Solo Cristo

Qual è il tema della Riforma? Quello che ha sottolineato e ribadito e con il quale a 500 anni di distanza siamo ancora sempre confrontati è il “Solo Cristo”. Cioè Egli è l’unico Salvatore, l’unico Mediatore fra Dio e gli esseri umani. Solo in Cristo c’è grazia.

Ora il “solo Cristo” ha senso a patto di sapere e di riconoscere chi sia realmente Gesù Cristo. E qui a 500 anni di distanza, per i nostri contemporanei, non è solo il “solo” che è elemento di discussione com’era ai tempi dei Riformatori, ma anche il chi sia realmente il Cristo. Ci guida questo passo:

Matteo 16:13-16 Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Chi è Gesù? Un uomo buono? Un profeta? Un maestro orientale? Un esempio di morale? Un rivoluzionario? Un nonviolento? Uno che diceva cose belle, ma è stato sfortunato? Molte sono le cose che si sentono dire di Gesù.

Alcuni rimproverano alle chiese di fraintendere o offuscare il vero messaggio di Gesù.  Questo può accadere e accade, ma alle volte si pretende di dare altre definizioni oltre quella di Pietro: Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, del Dio vivente, cioè Colui che viene dall’unico autentico Dio.

L’antica confessione di fede di Pietro però va oggi, e come sempre forse, spiegata e non semplicemente ripetuta.

Risposta determinante

La prima cosa da notare è che la risposta alla domanda di Gesù: Chi dite che io sia? Determini la vita, radicalmente.

Infatti se la risposta fosse “un buon uomo”, “un uomo morale che ha insegnato la via dell’amore” e via dicendo, ciò non cambierebbe la mia esistenza più di tanto. Se vogliamo, al massimo avremmo una diversa comprensione della storia e della cultura, oppure ci aiuterebbe un pochino come quelle frasi sagge che si trovano sui social oggi e che erano dei cioccolatini un tempo. Però comunque anche ignorare chi sia Gesù è determinante, perché fa determinare la nostra vita a cosa dice in genere il mondo o altre convinzioni. Quanta retorica e modi superficiali e conformismo infatti invadano la nostra vita.

Però se Gesù è il Figlio di Dio, e noi lo riconosciamo, ciò determina e cambia radicalmente la nostra esistenza. Perché non è questione di opinioni ma di verità sul mondo e su me stesso.

Rivelazione

Figlio di Dio significa “Colui che ci fa conoscere realmente Dio” (cfr. Gv 1), Colui che è la rivelazione definitiva di Dio, che si fa conoscere come Creatore dell’umanità, ma ancor di più nel suo messaggio e azione, Egli si presenta come il nostro unico Salvatore nell’amore.

Non è dunque una questione di ragionamento umano, di deduzione logica da ciò che vedo, ma della rivelazione esterna che viene a me da Dio. L’unica che possa dirmi qualcosa di vero sul Signore di ogni cosa.

La rivelazione definitiva significa non solo che intellettualmente per comprendere il senso del mondo devo partire da Gesù Cristo, ma che anche la mia vita, il senso della mia esistenza e di ciò che vivo, lo capisco in Gesù Cristo mio Salvatore.

Un esempio: alle volte nelle difficoltà alcuni dicono, alle volte credendoci realmente: “il Signore mi ha dimenticato”. Come se la mia esistenza fosse questione separata dal mio Dio, come se la vita mia andasse avanti per forza biologica, per inerzia. Invece io vivo perché il Signore così ha voluto e non mi dimentica, nonostante la mia infedeltà, nonostante io dimentichi il Signore, perché Egli è il mio Salvatore sempre.

Altro esempio: la crisi di partecipazione nelle chiese. È triste per me perché le persone non sanno più bene cosa sia la vita spirituale. Perché vita spirituale è anche pregare e lodare il Signore insieme e conoscere la Scrittura. Certo tutti hanno una vita spirituale, ma alle volte di questa ne hanno idee strampalate.

Noi crediamo però che Gesù Cristo sia sempre presente e attivo per essere il Salvatore nostro e di tutti gli esseri umani (vedi I Timoteo 2) e non solo gli umani pii o religiosi. Dopo 500 anni dalla Riforma è di solito ancora chiaro agli evangelici, ma alle volte va ripetuto, che non è la chiesa che salva, ma sempre e solo Gesù Cristo.

Per questo l’istituzionalizzazione delle chiese evangeliche, che è un po’ inevitabile, è dannosa. Ma poi osserviamo numerosi movimenti di risveglio nelle chiese, che stanno a dimostrare la vitalità del messaggio di salvezza di Gesù Cristo, che viaggia per la sua strada (la sua Parola non è mai incatenata) e arriva dove le “chiese istituzione” non arrivano.

Salvezza, infine

Al tempo della Riforma era molto presente, ciò che alle volte da un punto di vista storico si tende a sottovalutare, la paura della morte seconda, la paura dell’inferno e della dannazione. Tutto questo era ben presente nelle menti e nei cuori delle persone e dunque decidersi per Gesù Cristo e decidersi bene era questione di “disperata” salvezza.

Oggi al più, la salvezza è concepita come qualcosa che riguarda certe fasi della vita, una frana oppure essere più o meno soddisfatti di come si vive. E intanto il senso di peccato di separazione da Dio a causa dei nostri errori e dei misfatti umani appare lontano. “Nessuno è colpevole, forse la società…

E in più l’idea di una vita dopo la morte appare o sogno per gli ingenui oppure si presenta come annuncio di salvezza per tutti. Annuncio che ha una sua validità teologica, ma dopo sofferta elaborazione, e non come “tana libera tutti”, un “nessuno ha colpa”. Per questo l’idea di giudizio appare assolutamente lontana. Il “buon Dio”, si dice, e non si vede l’ira di Dio per gli errori ed orrori umani.

Non si può però sempre fingere a sé stessi, prima o poi facciamo i conti con la realtà dura dell’esistenza con la schiavitù che ci impone il mondo e con i legami mortiferi dei nostri errori. Ebbene a questa umanità alle prese con i non-senso della società e i problemi della vita, noi annunciamo il Cristo come Figlio di Dio e unica rivelazione della Parola di Dio nella realtà umana. Convinti che si ha sempre in fondo al cuore il bisogno di un Salvatore, nonostante tutti si dichiarino autosufficienti e giusti in tutto.

E il nostro annuncio e preghiera sarà che dal Figlio dell’Iddio vivente venga per tutti la fiducia e la speranza e l’amore, per vivere in maniera autentica la propria esistenza. Amen


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