Natale non solo per bambini

I Corinzi 13:11 Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.

Scrive così l’apostolo, ma oggi quanti parlano e agiscono da adulti? Non vi sembra che questo mondo sia un po’ troppo ricco di adolescenti, ma in realtà quarantenni? Di persone che vivono come se non si invecchiasse mai? Come se le responsabilità fossero sempre di altri? Come se ci fosse sempre tempo per nuove cose da consumare in fretta?

Forse il compito dei grandi o dei cosiddetti anziani sarebbe proprio quello di ricordare ai più giovani che alle volte è ora di crescere. Che è ora di costruire qualcosa, di pensare qualcosa e di riflettere sulla propria vita.

E crescere vuol dire fare anche i conti (uso di proposito quest’espressione) con la fede, con il Signore. L’annuncio natalizio, di un Signore fattosi uomo per farsi conoscere e salvarci, non dovrebbe rimanere solo qualcosa di bello per bambini, qualcosa che si ricorda con dolcezza e distacco, ma dovrebbe cambiare il nostro modo di vivere.

E il modo di vivere cristiano è un modo di vivere che sa che c’è un Salvatore, che ci è vicino in ogni situazione e tempo, e che proprio per questo si può vivere prendendosi le responsabilità della vita, per costruire e per tentare il bene.

Il testo dell’apostolo, che ragionava oramai da adulto, finisce con una vera scoperta da adulto:

13 Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l’amore.

Alla fine dunque scopri che l’amore è la cosa principale di tutta l’esistenza, di tutto ciò che hai sperimentato e di cui hai fatto esperienza.

(Tratto dall’incontro per gli anziani del 2 dicembre 2017 a Maloja)


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