 un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato; 3 un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per demolire e un tempo per costruire; 4 un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare; 5 un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; 6 un tempo per cercare e un tempo per perdere; un tempo per conservare e un tempo per buttar via; 7 un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare; 8 un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

9 Che profitto trae dalla sua fatica colui che lavora? 10 Io ho visto le occupazioni che Dio dà agli uomini perché vi si affatichino. 11 Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, sebbene l’uomo non possa comprendere dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatta. 12 Io ho riconosciuto che non c’è nulla di meglio per loro del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, 13 ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, è un dono di Dio.


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