Domande ingenue

Negli evangeli ci sono vari racconti della mattina della Pasqua di resurrezione, come anche delle apparizioni successive di Gesù risorto. Alcuni dei particolari differiscono. Segno che i testimoni hanno testimoniato ognuno come si ricordava e ricostruiva ciò che era avvenuto. Ciò è un indice di affidabilità, i vari testimoni hanno riportato quanto ricordavano e non c’era una lezione privilegiata di base.

Ovviamente si hanno delle costanti: la tomba vuota e lo spavento e la perplessità dinnanzi a qualcosa di così straordinario rispetto all’esperienza umana. E poi che le prime a ricevere la notizia e a vedere il Risorto sono delle donne.

L’annuncio di resurrezione di Gesù Cristo è basato sulla notizia dunque delle testimoni e dei testimoni che lo hanno visto. Per questo la fede cristiana è in un certo senso fede nelle testimonianze degli apostoli. Ecco anche perché la chiesa è definita apostolica.

Può sembrare riduttivo per alcuni, ma significa che non è un mito, una storia che non si sa chi abbia inventato, ma è una notizia situata nella storia.

Certo ci serve fede per credere alla testimonianza della resurrezione di Cristo, perché è così lontana dall’esperienza corrente. E ci serve in un certo senso ancor più fede per vedere la sua resurrezione come primizia per tutti noi.

Si vede parlando di questo con tante persone, infatti alcuni dicono che Gesù, sebbene umano era anche divino, e dunque per lui fanno un’eccezione mentale, ma se si parla della resurrezione di tutti si affollano domande ingenue e perplesse: “ma dove staremo tutti?”, “con quale corpo?” E poi “è anche necessario proprio un corpo?” Sono le stesse domande fra l’altro dei Corinzi all’apostolo Paolo.

Però sono domande ingenue, anche se vengono da persone istruite o che sfoggiano cultura, perché sono domande senza senso infatti partono dall’esperienza attuale per sondare l’inconoscibile futuro di Dio. Siamo attenti infatti a separare ciò che è biblico, dalle idee che sono venute dopo.

Certo ci viene detto ci sarà un fisico, una corporeità, perché noi non siamo solo idee, ma anche forza fisica, anche spazio occupato e trasformatori con il nostro impegno e lavoro dell’ambiente che ci circonda…

Ma sarà un corpo glorioso, come si esprime l’apostolo, sostanzialmente diverso perché non soggetto al degrado… Ma ogni descrizione, anche quelle della chiesa medioevale che in Dante trovano una rappresentazione artistica, come anche in vari quadri antichi, sono invenzioni.

Dunque l’annuncio, si badi bene non la descrizione, ma l’annuncio della chiesa è di un nuovo corpo, di nuova materia e anche di una nuova società umana e di un luogo nuovo dove vivere in pace e in laboriosa lode al Signore.

Questo annuncio ci dà speranza di fronte alla morte, ovviamente. Ma ci indirizza anche in una nuova visione dei rapporti umani e della società, vale la pena di vivere già adesso in pace e nella lode al Signore, visto che lo faremo per l’eternità. E dato che la morte non ha l’ultima parola, anche in questo mondo ingiusto, vale la pena di vivere cercando la giustizia e il bene. Amen


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